Simonetta Scarane, ItaliaOggi 24/9/2013, 24 settembre 2013
TANGERI, CITTÀ IN PIENO SVILUPPO TRASFORMATA DAI TRAFFICI DEL PORTO
L’ Eldorado della crescita in Marocco oggi si chiama Tangeri. La città ribelle, e dalla cattiva fama legata alla droga e alla prostituzione, si è trasformata completamente grazie allo sviluppo del porto industriale. Tangeri è affacciata su un braccio di Mediterraneo di 14 chilometri, lì dove la leggenda narra che Ercole separò l’Africa dall’Europa. Nei giorni particolarmente limpidi si scorge la costa spagnola dall’altro capo dello stretto dominato dalla rocca di Gibilterra. La città marocchina oggi sta prendendo il volo come centro portuale di interesse internazionale. In trent’anni la popolazione è quadruplicata: 266 mila abitanti nel 1982; 850 mila nel 2010, con la previsione di superare il milione nel 2020. I progetti abbondano (anche la creazione di un porto turistico di alto livello, con alberghi internazionali e centro congressi) tanto che nell’arco di pochi anni Tangeri è diventata un crocevia inaggirabile di traffici marittimi. E’ proprio questa attività industriale che le ha permesso una straordinaria metamorfosi, liberandola dalla sua cattiva fama di città di bassi fondi e facendone la seconda città economica del Marocco, dopo Casablanca. Il porto è affollato di contanier caricati e scaricati dalle navi che solcano l’oceano e che entrano dalla porta di Tangeri per navigare nelle acque più calme del Mediterraneo. Sono proprio queste navi porta-container che Tangeri vuole «pescare» per far crescere le attività del porto industriale che si sta sviluppando nelle acque profonde, a 30 chilometri a est della città. Dal 2007, Tangeri Med sta rivaleggiando con le altre località del Marocco e la sua trasformazione non è stata cosa da poco considerando la sua difficoltà ad accettare le regole del Paese trovandosi nella regione, la Rif, che è la prima produttrice di cannabis del mondo. L’amministrazione di Rabat, però, non ha lesinato mezzi a cominciare dai cento milioni di euro, circa, sborsati negli anni 2000 solo per le infrastrutture stradali e ferroviarie con il risultato che oggi Tangeri è collegata alla capitale con un’autostrada e domani con il treno ad alta velocità, che sarà il primo del continente africano. L’ attività portuale ha messo in moto uno sviluppo industriale che ha avuto come realizzazione più importante la costruzione dello stabilimento Renault, nel retroporto, ad una ventina di chilometri di distanza, e che dovrà dare lavoro a circa 260 mila persone, con l’indotto. Il via vai di camion del cantiere di ampliamento del porto conferma l’ipotesi che a beneficiare della crescita regionale non sono propriamente gli abitanti di Tangeri: imprese e manodopera provengono soprattutto dal resto del regno, anche perché i terreni sono stati comprati per un boccon di pane da investitori venuti da fuori città. Del resto l’operazione ha una regia a livello centrale ed è subita dalla popolazione locale che mal sopporta, anche perchè, pure, vede preferiti lavoratori provenienti dal Sud del paese, perchè hanno una reputazione migliore. Tuttavia, la crisi ha bloccato alcuni cantieri edilizi nati intorno alla fabbrica della Renault: le gru che avrebbero dovuto lavorare per costruire 30 mila abitazioni segnano il passo come il cantiere Tangeri 2012 per la realizzazione di un centro commerciale con il cinema. Nuovi insediamenti che cacciano gli abitanti locali dalle loro case e dalle loro terre con l’obiettivo di creare una nuova vita alla città anche come luogo di villeggiatura e polo attrattivo per gli affari.