Stefano Rizzato, Tutto Scienze, La Stampa 25/9/2013, 25 settembre 2013
DOPO IL CASO MICHAEL DOUGLAS CAMPAGNA CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS
Le cose migliori della vita - diceva qualcuno - sono immorali, illegali o fanno male. Forse non è del tutto vero, eppure sono molti i piaceri che comportano qualche rischio per la salute. Quelli da camera da letto non fanno eccezione e l’ultima conferma è arrivata lo scorso giugno, quando Michael Douglas ha rivelato la vera causa del tumore alla gola che ha di recente sconfitto: il sesso orale.
Una notizia clamorosa e un po’ imbarazzante, subito smentita dallo staff dell’attore, eppure confermata dalla registrazione dell’intervista. Quello che conta tuttavia è che per una volta il pettegolezzo può essere istruttivo: il «caso Douglas», infatti, è meno unico di quanto si possa pensare. Anzi, racconta di un fenomeno in crescita: quello dei tumori a testa e collo causati da infezione da papilloma virus, l’Hpv.
Meglio astenersi e rinunciare, dunque, anche a questo piacere? Niente affatto, anzi. Dire che il sesso orale, maschile o femminile, faccia venire il cancro sarebbe una sciocchezza. I rischi esistono, ma non sono così elevati da suggerire decisioni drastiche. È utile però informarsi, conoscere i sintomi e sapere quando è il caso di rivolgersi al medico.
Nasce anche da questa necessità la campagna «Make Sense», in corso in Europa dal 23 al 27 settembre e dedicata alla prevenzione per i tumori di testa e collo. «Sono un gruppo poco conosciuto, che racchiude qualsiasi tipo di cancro che interessi la regione della testa o del collo, esclusi cervello, occhi, orecchie ed esofago», spiega Giovanni Succo, tra i promotori dell’iniziativa in qualità di segretario generale della Società italiana di oncologia cervico-cefalica. «A causare questo tipo di tumori sono il fumo, responsabile del 64% dei casi, l’alcol, per circa il 20%, e le infezioni da papilloma virus, che sono un fattore minoritario ma in crescita».
Rimasti sotto traccia anche per la causa un po’ imbarazzante, i casi «à la Michael Douglas» aumentano. Continua Succo: «Negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità sui rischi di fumo e alcol, ma questi tumori non calano. Sono il sesto cancro più comune in Europa, dove l’anno scorso sono stati diagnosticati a 150 mila persone. In media, colpiscono un uomo su 38 e una donna su 176». Sale, insomma, la quota di persone che si ammalano di sesso orale e papilloma virus e per questo anche la geografia dei tumori di testa e collo sta cambiando. «Prima erano diffusi soprattutto nelle zone dove si beve e fuma di più, come le regioni montane, oppure il dipartimento di Calvados, in Francia, il caso più famoso. Oggi sono in aumento nelle nazioni occidentali e dove maggiore è stata la liberalizzazione dei costumi sessuali».
Va detto che l’Hpv non colpisce solo tra le lenzuola, ma è tra le cause d’infezione più diffuse. Esiste in circa 100 diverse varianti e può essere così responsabile del cancro al collo dell’utero come di una semplice verruca. «Si stima che circa il 90% delle persone, prima o poi, sviluppi un’infezione da Hpv nella propria vita - dice Succo -. Solo alcuni tipi sono davvero aggressivi e capaci di causare tumori e per questi da qualche anno si sta anche sperimentando la vaccinazione facoltativa, da fare per ragazzi e ragazze prima che inizino ad avere rapporti sessuali».
La priorità del momento è però la diagnosi precoce. Per questo nel nostro Paese l’iniziativa europea ha preso la forma di un ambulatorio mobile, che oggi è a Genova e domani fermerà a Torino, in corso Bramante, nel cortile dell’ospedale Molinette. «I tumori di testa e collo - sottolinea Succo - si prestano bene, per la loro natura e collocazione, a una diagnosi assai poco invasiva. E, quando si individuano con tempestività, anche il trattamento non è difficile: si usano tecnologie come il laser e il robot chirurgico per miniinterventi che consentono un recupero di solito molto rapido e completo».
Il problema, dunque, resta quello di saper riconoscere i sintomi. I più comuni sono le ulcere alla lingua o in bocca, la raucedine persistente, un nodulo al collo, dolore o difficoltà nel deglutire. «Spesso sono disturbi banali e passeggeri, ma quando, invece, durano troppo a lungo non vanno sottovalutati - avverte ancora Succo -. La regola che suggeriamo è quella dell’uno per tre: quando uno di questi sintomi persiste per più di tre settimane, bisogna subito rivolgersi a uno specialista».
In questi casi risulta fondamentale la collaborazione tra otorini e oncologi. «Quest’anno, per la prima volta, ci sarà un convegno congiunto proprio sui tumori di testa e collo, con l’obiettivo di mettere in rete le conoscenze sulla materia. Il modello è quello dei tumori dell’utero, che da anni, ormai, vedono ginecologi e oncologi impegnati fianco a fianco».