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 2013  settembre 22 Domenica calendario

IL JIHAD AFRICANO ORMAI HA CAMBIATO FACCIA

Al-Qaeda cambia faccia in Africa. Non più piccoli at­tacchi compiuti da “lupi solitari”, ma attentati in grande stile. L’organizzazione terroristi­ca ha nel continente tre nomi: A­qmi, ossia Al-Qaeda nel Maghreb islamico, Boko Haram e al-Sha­baab, che operano rispettiva­mente in Nordafrica, Nigeria e So­malia. Tra i tre gruppi da tempo vi è un’allenza di intenti.
I primi due hanno già firmato at­tentati spettacolari: l’Aqmi con il maxi sequestro di centinaia di la­voratori stranieri in un impianto di estrazione del gas nel Sahara algerino, poi conclusosi con una strage. Boko Haram ha dimostra­to venerdì tutta la sua potenza de­vastante attaccando il quartiere dei deputati della capitale Abuja e provocando 300 morti solo ne­gli ultimi tre giorni. Mancava un’azione spettacolare di al-Sha­baab.
In Somalia, e ormai da tempo an­che in Kenya, i militanti del grup­po utilizzano tecniche d’attacco acquisite nei campi di addestra­mento qaedisti del Nordafrica e dispongono anche di ingenti fon­di che arrivano dall’estero. È di martedì scorso l’ultimo agguato alla frontiera, compiuto dal grup­po in ritorsione all’invio di trup­pe da parte del Kenya nel Paese confinante per combattere pro­prio i terroristi somali.
Qualche indicazione viene poi dalla “cupola” militare dell’orga­nizzazione. Nel suo ultimo mes­saggio audio diffuso in occasio­ne dell’anniversario dell’11 set­tembre, Ayman al-Zawahiri ha tracciato, per la prima volta, al­cune «linee guida per il jihad». La­sciava praticamente “briglia lun­ga” alle varie formazioni che, in buona parte dell’Africa, si rifanno al progetto eversivo di al-Qaeda. D’ora in avanti, fa capire Zawahi­ri, l’organizzazione colpirà con kamikaze o spettacolari attenta­ti, cercando i bersagli più dispa­rati e asimmetrici. Il parametro del successo è dato dal danno che le diverse “filiali” riescono a pro­vocare, mentre il successo di al-Qaeda sarà la loro somma arit­metica. L’allarme circa la nuova strategia era scattato qualche set­timane fa. Lo dimostra la deci­sione della Casa Bianca di decre­tare, all’inizio di agosto, la chiu­sura di una ventina di ambascia­te, da Nouakchott a Dacca, men­tre i servizi di sicurezza lavorava­no per scoprire i possibili obiet­tivi e modus operandi.
Si è pensato in particolare ad as­salti contro le ambasciate, a pre­se di ostaggi, ma anche a bombe di piccole dimensioni a bordo di jet passeggeri. Nel suo messaggio, Zawahiri invitava i suoi seguaci a «dissanguare economicamente l’America», ma a dissanguarsi nelle spese anti terrorismo sarà anche l’Africa. Secondo le proie­zioni del settimanale statuniten­se Defense News , la spesa milita­re nel continente supererà nel prossimo decennio i 20 miliardi di dollari.