25 settembre 2013
Marta Deligia, 26 anni. Di Villacidro (Medio Campidano), cameriera nel bar "Capo Verde", graziosa, «dolce e simpatica ma molto riservata», quattro mesi fa aveva lasciato il fidanzato Giuseppe Pintus, 37 anni, che da allora aveva preso a seguirla ovunque, anche travestito, e a tormentarla con continui sms in cui minacciava d’ammazzarla
Marta Deligia, 26 anni. Di Villacidro (Medio Campidano), cameriera nel bar "Capo Verde", graziosa, «dolce e simpatica ma molto riservata», quattro mesi fa aveva lasciato il fidanzato Giuseppe Pintus, 37 anni, che da allora aveva preso a seguirla ovunque, anche travestito, e a tormentarla con continui sms in cui minacciava d’ammazzarla. L’altra notte la ragazza uscì di casa verso le 4.30, come d’abitudine, per andare al lavoro ma dal sottoscala del palazzo in cui viveva con la madre e i due fratelli sbucò il Pintus che le strinse le mani attorno al collo finché non smise di respirare, la caricò cadavere sulla sua Fiat Bravo, e poi prese a vagare per le campagne della zona finché scese dall’auto e telefonò ai carabinieri: «Ho fatto una cavolata, ho ucciso Marta. Sono disperato, ora mi uccido». I militari lo trovarono, in tasca una corda, mentre sceglieva l’albero a cui impiccarsi. Alle 4.30 della notte tra domenica 22 e lunedì 23 settembre a Villacidro nel Medio Campidano, a circa 40 chilometri di Cagliari