Notizie tratte da: Sigmund Freud # Intanto rimaniamo uniti. Lettere ai figli # Archinto 2013 # pp. 287, 25 euro., 23 settembre 2013
LIBRO IN GOCCE NUMERO 98
(Sigmund Freud, «Intanto rimaniamo uniti. Lettere ai figli»)–
(vedi anche biblioteca in scheda 2241667
Vedi SECONDO Libro in gocce in scheda: 2341006
vedi database libro in scheda 2243713)
I figli del padre della psicanalisi
Freud
Freud, oltre a moglie e sei figli nati tra il 1887 e il 1895, manteneva la sorella della moglie che a partire dal 1896 visse in casa sua, una cuoca, una domestica, una bambinaia, un’istitutrice. Inoltre: la madre e la sorella nubile, Adolfine, che se ne prendeva cura, e da un certo punto in poi le sorelle Pauline e Rosa, rimaste vedove.
Martha
Il 13 settembre 1886 Freud sposò Martha Bernays, con cui era stato fidanzato per più di quattro anni. Il 16 ottobre 1887 nacque la primogenita Mathilde. Poi seguirono Martin, Oliver, Ernst, Sophie e Anna. I nomi li scelse lui: il principio era che le femmine dovevano essere chiamate con un nome in uso presso famiglie amiche della borghesia ebraica viennese, mentre i maschi con i nomi di grandi della scienza o della politica.
Poeta
Jean Martin Freud, primo dei figli maschi di Freud, da bambino si distingueva perché componeva poesie. A sette anni firmava i suoi scritti e le sue lettere «il poeta Martin». Il fratello minore Oliver, cinque anni, ne correggeva gli errori di ortografia.
Spadaccino
Martin, incline a difendere le proprie idee con la violenza, all’università aderì un’associazione ebraica in cui si praticava il duello, la «Kadimah», e divenne un provetto schermidore. Il padre vedeva la cosa di buon occhio.
Malattie
Freud, convinto che i suoi figli avessero bisogno di un’educazione sessuale, poi preferì evitare di occuparsene personalmente. Diede loro un manuale di divulgazione intitolato «Die Gesundheit». Tra le cose che fece, mise in guardia il figlio Oliver dall’onanismo e mandò i due figli maschi maggiori da un suo amico dermatologo perché spiegasse loro come evitare le infezioni e le malattie veneree.
Schiaffo
«Il tuo errore è che non sei aggressivo o non lo sei abbastanza. Se fossi stato brutale quando lei ti ha fatto soffrire, se avessi alzato la voce o, ancora meglio, se le avessi dato uno schiaffo, allora forse voi due avreste potuto sviluppare una relazione felice» (consigli di Freud al figlio Martin).
Funerale
Istruzioni di Freud per il proprio funerale: «Sui costi del mio funerale si dovrà risparmiare il più possibile: la classe più economica, nessun discorso funebre, partecipazione a posteriori. Prometto che non mi offenderò per l’eliminazione di qualsiasi «devozione». Se sarà facile e poco costoso: cremazione. Se al momento della mia morte dovessi essere «famoso» – non si può mai sapere -, ciò non dovrà cambiare nulla». Freud mandò poi al figlio Martin una bozza di necrologio: « «Il x x 192x è morto qui nel suo 7x° anno di età il Sig. Prof. Dr Sigm. Freud. La salma è stata cremata il x x»
Scriveteci
«Cari figli, voglio pensare che il duro lavoro vi giustifichi, se ci scrivete così di rado. Ma considerate che noi non possiamo fare a meno di preoccuparci, se per settimane non sappiamo niente di voi. Ce lo potete risparmiare: se avete in casa della carta da lettere, un minuto libero l’avrete, per scrivere da una parte l’indirizzo, e dall’altra due righe: “Tutto bene per noi tre, ma nessuno di noi ha tempo o voglia di scrivere”» (lettera di Freud al figlio Oliver e a sua moglie Henny, 9 febbraio 1925)
Gonorrea
Ernst Freud in guerra sul fronte italiano fino al 6 agosto 1917, quando con una diagnosi di ulcera fu mandato in ospedale ad Agram, poi a Graz e infine a Vienna. Durante il viaggio «il birbante» (così scrisse il padre) ebbe anche tempo di prendersi la gonorrea.
Nuora
Simpatia reciproca tra Freud e Lucie Brasch, moglie di Ernst. Lei, appena lo incontrò, confessò al marito: «Sono felice di non averlo conosciuto prima di te. Mi sarei sempre tormentata a chiedermi se è a causa sua che ti amo».
Sophie
Di Sophie Freud s’innamorò Hans Lampl, compagno di scuola e amico di suo fratello Martin. Contraccambiato, la famiglia di lei fece di tutto per tenerli lontani. Più tardi Lampl scrisse di aver compreso il rifiuto, in quanto allora era solo uno studente e i Freud «erano molto più convenzionali di quanto si possa immaginare». Quando Sophie si sposò (nel 1913 con Max Halbertstadt, fotografo), la passata relazione era nota a Vienna e dunque dovette essere pubblicamente smentita. Scrive Lampl: «Fu un matrimonio ebraico, in casa sua. E allora successe una cosa singolare. Ossia fui io a dover andare a prendere Sophie. Sophie era nello studio del professore. La sposa stava aspettando e mi dissero di andare a prenderla. Allora io amavo ancora Sophie, e anche lei me. E in tal modo si dimostrò per così dire al mondo intero che, nonostante tutto, dovevo essere d’accordo».
Figli
Hans Lampl a proposito di Freud: «Era sempre dell’idea che le persone dovessero fare figli; come e con quali mezzi, poi, potessero nutrirli non lo interessava».
Notizie tratte da: Sigmund Freud, «Intanto rimaniamo uniti. Lettere ai figli», Archinto, € 25.