Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 24/9/2013, 24 settembre 2013
BIANCAMERKEL E I 7 NANI
Farà senz’altro piacere ad Angela Merkel, reduce da un trionfo elettorale mai visto in Germania dai tempi di Adenauer (e in Italia dai tempi di De Gasperi), apprendere che gli autorevoli Pino Pisicchio, Gianfranco Rotondi, Bobo Craxi, Potito Salatto, Giuliano Cazzola, Dorina Bianchi e persino Deborah Bergamini e Franco Frattini hanno molto apprezzato il suo successo. E non è dato sapere se riuscirà a farsi una ragione del fatto che, invece, tre prestigiosi germanisti come Gasparri, Cicchitto e Brunetta appaiono critici nei suoi confronti. Noi italiani, dal canto nostro, abbiamo di che gonfiare il petto di spirito patriottico, nel vedere i nostri nani arrampicarsi sulla gigantessa con la consueta ampiezza di vedute, che non va oltre la buvette di Montecitorio. Gente che non ha mai vinto un’elezione in vita sua e, senza le liste bloccate, non prenderebbe neppure i voti dei parenti stretti discetta di Merkel e di Germania con grande sicumera, riuscendo perfino a non ridere. Gasparri stigmatizza “il frastuono degli applausi che circondano la Merkel” e paventa il “rischio di analisi affrettate”. Per questo noto frequentatore di se stesso, infatti, la Merkel non ha affatto vinto: “successo individuale ma non strategico, i moderati tedeschi perdono complessivamente 6 punti” e ora la Cancelliera “dovrà inseguire singoli parlamentari”. Poveretto, lui pensa che sia italiana e si metta a comprare deputati un tanto al chilo.
Per Brunetta, il risultato tedesco è una lezione per Renzi: “l’Italia ha bisogno di persone serie, non di buontemponi e di cicisbei della Merkel”, che non è mica come lui e Berlusconi: è “una furba massaia” che vuole “germanizzare l’Europa”. Ma ora la sistema lui: “La speranza è che la Merkel sia costretta o liberamente decida la Grande Coalizione con i socialdemocratici” che impedirà “il trionfo di un pensiero unico dalla Germania a tutto il continente”. Insomma, Renatino non vorrebbe “passare dal ‘meglio rossi che morti’ degli anni 80 al ‘meglio tedeschi che morti’”. La Merkel, c’è da giurarci, prenderà buona nota. Così come della lucida analisi di Cicchitto: “È augurabile una grande coalizione in Germania che attenui l’eccesso di rigorismo. Le ‘terze vie’ sono sempre difficili, ma è con questa esigenza di fondo che dobbiamo misurarci, guerriglia giudiziaria permettendo”. Il guaio è che, in tedesco, “guerriglia giudiziaria” è intraducibile, anzi la Merkel è lì proprio grazie alle indagini su Helmut Kohl, che si dimise per pochi milioni di finanziamenti occulti al partito (nemmeno a lui), anche perché non aveva tra i piedi nessun Kikkitten.
Pure Letta Nipote punta sulla grande coalizione, così almeno gli eventuali elettori del Pd la smetteranno di chiedergli di zio Gianni e di nonno Silvio: “Dal voto tedesco emerge un modello di cooperazione simile al nostro. Forse in Italia si capirà che quando gli elettori ci obbligano a una grande coalizione bisogna farsene una ragione”. E pazienza se il centrodestra e il centrosinistra tedeschi non hanno mai giurato agli elettori di non governare insieme; e se il centrodestra tedesco è guidato da una persona seria che non racconta barzellette, non organizza orge, non smacchia giaguari, non asfalta (almeno a parole) nessuno, non bivacca in salotti tv, non fa affari, ma soprattutto non ruba e non risulta pregiudicata (e il centrosinistra tedesco non è guidato dal braccio destro del capo del centrodestra). Bobo Maroni, dall’alto del suo 3 virgola qualcosa, trova che “l’alleanza della Cdu con la Csu bavarese ha dato i suoi risultati: è uno schema che può essere replicato anche da noi e sul quale sto lavorando”. E certo, perché la Lega e la Csu bavarese sono la stessa cosa. Si risente persino Frattini Dry, dato per disperso da mesi: siccome è un tipo originale, parla di “risultato storico” e spiega che “i tedeschi hanno premiato una linea politica che può combinare il rigore con la crescita: la stessa che i tedeschi vivono. Noi no, perché fino all’altroieri non avevamo fatto i compiti a casa”.