Sergio Rizzo, Corriere della Sera 25/9/2013, 25 settembre 2013
GLI OPPOSTI INTERESSI CHE I PARTITI DIFENDONO
E pensare che c’è pure qualcuno, come Gaetano Quagliariello, che ha il coraggio di definire una prova di «responsabilità» lo spettacolo andato in onda alla commissione Affari costituzionali della Camera, dove l’accordo sul finanziamento dei partiti è miseramente fallito. A meno che il ministro delle Riforme, con quella battuta, non abbia voluto dare atto ai deputati di aver assolto in pieno il compito che certo le segreterie si attendevano da loro fin dall’inizio.
Perché anche le pietre sanno quanto quel disegno di legge pasticciato messo in campo dal governo di Enrico Letta risulti indigesto ai partiti. I quali già nuotano in acque basse, dopo il taglio dei rimborsi elettorali reso inevitabile lo scorso anno dagli scandali a ripetizione: figuriamoci poi se l’acqua dovesse sparire del tutto.
Ecco allora che nel dibattito in Commissione sono spuntate richieste immediatamente considerate inaccettabili dalla parte avversa. Il Partito democratico ritiene irrinunciabile il tetto massimo di 100 mila euro ai finanziamenti privati, per evitare il condizionamento dei gruppi di pressione e dei potentati economici: proposta che il partito del tycoon televisivo Silvio Berlusconi, suo alleato, ritiene al contrario irricevibile. Il Popolo della libertà non desiste dalla pretesa di una norma che depenalizza il reato di finanziamento illecito dei partiti: ipotesi assolutamente irricevibile, questa volta, dal Partito democratico. Oltre che, aggiungiamo noi, da ogni Paese civile. Sia esso governato dalla destra o dalla sinistra. Tanto che mentre i deputati del Pdl la rimettevano sul piatto accompagnata da un vigoroso aut aut, la Spagna destrorsa di Mariano Rajoy approvava una legge che introduce il reato penale di illecito finanziamento ai partiti.
Il gioco dei veti incrociati può portare a una sola conclusione: l’affossamento della legge. E fa sorridere, riletta oggi, la dichiarazione resa due mesi fa da Daniela Garnero Santanchè: «Non facciamo scherzi sul finanziamento pubblico ai partiti, punto qualificante del programma elettorale del Pdl. In questo momento di profonda crisi economica, considerando come tirano la cinghia gli italiani, essi non capirebbero se noi non facessimo come loro». Le ultime parole famose.