Gian Antonio Orighi, La Stampa 25/9/2013, 25 settembre 2013
DALLA GRAN BRETAGNA ALLA CINA LE GRANDI SCALATE DI ALIERTA
Già il nome del suo presidente dal 2000, Alierta, è tutto un programma: per l’anagrafe è Césareo, ma lui preferisce il più schietto César, Cesare. O El Conquistador. La Telefonica di cui è presidente esecutivo, nata nel 1924 come filiale della Itt e completamente privatizzata nel ‘97 dall’ex premier Aznar - che mise sul mercato l’ultimo 20,9% delle sue azioni -, è oggi un colosso mondiale. Magari con i piedi d’argilla, visto il suo obbiettivo strategico 2013 è ridurre i suoi debiti a 47 miliardi. Ma che sia un global player delle Tlc non c’è dubbio. La holding del Conquistador (gli ultimi dati disponibili sono del giugno scorso), secondo operatore europeo e primo nel Cono Sud, è oggi presente in 24 Paesi, ha 130 mila impiegati e 317 milioni di clienti. È suddivisa in 2 settori, Telefónica America Latina (il core business, 214 milioni di clienti) e Telefónica Europa. Fatturato 2012 pari a 62,3 miliardi, utile netto di 3, 9 miliardi (e un rosso di 51, 2 miliardi)). I suoi principali azionisti sono le banche spagnole Bbva (con il 5, 7%) e La Caixa, con il 5, 5%, seguite dal fondo Blackrock (con il 3, 89%). I blitz di Alierta sono leggendari: dall’inglese 02, espugnata con una Opa nel 2005, alla tedesca e-Plus, acquisita nello scorso giugno per 8 miliardi fino alla scalata di China Unicom (secondo peratore dei cellulari dell’ex Celeste Impero) dove nel 2009 era al 9, 9% ed oggi è al 5 %, visto che ha dismesso l’anno scorso il 4, 56% per 1, 14 miliardi (il rosso è sempre il rosso).
Ma per capire meglio Telefónica, bisogna approfondire la figura del Cesare. Non a caso nei giorni scorsi un giornale anticipava la conquista in Telecom Italia pennellando ossequioso: «Alierta passa il Rubicone». Avvocato con master in Business Administration presso la Colum bia University di New York, Don César è sempre stato un genio del la finanza. Prima si è fatto le ossa come analista di mercati finanziari del Banco Urquijo, poi nell’85 come stimatissimo broker della sua società di borsa Beta Capital.
Quindi il gran salto, presidente della privatizzata Tabacalera, ex monopolio dei tabacchi spagnoli, dal ‘96 al 2000. Infine lo sbarco in Telefónica. Una carriera folgorante per un top manager sposato ma senza figli, schivo come pochi, nemico delle interviste. Ma sempre ossequioso con il potere.
Alierta, insieme al suo grande amico Francisco González, presidente del BBva, è uno dei moschettieri che scelse l’ex premier Aznar per pilotare le privatizzazioni in settori strategici. Mantenuto al potere dall’ex premier socialista Zapatero, Alierta è in ottimi rapporti con l’attuale capo dell’esecutivo popolare, Rajoy.
Tutto perfetto? Non proprio: un tribunale ha provato che nel ‘97 Don César, quando era presidente di Tabacalera, commise insider trading. Poi arrivò l’assoluzione perché il reato era prescritto a causa di un curioso ritardo del gip nell’ammettere il caso.