www.cinquantamila.it/fiordafiore 22/9/2013, 22 settembre 2013
Assalto a un centro commerciale di Nairobi: 39 morti • Saccomanni pensa alle dimissioni • La Camera non rinnova gli affitti con la società Milano 90 e risparmia 600 milioni di euro • Don Mazzi si offre per dare lavoro a Berlusconi • Donne, cinesi e miliardarie • Genova è la città dove si fanno più scontrini • Diminuiscono i tifosi del calcio Kenya A Nairobi, nel lussuoso centro commerciale Westgate, un gruppo di uomini armati (5 o 10 secondo le prime ricostruzioni), vestiti di nero e col volto coperto, ha cominciato a sparare all’impazzata poco prima dell’una
Assalto a un centro commerciale di Nairobi: 39 morti • Saccomanni pensa alle dimissioni • La Camera non rinnova gli affitti con la società Milano 90 e risparmia 600 milioni di euro • Don Mazzi si offre per dare lavoro a Berlusconi • Donne, cinesi e miliardarie • Genova è la città dove si fanno più scontrini • Diminuiscono i tifosi del calcio Kenya A Nairobi, nel lussuoso centro commerciale Westgate, un gruppo di uomini armati (5 o 10 secondo le prime ricostruzioni), vestiti di nero e col volto coperto, ha cominciato a sparare all’impazzata poco prima dell’una. Poi, dopo una decina di minuti, i terroristi sono saliti al secondo piano e dal balcone superiore hanno lanciato delle granate. Si contano almeno 40 vittime e 150 feriti. I testimoni hanno raccontato che i killer urlavano alla gente che si era buttata a terra: «I musulmani possono alzarsi e andarsene, gli altri li uccidiamo». I terroristi si sono poi asserragliati all’interno di un negozio e ieri sera risultavano ancora prigioniere del commando 36 persone. Il commando pare composto da somali: è arrivata una rivendicazione via Twitter di Al Shebab, il gruppo di integralisti somali affiliati ad Al Qaeda, in guerra con il Kenya da quando nel 2011 le truppe di Nairobi oltrepassarono il confine per dare la caccia ai miliziani che uccidevano turisti occidentali nei resort sulla costa. Iva Governo in affanno sulla questione dell’aumento dell’Iva: Pd e Pdl sono contrari e stanno facendo pressione, in particolare sul ministro Saccomanni, perché venga evitato. Per fare ciò occorrerebbe un miliardo di euro e ognuno pare avere una ricetta per trovarlo: Brunetta dice di aver proposto «sette voci di copertura finanziaria», Fassina vuole rimettere l’Imu ai più ricchi. Saccomanni ha già pronte le dimissioni, soprattutto perché angosciato dal fatto che lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil (ormai certificato) impone all’Italia una manovra aggiuntiva da 1,6 miliardi. Se si agisce subito, è il pensiero di Saccomanni, l’effetto sui tassi d’interesse sarà positivo e si potrà finire l’anno con un dato consuntivo sul deficit ben inferiore al limite del 3%, grazie ad alcune operazioni già allo studio, come una serie di privatizzazioni, e la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia oggi a bilancio degli istituti che ne detengono il capitale per cifre irrisorie. Quindi sarebbe meglio concordare una tregua su Iva e Imu, rinviando la questione al 2014 con la legge di Stabilità che va presentata entro il 15 ottobre. Affitti Si è deciso di non rinnovare i contratti d’affitto stipulati dalla Camera negli anni Novanta, e ora in scadenza, per 122 postazioni esterne a Montecitorio. Uffici, segreterie, sale riunioni, saloni per le conferenze che nel periodo 2018-2036 sarebbero costati al contribuente 600 milioni di euro. D’ora in avanti ciascun onorevole dovrà scegliere tra due strade: stringersi negli spazi che si stanno via via