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 2013  settembre 23 Lunedì calendario

«LA TERRA IN BALIA DELL’ACQUA»

Eppur si muove! «Sì, la Terra è dinamica. Cambia forma e dimensioni. Si evolve» afferma con inconfutabile sapienza Kurt Lambeck, smentendo con un ironico sorriso l’idea stereotipata (cancellata nell’immaginario collettivo soltanto da malaugurati eventi sismici) della terraferma che ferma non è... Aggiunge: «E i grandi cambiamenti sono stati provocati soprattutto dalle acque, dall’azione dei mari». Olandese, 72 anni indossati con luminosa disinvoltura, professore emerito dell’Australian National University, Lambeck è un’autorità mondiale delle scienze della terra solida grazie a una vertiginosa conoscenza interdisciplinare di geodesia, geologia, geofisica, oceanografia, paleoclimatologia e archeologia che gli è valsa anche il Premio Balzan 2012.
All’Accademia dei Lincei ha presentato una lectio magistralis Of Moon and Land, Ice and Strand, titolo di un libro sulla Luna, la Terra, i ghiacciai e le spiagge avuto in regalo da ragazzo, che lo catapultò per sempre nel mondo delle geoscienze.
Professor Lambeck, la vita nasce dalle acque. E noi, esseri umani, siamo in massima parte fatti di acqua. Ma qual è stato l’effetto delle acque e del livello dei mari sulla Terra?
«Sicuramente enorme. Ha cambiato, nel corso di svariati millenni e dei passati periodi interglaciali come il nostro, la struttura dei continenti, la crosta terrestre, la forma delle coste. Ma, cosa meno nota, ha modificato anche il campo gravitazionale e persino la rotazione del nostro pianeta».
Quali sono stati i cambiamenti più clamorosi sulle terre in cui oggi viviamo?
«Ah, gli esempi sono tanti. Prendiamo il caso della Scandinavia. Dopo l’abbassamento del livello delle acque avvenuto nella precedente era interglaciale, la terra si è alzata e continua ad alzarsi di un metro circa ogni 100 anni. Se consideriamo la situazione del Mare del Nord, invece, sappiamo che Inghilterra ed Europa 21 mila anni fa erano collegate e le acque le hanno separate soltanto 9 mila anni fa. Ma, soprattutto, le variazioni del livello del mare hanno influito moltissimo su un fenomeno importante e complesso come le migrazioni».
In che senso?
«Le ultime ricerche scientifiche potrebbero darci risposte importanti su fenomeni ancora poco chiari come quello dei movimenti delle popolazioni dall’Africa: è possibile che il livello delle acque nel sud del Mar Rosso lo abbia impedito? Invece, abbiamo acquisito conoscenze certe sull’evoluzione dello Stretto di Messina».
Che cosa sarebbe accaduto?
«La Sicilia, circa 20.000 anni fa, era un’unica cosa con l’Italia. L’ultima glaciazione aveva creato un ponte terrestre che consentiva l’attraversamento della zona senza alcun problema dal momento che il livello del mare era più basso di oltre 100 metri. Questo è stato possibile fino a 18 mila e 500 anni fa. Quando questo ponte naturale è stato sommerso dalle acque è avvenuto il distacco che dura tuttora».
Cosa pensa dell’eventualità di costruire adesso un ponte sullo Stretto?
«Non saprei dare una risposta scientificamente attendibile. Il problema di una simile impresa è rappresentato dal fatto che si tratta di una zona sismica. Le mie competenze sono di altra natura. Bisognerebbe avere garanzie ingegneristiche in quel senso. Per il resto, non ci sarebbero ostacoli».
Scienziati e rappresentanti dei governi di tutto il mondo sono riuniti a Stoccolma per discutere sul Riscaldamento globale. Sembra che il rapporto dell’Ipcc, il panel dell’Onu che se ne occupa, sia più rassicorante del precedente...
«Sì, in base alle ultime verifiche, la temperatura media del pianeta appare costante. E’ un dato confortante, benché non sia il caso di trarre conclusioni affrettate. Quello del riscaldamento globale e delle variazioni climatiche è un problema estremamente complesso sul quale è difficile avere assolute certezze».
Massimo Di Forti