Vincenzo Iurillo, Il Fatto Quotidiano 18/9/2013, 18 settembre 2013
D’AMORE, ONORE E MALANAPOLI
Prima di youtube e delle tv private dedicate, una volta c’erano solo le radio clandestine accese h24 nei vicoli. Per ascoltare i neomelodici napoletani, studiarne i testi e le tendenze musicali, dovevi per forza venire a Napoli, passeggiare tra i quartieri e immergerti nei suoni che li avvolgono. Tra qualche “augurio di presta libertà” al parente in galera e i messaggi in codice per latitanti e criminali, un tourbillon di canzoni sull’amore disperato, il pentimento e il tradimento, l’onore da difendere e la famiglia che nessuno deve toccare. Oggi basta un clic su google alla voce “canzoni neomelodiche” per trovare 49.600 risultati e un numero imprecisato di videoclip sentimentali, trash o ammiccanti alla camorra.
IL SUCCESSO dei neomelodici cresce di pari passo tra web e feste di piazza, un giro d’affari spesso in nero, che alcuni commercialisti con clienti inseriti nel giro quantificano in guadagni da 300 mila euro all’anno. Con le sue hit parade più o meno ufficiali. La classifica dei Cd più venduti di Zeus Record vede al primo posto Erry Mariano con Solo per te. Ci puoi ascoltare Fatte vasà (Fatti baciare): “Fatte verè nu me chiamma senza parlà, famme suffrì, famme murì comme sai fà, nun te ’ngazza nun t’a piglià co core mio, è colpa toia si nun se mai scurdate e nuje”. Al secondo posto Leo Ferrucci con Poche parole con dentro la hit Simme nate pe c’av è (Siamo nati per averci): “Simme nate pe c’a ve voglio tutte cose ‘e te, nuje camminammo uno ind’a nato, co core e l’anema abbracciate, r’o primme juorno ci’amma amato”.
È una classifica che comprende tutti i nomi che hanno fatto la storia del genere: Alessio, Luciano Caldore, Ciro Rigione (che una volta si chiamava Ciro Ricci ed era riuscito ad andare in tour negli Stati Uniti), Tommy Riccio (il cantante de O latitante), Rosario Miraggio. Da queste parti vendono più di Gigi D’Alessio, Sal da Vinci e Gigi Finizio, i cantanti che sono riusciti a spiccare il volo verso il palcoscenico nazionale. Luciano Caldore alla fine degli Anni 90 faceva 7.000 spettatori nei palazzetti dello sport e arrivò a girare due film che riempivano i cinema di Napoli e sono stati replicati per centinaia di volte su Telecapri. Il primo, Pazzo d’amore, tratto da una canzone e girato con una giovanissima e ancora sconosciuta Laura Chiatti, è un vero cult. “Pazzo d’amore, innamorato di chi mò nun me sente e non me vo chiù sentì, tenevo a te e mò nun tengo niente chiu’”. Poi per qualche anno Caldore è praticamente scomparso, attirato in un vortice di promesse non mantenute da parte di alcuni impresari romani che gli avevano fatto credere di volerlo portare a Sanremo. Ora sta risalendo la china, anche se non è più un ragazzino e sta per compiere i 40 anni.
UN ALTRO neomelodico che ha provato ad andare a Sanremo e non c’è riuscito, e se ne è lamentato a lungo è Tony Colombo. È in testa in un sondaggio del portale web MusicaNapoli come miglior cantante napoletano del 2013. Ma è originario di Catania. Spiega il sociologo Marcello Ravveduto, studioso del fenomeno: “Si deve risalire agli Anni 80, quando il napoletano, grazie al successo di Nino D’Angelo, si impone come lingua ufficiale del genere. I melodici di periferia che vogliono seguire le orme del ‘caschetto biondo’ sanno che per conquistare il favore di un certo pubblico è necessario cantare in dialetto napoletano. E i neomelodici della Sicilia, della Calabria, del Sud non possono dirsi affermati se il loro successo non trova riscontro tra i vicoli di Napoli, perché solo qui esiste un mercato che può concedere fama e ricchezza. Napoli per i neomelodici è come Nashville per il country”.
Una Nashville purtroppo inquinata dalle infiltrazioni della camorra. I testi di certe canzoni inneggiano ai disvalori camorristici, le cronache sono piene di notizie sui rapporti ambigui tra la musica neomelodica e i clan. Il 26 luglio 2012 Raffaello, alla fine del suo concerto alla Kalsa (Palermo), omaggia il boss locale, Luigi Abbate (Gino ‘u mitra), inviandogli “un bacione forte”; il 27 luglio Rosario Miraggio a Gragnano augura un’imminente scarcerazione al boss Nicola Carfora, alias Nicola ‘o Fuoco; il 28 luglio, durante una session neomelodica a Catania, conclusa da Gianni Celeste e Gianni Vezzosi, si sprecano i saluti agli amici degli amici e ai carcerati. È il mese in cui a Torre Annunziata (Napoli) viene arrestato il neomelodico Tony Marciano. Il cantante non si scompone davanti ai giornalisti che assistono all’arresto: “Se faccio un concerto, neanche vengono tutte queste telecamere”. C’è poi il caso clamoroso della canzone O capoclan, finita dritta in un fascicolo della Dda di Napoli.
IL VIDEOCLIP di Nello Liberti (vero nome, Aniello Imperato) con le sue allucinanti strofe sul boss “che è un uomo serio, che cattivo nun è ‘o ver”, “sa campare e merita rispetto” anche quando mette la croce su un nome scritto su un pizzino, la persona da uccidere, “’a cundanna per chi ha sbagliato”, secondo i pm che hanno chiesto (senza ottenerlo) l’arresto del cantante era il modo escogitato dalla camorra dei Birra-Iacomino di Ercolano per ingenerare nei suoi affiliati “sentimenti di orgoglio” e incutere timore e omertà sul territorio. Mentre il più grande successo di Zuccherino, il cantante di Pagani arrestato l’altroieri per aver partecipato a una sparatoria in piazza, è Comme se fa, dove il neomelodico veste i panni di un boss di camorra tradito dalla convivente che ha congiurato con uno dei suoi migliori uomini per ammazzarlo. “Proprio tu mi dovevi tradire/ un ragazzo di strada/ rispettato come me/ dalla sua innamorata si è fatto vendere/ come si fa/ ti ho dato il mio cuore nelle mani/ e per un compromesso mi vendevi/ a chi ha fatto fuoco ieri contro di me”.