recuperando all’interno degli immobili di proprietà della Camera (e non sono pochi) oppure prendere in locazione una stanza pagandola di tasca propria. Gli immobili che verranno lasciati sono di proprietà della società Milano 90 dell’imprenditore romano Sergio Scarpellini. Nel ’97, presidenza Violante, il primo contratto d’affitto con Milano 90 che oltre all’immobile offre arredamenti e servizi. Seguirono altri affitti che nel 2010, dopo 13 anni, portarono il conto pagato dalla Camera a Scarpellini a 586 milioni. Nel 2010 l’ex deputata radicale Rita Bernardini produsse documenti e cifre, denunciando l’assenza di gare e alla fine ebbe la vittoria: il 1° gennaio del 2012, la Camera (presidenza Fini) fece la disdetta, prima della scadenza, per parte del contratto e vinse pure al Consiglio di Stato contro il ricorso presentato da Scarpellini. Poi la decisione di questi giorni (Martirano, CdS). Comunità Don Mazzi propone a Berlusconi di evitare gli arresti domicialiari e scegliere la sua comunità (Exodus) per «smontare finalmente il suo idolo e trovare il modo di fare cose utili». Alla di lui fidanzata consiglia di andare a «lavorare a Napoli, in pizzeria»: «Si vede bene che quello di Berlusconi con la Pascale è tutto tranne che amore. Lui adesso deve dire basta. Deve liberarsi di tutte quelle donnacce che ha avuto intorno fino ad ora». Cinesi Metà delle donne più ricche del mondo sono cinesi e tre di loro si piazzano tra le prime dieci della classifica di imprenditrici e finanziere alla guida di gruppi con la maggior capitalizzazione. La donna più ricca della Cina è Yang Huiyan, 32 anni e 51 miliardi di yuan, pari a circa 6,5 miliardi di euro. La Cina può vantare anche la donna più ricca del mondo ad essere venuta su dal niente: si chiama Chen Lihua, 37 miliardi di yuan (quasi 5 miliardi in euro), ha 72 anni e un bell’impero nell’edilizia commerciale a Pechino. Chen ha sorpassato un’altra cinese, Wu Yajun, 49 anni, che sconta il divorzio dal marito costatole oltre 3 miliardi, vale a dire il 29 per cento del pacchetto azionario della sua Longfor Properties (Santevecchi, CdS). Miliardari La Cina ha oggi 315 miliardari (tra maschi e femmine), che continuano ad aumentare nonostante il rallentamento della crescita del Pil: nel 2013 si sono aggiunti altri 64 nomi rispetto a quelli del 2012 (ibidem). Scontrini La città dove si fanno di più gli scontrini è Genova (non lo fa 1 su 10). Dove se ne fanno meno è Napoli (non lo fanno 8 su 10). Male anche Roma e Palermo, con 6 esercizi su 10 che non ne fanno. Mentre quasi in linea con la media nazionale figura Milano, 3 su 10. A livello nazionale, i numeri su bar, ristoranti e negozi dicono che fra 166.737 controlli fatti da gennaio a maggio 2013, il 33% è risultato irregolare (Sta). Tifosi/1 Nel 2009 il 56% degli italiani si dichiarava tifoso di qualche squadra di calcio. L’anno successivo era il 52%. Nel 2011 la percentuale era scesa a 45, nel 2012 a 43. Quest’anno 36%. All’interno di questa cifra, il 47% si dichiara «ultratifosa» (l’anno scorso era il 43%). Parallelamente, si è ridimensionato il tifo «tiepido», ormai poco più del 20%. Insomma, la passione per il calcio in Italia coinvolge una quota di persone sempre più ridotta, ma sempre più accesa. Analizzando i tifosi, si vede inoltre che solo il 20% va allo stadio e che il 56% tifa contro qualche altra squadra (Diamanti, Rep). Tifosi/2 La Juventus è la squadra con più tifosi, seguono Milan e Inter. Il Napoli e la Roma confermano una presenza significativa, ma delimitata, anche dal punto di vista dei confini (ibidem).