Filippo Facci, Libero 24/9/2013, 24 settembre 2013
AH GIA GRILLO
A Omnibus (La7) ieri mattina c’era Matteo Renzi e un parterre di giornalisti domandosi. Per un’ora e mezza gli hanno chiesto veramente di tutto (persino su Giuseppe Fioroni) ma l’unica domanda sui Cinque Stelle è arrivata alle 9 e 41, a quattro minuti dalla fine: «Si rischia di trascurare la loro importanza... ». Peraltro si capiva lontano un chilometro che la conduttrice, Gaia Tortora, stava formulando una domanda d’ufficio, come a dire: ecco, dovevo farla e l’ho fatta. In concreto non gliene fregava niente a nessuno, tanto che il parterre dei giornalisti è passato oltre nell’indifferenza generale. Detto questo, le ipotesi sono due: 1) permane un complotto dei poteri forti per oscurare i Cinque Stelle; 2) la consistenza politica dei Cinque Stelle, nel tardo settembre 2013, equivale al nulla, al niente, allo zero, all’irrilevanza, al disinteresse di talkshow abituati a sviscerare anche l’insignificante. Propendiamo per quest’ultima ipotesi, se non disturba: i grillini sono così futili e inconsistenti, a pochi mesi dal loro ingresso trionfale in Parlamento, che non fanno notizia neanche quando campeggiano sui tetti della Camera. Il paradosso è che se ne parlava di più quando in Parlamento non c’erano: questo per enfatica deformazione di giornali e talkshow - che imparino la lezione - ma anche perché i grillini sono così goffi e imbarazzanti, ora, da giustificare una morale beffarda: il professionismo della politica non è un pericolo, è una necessità.