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 2013  settembre 24 Martedì calendario

“NON DARMI ORDINI”, “VECCHIETTO ARZILLO” DUELLO AL VELENO TRA ARMANI E DELLA VALLE


Duello a distanza tra Diego Della Valle, il patron del gruppo Tod’s, e Giorgio Armani, il re della moda italiana. Al centro della querelle le sponsorizzazioni per favorire la rinascita dei grandi monumenti italiani. A lanciare il primo affondo è stato Della Valle. Lui che ha finanziato il restauro del Colosseo, tre giorni fa, a Milano, ha chiamato in causa Armani sollecitandolo a impegnarsi per restaurare il Castello Sforzesco, che dopo il Duomo rappresenta uno dei più importanti simboli di Milano. Armani, che ha il dente avvelenato con Della Valle perché in passato l’ha definito un “arzillo vecchietto”, non ha gradito l’appello. Però è stato zitto per qualche giorno e solo ieri, al termine della sua sfilata, ha vuotato il sacco: «Non ho bisogno che mi si dica quello che devo fare — ha detto — io già faccio molte cose per beneficenza. Il restauro di Villa Necchi a Milano l’ho finanziato io con 3 miliardi di vecchie lire. E l’ho fatto con i miei soldi e non con quelli degli azionisti». Una frecciata polemica diretta “all’avvocato Della Valle, che forse è avvocato o forse dottore, non so, certo è un politico, che mi attacca e lo fa in modo per fare scrivere i giornalisti». Armani ha ricordato, tra l’altro che «a Villa Necchi, un’opera degli anni Trenta dell’architetto Portaluppi, ereditata dal Fai, ora Della Valle fa le presentazioni delle sue collezioni». Ma a parte questo dettaglio, Armani ha ribadito che lui «le sponsorizzazioni le fa in maniera discreta e silenziosa, senza fare parlare dei suoi prodotti ».
Ieri nel pomeriggio la replica di Della Valle. L’imprenditore si è detto «sorpreso e dispiaciuto per il comportamento di Armani. Ho solo spiegato che sarebbe stata una cosa bellissima se un monumento come il Castello Sforzesco venisse restaurato con il contributo di Armani. Il mio era solo un auspicio e non certo un ordine o tanto meno una invasione nella sua privacy».
Incidente chiuso? Sembrerebbe di no. Infatti, anche se in un comunicato Della Valle ribadisce che «aver considerato Armani possibile protagonista di un’opera così importante non è certo un’offesa bensì un apprezzamento», poi torna a pungolare lo stilista sulla questione dell’ “arzillo vecchietto”. «Ribadisco come già detto a suo tempo — spiega Della Valle — che vedere una persona, di circa 80 anni, che gira in inverno con una maglietta a maniche corte, mi fa pensare che debba essere sicuramente arzillo, e non è certo un’offesa. Forse io sono influenzato dal ricordo di mio nonno, che all’età di Armani, stava in casa davanti al camino con una coperta sulle gambe e un golf di lana spesso un dito». E conclude: «Spero che questa ridicola storia si fermi qui. In Italia oggi ci sono cose molto più serie da affrontare con urgenza. Credo che persone come Armani, me e molti altri imprenditori possano fare tanto, e farlo subito. Diamoci da fare». E in finale, aggiunge: «Viste le difficoltà che sovrastano il nostro Paese, chi ha le possibilità deve mettersi disposizione della comunità con fatti significativi. Voler polemizzare su un argomento così serio mi sembra una grandissima fesseria e non ne capisco l’utilità. Persone come noi dovrebbero evitare di fomentare altre polemiche in un Paese che ne è già pieno. Non commento altre affermazioni fatte da Armani con leggerezza ed ignoranza degli argomenti».