Ettore Livini, D la Repubblica 21/11/2012, 21 novembre 2012
SPOSERÒ UN MILIONARIO
AAA cuore solitario (e milionario) cercasi. I soldi, si sa, non comprano la felicità. Ma alla Borsa dell’amore i migliori partiti del mondo – quelli con un conio in banca tra i sei e i nove zeri – hanno un prezzo preciso: 10 mila euro. La quota annua (minima) di iscrizione alla Berkeley International, agenzia di incontri a cinque stelle cui migliaia di miliardari sulle due sponde dell’Atlantico – tra cui 300 Paperoni made in Italy – hanno affidato il delicatissimo compito di risolvere i loro problemi sentimentali.
«So che tanti non ci credono, ma ne hanno tanti pure loro – racconta il Cupido dei ricchi, alias Inga Verbeeck, regista delle attività europee del gruppo. Hanno soldi ma non tempo. E alla fine fanno più fatica a trovare una relazione che a tenerla in piedi». Poco male. A firmare un assegno ci si mette un attimo. Poi a far scattare la scintilla ci pensano lei e il suo team. «Esaminiamo i candidati con approfondite interviste di un paio di ore. Verifichiamo credenziali, hobby, difetti, abitudini e tic». Quindi (dopo aver scartato in media il 20% delle richieste) parte la caccia all’anima gemella.
L’iter al netto delle cifre in ballo è lo stesso dei Cupido dei poveri. «Valutiamo i profili compatibili, verifichiamo con le due “cavie” prescelte la disponibilità a un incontro e poi diamo all’uomo il numero di telefono della signora». Senza far girare fotografie, non è chic, e lasciando ai due protagonisti (in fondo sono maggiorenni, ricchi e vaccinati) il compito di organizzarsi la serata a piacere. Il conto in banca dei Paperoni dal cuore infranto garantisce a questo punto gli effetti speciali. C’è un ricchissimo cliente francese della Berkeley – i nomi sono off-limits, ca va sans dire – che per non sfigurare ha prenotato un’intera ala del Castello di Versailles. Un altro ha organizzato un téte a téte a lume di candela (riservando tutti i tavoli) al prestigioso The Arts Club di Mayfair, il club londinese fondato da Charles Dickens. Funziona? «Raramente al primo appuntamento», mette le mani avanti Verbeeck, approdata in Berkeley dopo aver guidato l’impero siderurgico di famiglia in Belgio. Ma non c’è da preoccuparsi. «Noi garantiamo otto incontri all’anno e il colpo di fulmine scatta di solito al quinto-sesto». E nell’80% dei casi nascono relazioni stabili che durano più di 24 mesi.
Cercare di scoprire l’identìtà della lista Vip di clienti è “mission impossible”. Il tam-tam inglese, mai confermato, ha fatto il nome di Hugh Grant. L’agenzia acchiappa-miliardari, come ovvio, ha la bocca cucita. «Posso dire che ci sono attori famosi in tutto il mondo, amministratori delegati di grande aziende, presentatori tv», snocciola la supermanager. Liz Jones, ex direttrice dell’edizione inglese di Marie Claire, ex nemica (pentita) delle agenzie di incontri e unica cliente di Berkeley ad aver fatto outing, ha raccontato sul Daily Mail di aver incontrato grazie a Verbeeck & C. il numero uno di una banca americana, un ricchissimo gestore di fondi e un «carismatico» e famosissimo politico di Londra. Di sicuro i soci sono divisi a metà tra uomini e donne, l’età va dai 20 agli 80 anni («ma la grande maggioranza è tra i 35 e i 55, spesso divorziati») e gli affari vanno bene: Berkeley ha uffici a Londra, Parigi, Bruxelles, NewYork, Anversa. E ora ha aperto a Milano, dove – grazie solo al passaparola – hanno già versato la quota d’iscrizione 300 soci tricolori in cerca di un’anima gemella all’altezza del loro 740.
Le loro speranze di aver successo –garantisce con un sorriso il loro Cupido belga – sono alte. «Uomini e donne italiani tirano moltissimo nella nostra clientela internazionale», racconta. I “sogni” sentimentali dei ricchi, del resto, sono stereotipati come quelli dei comuni mortali. «Le nostre clienti, spesso donne che occupano posizioni sociali di altissimo rilievo, vogliono al loro fianco una persona che le tratti con dolcezza, abbia cura di loro e si ricordi che nella quotidianità anche leWonderWoman di Fortune 500 hanno le loro fragilità». Noi ai “Metro-man”, insomma, grandi praterie per “l’uomo che sa fare l’uomo”, un evergreen. Gli italiani invece – scottati dalle esperienze sul fronte domestico – vogliono incontrare solo donne straniere (paletto che alza la quota d’iscrizione a Berkeley a 25mila euro) convinti, a torto, che l’erba del vicino sia sempre più verde. I gusti, in fondo, sono gusti. E i Cupido della Berkeley, vista la richiesta, stanno aprendo il loro catalogo anche ai Paperoni gay a caccia d’amore vero.