Carla Massi, il Messaggero 25/9/2013, 25 settembre 2013
ITALIA, LA SERENITÀ IN PILLOLE
IL RAPPORTO
Ansia, depressione, sbalzi di umore, notte insonni, paura delle malattie, sentimento di fragilità, fatica emotiva e fisica. Questi i malesseri emergenti degli italiani attraverso l’analisi del consumo dei farmaci. Sempre più antidepressivi, pasticche per sedare le crisi di panico, sostegni umorali di ogni tipo. In particolare per le donne. Un aumento costante di anno in anno. Un aumento documentato dalle ricette del servizio sanitario nazionale e alle quali andrebbero aggiunte tutte le altre prescrizioni che non vengono censite.
E’ il dato che più preoccupa e colpisce del Rapporto 2012 dell’Osservatorio sull’impiego dei medicinali dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Dal 2004 all’anno scorso un aumento del 4,5%. «Una situazione - commenta il presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli - strettamente collegata con la crisi economica. Non a caso il fenomeno lo rileviamo anche tra i giovani, in quella classe di età in cui la ricerca del lavoro incide in modo importante sull’equilibrio. Quando una popolazione, soprattutto quella più fragile, fa un uso così elevato di farmaci antidepressivi un problema effettivamente lo abbiamo».
IL MALE DI VIVERE
Un dolore che, nella vita di tutti i giorni si trasforma in «paura di non farcela». Nel lavoro come nelle relazioni private. Sono soprattutto i giovani e gli anziani a chiedere aiuto per tamponare il male di vivere e sopportare il malessere. Due fasce di età: quella dai 25 ai 30 che non riesce a guardare il futuro e quella degli ultrasettantenni che soffrono di solitudine e di esclusione.
Un dato conforta: la spesa pro-capite totale per farmaci del sistema nervoso centrale è pari a 55,7 euro l’anno, mentre a livello europeo l’Italia risulta in assoluto in paese con la più bassa incidenza della spesa pubblica e privata per questa categoria. «Certo è che la sofferenza è aumentata - commenta Massimo Biondi, ordinario di Psichiatria all’università La Sapienza di Roma - soprattutto nell’ultimo decennio. Alle malattie come depressione, ansia o abuso di sostanze, si sono aggiunte quelle psicosomatiche. E’ sicuramente aumentato, con diverse manifestazioni, il sentimento di paura diffusa. Sono cresciuti i casi di depressione lieve e moderata ma anche quelli di ipocondria. E poi disturbi fisici tipo coliti, mal di testa, dermatiti e problemi vascolari. Abbiamo sempre più benessere nel senso della protezione di un servizio sanitario ma, al tempo stesso, ci troviamo a fronteggiare sempre più sofferenza. Il sonno, spesso, è diventato un optional». «La depressione, dopo le malattie cardiovascolari - aggiunge il Direttore generale dell’Aifa Luca Pani - sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute. Gli antidepressivi rappresentano, ad oggi, una delle principali componenti della spesa farmaceutica. Il consumo di antidepressivi, nell’ultimo decennio, è cresciuto in maniera drammatica».
Le linee guida raccomandano un trattamento di almeno sei mesi in virtù dell’alto rischio di recidiva. A cui si attribuisce gran parte dei costi economici e sociali di questa malattia. In realtà quasi il 50% dei malati sospende il trattamento con antidepressivi nei primi tre mesi di terapia e oltre il 70% nei primi sei.
«Su questi dati - sono le parole del ministro della Salute Beatrice Lorenzin - dovremo riflettere. Mentre per alcune patologie come quelle che riguardano l’apparato cardiovascolare e gastrointestinale si può lavorare sugli stili di vita, in questo caso l’analisi dovrà essere diversa e molto attenta. Nonostante il generale aumento del consumo dei farmaci la spesa è rimasta sotto controllo. Grazie ad una maggiore appropriatezza nella prescrizione e l’immissione di medicinali a brevetto scaduto e di generici».
LA CURA DEL CUORE
Al primo posto dei consumi dei farmaci sono ancora quelli per la cura del cuore (le statine anti-colesterolo restano la categoria top per il servizio sanitario) seguiti da quelli utilizzati per i disturbi dell’apparato gastrointestinale. Poi le terapie destinate a malattie del sangue. Le pillole contro ansia e depressione, pur in crescita, sono al quarto posto. Diminuisce l’uso degli antibiotici anche se in una percentuale consistente si continua a farne cattivo uso impiegandoli quando non è necessario. Le dosi giornaliere di medicinali prescritti sono aumentate del 2,3% dal 2011 al 2012, anno in cui ogni italiano ha consumato 30 confezioni di farmaci. In media, per ogni cittadino, la spesa è stata di 430 euro. Per un totale di 25,5 miliardi. Una tendenza al contenimento anche se non in tutto il Paese. E’ la Sicilia la Regione che registra il maggior numero di prescrizioni mentre Liguria e Provincia autonoma di Bolzano hanno la palma delle virtuose. In Sicilia si contano 1.110 dosi giornaliere ogni mille abitanti, a Bolzano 743. Nel Lazio 1.097, sempre per mille abitanti.
Carla Massi