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 2013  settembre 22 Domenica calendario

COLLEZIONE GENTILE: «CHIEDETE A ZICO E MARADONA SE ERO CATTIVO»

«C’è il gruppo con Argentina e Brasile, la gente è tutta contro di noi, Maradona e Zico all’orizzonte. Bearzot ci prende da parte: “Ragazzi, è il momento di prendere una decisione”. È il patto di ferro, ma non immaginiamo come finirà». Claudio Gentile ha 29 anni, baffi scaramantici e Tardelli che in camera sta sveglio la notte e non lo fa dormire. Annulla Maradona e Zico e l’Italia vince il Mondiale spagnolo. Gentile compie 60 anni venerdì, vive a Como, ha il fisico di un trentenne e quasi ogni mattina fa cento chilometri in bici. Un solo cruccio: vorrebbe allenare, ma non può.
Perché?
«Nel 2006 sono c.t. dell’Under 21. Dopo il Mondiale un grande club mi vuole (la Juve, n.d.r. ). Avviso la federazione che mi dice di aspettare. Poi Donadoni diventa c.t. e Casiraghi prende il mio posto all’Under. Ho una causa in corso con la Figc: se allenassi non mi potrei rivolgere a un giudice civile».
Quando dal Varese va alla Juve è un altro calcio, senza cause.
«Dico al presidente Borghi: “Non vado a Torino, lì non gioco mai”. Invece subito titolare con Vycpalek, che mi sveglia in tutti i sensi. Intercontinentale con l’Independiente: prendo tante di quelle botte... Dalla panchina mi fa: “Ragazzo, se non ti svegli ne esci distrutto”. Cambia tutto. Nasco quel giorno».
La Juve è Boniperti.
«Più duro di Riva e Boninsegna sul contratto. L’anno dopo aver perso uno scudetto si presenta con la foto del Perugia che ci ha sconfitto e fa: “Avete perso con questi e volete l’aumento?”. Un signore. Chissà oggi con i procuratori».
Con Parola c’è qualche screzio?
«Mi mette fuori, ma ha ragione. Lo capisco dopo».
Infine Trap. E comincia un’era.
«Il suo vantaggio è che è giovanissimo: è un grande gestore di uomini. La barzelletta è che ci lasci giocare dove vogliamo, tanto siamo forti. Balle. Pensate dopo il Mondiale: da un lato Platini e Boniek, dall’altro noi campioni. Trap è bravo a far capire a loro che devono adattarsi, e a noi che dobbiamo aiutarli».
Se le dicono trapattoniano si offende?
«Con quello che ha vinto e mi ha insegnato? Quanti alla sua età avranno la stessa vitalità? Mi vuole in Nazionale con sé e, quando arriva l’Under, mi fa: “Vai da solo, sei pronto”».
I suoi amici alla Juve?
«Frequento Tardelli e Cabrini. Studiamo assieme per diplomarci: io odontotecnico, loro geometri».
L’altro grande allenatore è Bearzot.
«Simile a Trap: il dialogo per risolvere tutto. Tiene la squadra fuori dalle polemiche e si assume tutte le responsabilità».
Poi arrivano Maradona e Zico...
«Il suo problema è: chi marca Diego? Ha diverse idee, poi mi prende da parte e fa: “Te la senti?”. Io, per fare lo spiritoso: “Qual è il problema?”. E lui, felicissimo: “Bravo!”. Non può immaginare quante volte mi do del cretino appena capisco: quello è Maradona! Prendo due cassette e lo studio. È andata».
Superato Diego, ecco Zico.
«Il piano è: Oriali per lui, io per Eder. Nel tunnel degli spogliatoi Bearzot mi fa: “Ho cambiato idea, su Zico vai tu”. L’ha deciso prima, credo, ma non vuole caricarmi di responsabilità».
Nasce la storia di Gentile «cattivo»...
«Che mi manda in bestia. In carriera, una sola espulsione, per fallo di mano, Bruges-Juve di Coppa Campioni. Mai fatto male a nessuno. Zico lo dice. E Schumacher su Battiston? E De Jong? E Goicoechea? Io cattivo? No, ignorante chi lo dice».
Altra storia che non le va giù: il soprannome Gheddafi.
«Quel che ha fatto agli italiani... Ma me lo affibbia l’Avvocato».
Appunto: Agnelli.
«Chiama alle 6 di mattina: “Gentile, buongiorno, come sta?”. E mi chiedo: con tutto quello che ha da fare, chiama me?».
Lei è stato vicino a essere c.t. della Libia: perché non è andato?
«Aspetto ci sia tranquillità. Oggi non ci sono condizioni».
Dopo la Juve, la Fiorentina e il Piacenza. Poi smette.
«Apro una tintoria di tessuti a Como. Tardelli va all’Under 21 e c’è posto nell’Under 20. Io voglio capire se so allenare. Quando Marco va all’Inter, lo sostituisco: vinco un Europeo e un bronzo alle Olimpiadi, il successo più bello perché manca da 70 anni».
I problemi con Cassano?
«Mai litigi. Scelta tecnica. I risultati mi danno ragione».
Quali amici le sono rimasti?
«Ad Antognoni voglio davvero bene. Marco, naturalmente, ma negli ultimi anni ha vissuto a Londra per l’Irlanda».
C’è un Gentile oggi?
«Facile dire i tre juventini in Nazionale. Mi pare che Campagnaro abbia carattere e personalità per sistemare un reparto».