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 2013  settembre 24 Martedì calendario

C’È BISOGNO DI MAGGIORE INFORMAZIONE


Roberta Pacifici è direttrice dell’osservatorio tossicodipendenze dell’Istituto superiore di sanità.

Dottoressa, cosa hanno di furbo le nuove droghe?

«Per i ragazzi che le assumono ben poco, visti i danni che provocano. Per chi ne fa un business la furbizia sta nella capacità di nascondersi dietro cose apparentemente innocue e legali, come fiori, tisane, funghi, persino deodoranti per la casa. Ma l’ipomea violacea, per fare un esempio, è un fiore che contiene l’ergina, forte allucinogeno. Mesi fa dopo averne fatto abuso un ragazzo è volato dalla finestra. E purtroppo è stato il suo ultimo viaggio».

Ma queste sostanze non sono già state equiparate alle droghe illegali?

«Sì, ma non tutte. La mitragyna speciosa è una pianta che contiene alcaloidi, usata come sostituto dell’oppio. È ancora legale perché è difficile contrastare un mercato alla scoperta continua di nuove sostanze. Al pronto soccorso arrivano ragazzi che i medici a volte non sanno come trattare perchè non conoscono la sostanza che hanno ingerito».

Dietro le vecchie droghe c’era il disagio giovanile. E adesso cosa c’è invece?

«Gratta, gratta c’è sempre. Proprio perché, mascherate dietro prodotti innocui, spesso alle droghe smart i ragazzi si avvicinano per semplice incoscienza e per voglia di sperimentare cose nuove. I maggiori consumatori, infatti, hanno tra i 17 e i 25 anni. Spesso creano delle comunità dello sballo sui social network dove si scambiano esperienze e domande. Ma dei pericoli restano all’oscuro».