Francesco Spini, La Stampa 25/9/2013, 25 settembre 2013
TELCO TUTTA AGLI SPAGNOLI GIÀ DAL PROSSIMO ANNO
Scacco in tre mosse. E Telecom Italia finisce in mano agli spagnoli di Telefonica. Due aumenti di capitale - col primo, già fatto, è già al 66% di Telco, il secondo dopo le autorizzazione dell’antitrust brasiliano, la innalzerà al 70% - e un’opzione per compararsi dai soci italiani il restante 30% di Telco, la scatola che controlla il 22,4% di Telecom. Insomma: all’ultimo giro di trattative coi soci italiani di Telco - Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca - Telefonica gioca le carte vincenti e si prepara, nel giro di un anno, a espugnare il nostro ex telefono di Stato. Da Madrid tranquillizzano un Paese in subbuglio, dicendo che «Telefonica rinnova il suo impegno nel contribuire allo sviluppo di Telecom Italia nel suo mercato domestico, con sinergia e la condivisione delle migliori procedure». Si vedrà.
Intanto gli spagnoli hanno messo sul tavolo circa 841 milioni, tra aumenti di capitale e parziale rimborso del debito di Telco alle banche. Il primo effetto c’è già stato. Alle sette della mattina presso lo studio Chiomenti il consiglio di Telco e a seguire l’assemblea hanno varato il primo aumento di capitale da 324 milioni, finalizzato a rimborsare i debiti di Telco con le banche. Il residuo, fino a 700 milioni, sarà rifinanziato da Intesa Sanpaolo e Mediobanca. Sottoscrivendolo all’istante, Telefonica si è già portata al 66% della scatola. Ha sottoscritto azioni di tipo C, prive del diritto di voto, a 1,09 euro che potranno essere convertite in titoli con diritti di governance quando arriveranno le autorizzazioni regolamentari e antitrust in primis da Brasile e Argentina. E comunque non prima del 2014. E anche quando avrà più del 50% (al massimo 64,9%) dei diritti di voto, secondo gli accordi, i soci italiani manterranno il diritto di nominare i primi due nomi della lista per il cda Telecom (presidente e ad) più la metà degli altri candidati di competenza di Telco. In questa prima fase, Telefonica acquisterà con uno scambio in carta da 400 milioni, una parte del prestito soci, fino ad averne il 70%. Nel 2014, una volta ottenute le autorizzazioni dagli antitrust brasiliano e argentino, il gruppo guidato da Cesar Alierta potrà quindi salire al 70% con un aumento da 117 milioni alle stesse condizioni della prima ricapitalizzazione. Poi potrà completare l’opera, acquistando le azioni degli italiani, ciascuna per almeno 1,1 euro. Liquidare i soci italiani di Telco costerà circa un miliardo di euro. Questi potranno comunque richiedere la scissione di Telco (e ricevere azioni Telecom Italia) in due finestre: tra il 15 e il 30 giugno 2014 e tra il 1° e 15 febbraio 2015. E la Borsa? Il titolo Telecom si muove in Altalena: parte forte, indietreggia e finisce comunque al rialzo: +1,69% a 0,60 euro. soci italiani plaudono e vedono la fine di un incubo. Mediobanca (+3,6% ieriin Borsa), che aveva già svalutato a mercato se ne esce con un utile di 60 milioni. La svalutazione della quota per Generali (+1,4%, dopo che l’ad Mario Greco, dopo l’operazione, guarda «con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente») sarà di circa 65 milioni, mentre per Intesa si ipotizza una minusvalenza di circa 40 milioni di euro. Nel frattempo i sindacati sono sul piede di guerra. In un comunicato Cgil e Slc parlano di «operazione dai contorni inquietanti» chiedendo al governo la convocazione di azionisti e parti sociali. Secondo Michele Azzola, della Cgil, sarebbero a rischio fino a 16 mila posti di lavoro.