Paolo Russo, La Stampa 24/9/2013, 24 settembre 2013
LO SBALLO SI È TRAVESTITO DA INFUSO E DA PROFUMO
Per qualcuno sono «smart» perché si possono acquistare velocemente nei «drug shop» che spopolano nella Rete. Altri le hanno ribattezzate «furbe», perché galleggiano tra l’area della legalità e quella del proibito, dando l’impressione di essere più meno innocue. Sono le nuove droghe 2.0, dai camuffamenti più impensabili. Tanto che le pastiglie da sballo con le faccette sorridenti in stile «Smiley» sembrano già preistoria. Ora le «smart drug» si nascondo dietro tisane apparentemente innocue, funghi, fiori, persino nelle ricariche dei deodoranti per la casa.
Di queste sostanze, dal 2009 a oggi, il Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio ne ha scoperte già 280. Oltre 50, in particolare, sono le «droghe dello stupro», che stordiscono le donne e ne cancellano la memoria.
Un mercato mobilissimo, che punta subito su nuove molecole appena quelle in vendita vengono smascherate come stupefacenti e messe al bando. Per questo il Dipartimento, con il ministero della Salute, ha lanciato ieri la campagna per riconoscere le droghe «nascoste». «Una campagna che parla agli operatori sanitari e ai chimici - spiega la titolare della Salute, Beatrice Lorenzin - perché queste nuove droghe mutano in continuazione e i ragazzi, una volta arrivati al pronto soccorso, si vergognano e non dichiarano cosa hanno assunto». Spesso perché nemmeno lo sanno, visto che le etichette dei prodotti dello sballo non di rado riportano una sostanza per un’altra. E così sempre più ragazzi finiscono in ospedale. A volte messi veramente male. Di intossicazioni gravi ne sono state contate 70. Ma è la punta di un iceberg.
Spacciate quasi sempre come «droghe leggere», a volte i nuovi ritrovati sono insidiosi quanto le droghe più classiche, come cocaina e Lsd. Roba da paleolitico per i giovani che, anche sotto la soglia dei 18 anni, si avvicinano alla «spice», la cannabis sintetica che può portare a crisi di panico, difficoltà respiratorie, allucinazioni. O che annusano i sali da bagno al metilone, che non fanno rilassare in vasca ma creano forme di psicosi con danni al cervello e al sistema cardiovascolare a volte mortali.
L’elenco delle sostanze e degli effetti (a volte devastanti) è lungo e la Lorenzin vuole farlo conoscere, portando la campagna di prevenzione anche nelle scuole. Perché l’informazione sui rischi può essere l’arma vincente rispetto a un mercato sempre più incontrollabile. Se fino al 2011 le droghe «furbe» si trovavano negli «smart shop», i negozietti con gli infusi più strani, ora il mercato si è spostato su Internet, con appendici nei sexy shop. E a volte l’offerta arriva anche da piccoli spacciatori di prodotti fatti in casa. E i pericoli sono sempre più alti.