Maria Silvia Sacchi, CorrierEconomia 23/09/2013, 23 settembre 2013
DONNE. LA NUOVA MAPPA DEL POTERE AL FEMMINILE: ECCO CHI CONTA DI PIU’
Sarà che le donne sentono la crisi e hanno anche un’attenzione allo stile, ma le due professioniste più votate dalle donne in questa inchiesta non potrebbero, almeno apparentemente, essere più distanti tra di loro. La prima è Maria Cannata, detta «la signora del debito» visto che al ministero del Tesoro guida la direzione da cui dipende la finanza pubblica, un settore cruciale in un Paese che ha 2mila miliardi di debito pubblico. La seconda (ma solo per questioni di ordine alfabetico perché sono a parimerito) è Miuccia Prada, icona dello stile mondiale, presidente e azionista di un gruppo da 3,3 miliardi di euro di fatturato, sempre presente nelle classifiche sulle donne più potenti a livello internazionale. A un solo passo di distanza la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola. E il cerchio si chiude, perché è attraverso un media potente come la televisione che si influenzano comportamenti economici e anche l’immagine femminile, tema molto sentito dalla presidente Tarantola.
Il confronto
Quali donne hanno un ruolo nell’economia italiana? Nel gennaio 2007 (anno europeo delle Pari opportunità) CorrierEconomia aveva provato a individuare le 30 donne più influenti dell’economia italiana. Dopo un lavoro di ricerca, realizzato insieme a Governance Consulting, tra i vertici delle Authority, delle istituzioni, delle grandi società pubbliche e private, delle organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori, delle università, dei media, di tutto ciò che, insomma, ha un impatto economico (ma escludendo la politica), avevamo sottoposto una lista di 80 nomi a un gruppo di personalità dell’economia e della politica e dal loro giudizio erano scaturiti i 30 nomi.
Quest’anno abbiamo rifatto lo stesso processo ma abbiamo sottoposto i nomi solo a una «squadra» femminile (box in pagina). Anche questa volta sono state escluse le cariche più politiche, ed è questo il motivo per cui non si trova il nome di personalità indubbiamente rilevanti come Maria Chiara Carrozza, ministra dell’Istruzione, o Anna Maria Cancellieri, ministra della Giustizia, o Maria Cecilia Guerra, vice ministra del Lavoro.
Le novità
In sei anni il panorama è profondamente cambiato. L’elemento più evidente scorrendo l’intera lista è che ci sono oggi molte donne con ruoli esecutivi e di responsabilità. Non necessariamente c’è corrispondenza tra il ruolo ricoperto e la considerazione che si ha dall’esterno: «Dal potere dell’azienda si sta iniziando a passare al potere personale — dice Monica Pesce, presidente di Pwa Milan —. Inoltre, le donne iniziano a passare da un ruolo all’altro» e cita come esempio Paola Corna Pellegrini che dalla guida di Zambon Italia oggi è a quella di Allianz Global Assistance. «Le aziende si stanno aprendo all’idea di avere un Ceo donna».
Un processo naturale. Ma per la cui accelerazione grande merito va alla legge Golfo-Mosca che ha introdotto le quote di genere nelle società quotate e a partecipazione pubblica. Oggi la percentuale femminile nei Cda delle quotate supera il 17%, era del 5% nel 2007. «È proprio cambiata la mentalità — dice Lella Golfo —. Oggi si chiede il curriculum anche a un uomo che entra in Cda, perché lo si deve confrontare con quello della donna. Ora c’è il tema della scelta, della selezione del merito».
Governance
Nell’ambito della legge e delle società quotate un altro merito va riconosciuto ad alcuni manager e imprenditori che hanno aperto le proprie aziende e, sul fronte degli azionisti di minoranza, ad Assogestioni che con la società di executive search Egon Zehnder ha proposto molti dei nomi femminili che si trovano oggi.
«La mappa si sta allargando in modo importante — dice Claudia Parzani, presidente di Valore D —. L’osservatorio di In the boardroom (la «scuola» per diventare consigliere di amministrazione promossa dall’associazione, ndr) ci dimostra che competenza e merito hanno sempre più un impatto nella selezione. Le donne stanno facendo un gran cambiamento nel migliorare la governance: un cambiamento a costo zero ma che fa la differenza, per esempio, nell’attrarre investimenti».
Ci sono, insomma, molte nuove leve, anche se magari devono ancora assumere quella visibilità che aiuta ad avere un’influenza più larga. Ma molti sono i nomi di quarantenni che rivestono ruoli importanti, come Tatiana Rizzante Ceo di Replay, Marcella Panucci direttrice generale di Confindustria, Isabella Fumagalli responsabile Italia di Bnp, Eleonora Andreatta direttore delle fiction Rai, Lucia Aleotti Ceo Menarini, l’economista Veronica Guerrieri, Giuseppina Baffi presidente Consip, Mariella Soldi Ceo 38enne di Discovery Italia... Così come molti sono i nomi di personalità meno direttamente economiche ma rilevanti, come Laura Iris Ferro presidente del Pio Albergo Trivulzio, come Francesca Cannizzo, prima donna prefetto di Palermo, di Sabrina Castelluzzo, responsabile sezione crimini informatici della Polizia postale, Maria Luisa Pellizzari, capo dello Sco.
Si assiste, in ogni caso, a una maggiore attenzione al «fare rete». «C’è senz’altro più attenzione al network, mentre fino a pochi anni fa ciascuna stava per conto suo — conferma Monica Pesce —. Ma uno dei motivi per cui molte donne si riconoscono in Maria Cannata è che dimostra che si può arrivare ai massimi livelli facendo bene il proprio lavoro».
Maria Silvia Sacchi