Antonio Calitri, Marco Filoni, Il Fatto Quotidiano 18/9/2013, 18 settembre 2013
DE LAURENTIIS LE POMPE DI BENZINA TARGATE NAPOLI SULLA STRADA PER POMIGLIANO
Aurelio De Laurentiis s’inventa la benzina azzurra. Lo spumeggiante produttore cinematografico prestato al calcio dove, alla guida del club napoletano, ha ottenuto importanti risultati, tra una lite con il sindaco Luigi De Magistris che non gli vuole cedere lo stadio San Paolo e una diatriba internazionale sulla seconda divisa mimetica della squadra, da ottobre avrà anche il carburante napoletano e 20 stazioni azzurre sul territorio regionale. Grazie a una sponsorizzazione mai vista prima in un club calcistico italiano. Sponsorizzazioni di società petrolifere ce ne sono sempre state anche negli ultimi anni con il marchio Tamoil controllata dalla famiglia Gheddafi stampata sulle divise della Juventus e quello Erg dei Garrone sulle maglie della Sampdoria. Ma non si era mai vista una stazione di servizio a strisce bianconere oppure blucerchiata.
Grazie all’accordo di sponsorizzazione tra Scc Napoli ed Energas, uno dei principali distributori di gas per uso residenziale d’Italia (100 mila clienti finali) che ha deciso di entrare anche nella distribuzione stradale di carburante, entro ottobre ci saranno le pompe di benzina del Napoli Calcio. Venti stazioni distribuite tra le province di Napoli, Caserta e Avellino che entro ottobre debutteranno con il primo circuito a marchio Energas affiancato dal loco della Ssc Napoli e tutte colorate di azzurro, proprio come la divisa del club. Un’operazione di marketing che ha trasformato il network di pompe bianche in una rete di distributori azzurri che verrà lanciata con una raccolta punti per ottenere i gadget del club, un concorso a estrazione immediata di biglietti per assistere alle partite, un sito e una card “Energia Azzurra”.
Un’operazione che permette al club di De Laurentiis di segnare anche il territorio. La prima stazione sarà sulla strada che collega Pomigliano d’Arco a Castello di Cisterna. Ma la scommessa di De Laurentiis e della Energas potrebbe presentare anche dei rischi con le stazioni che, nel caso di risultati non più soddisfacenti, oltre a essere boicottate dai tifosi potrebbero anche essere oggetto di atti vandalici. Così come potrebbero diventare preda facile di tifoserie avversarie.
Antonio Calitri
I RUSSI E LA MORALE DI KANT, DISPUTA FILOSOFICA CON SPARATORIA –
Chissà se Hannah Arendt avesse in mente qualcosa del genere quando, in una delle sue ultime lettere, scriveva al suo maestro e amante di gioventù Martin Heidegger un accenno sul “carattere d’attacco della filosofia”. L’altro giorno in un pub russo quella che era iniziata come dotta disquisizione su Kant fra due giovani avventori è finita a pistolettate e uno dei due all’ospedale. Poi dicono che la filosofia serve a diventare saggi. Alla faccia di una delle regole del filosofo, l’oggettività sine ira ac studio. In fila per farsi spillare una birra i due scoprono una comune passione per il filosofo della Critica della ragion pura: ecco allora che scatta la gara a chi la sa più lunga. E a quanto pare uno dei due, non riuscendo a imporre la sua supremazia con la dialettica, ha ben pensato di far valere le sue ragioni con la pistola. Fortunatamente ad aria compressa, che sparava pallini di gomma. Ma abbastanza da mandare all’ospedale il suo rivale kantiano.
Il pensiero russo è sempre stato rissoso: basti leggere Dostoevskij e le superbe descrizioni delle dispute teologiche piuttosto accese che finivano quasi sempre in baruffa.
La cosa bizzarra è che sia stato proprio Kant la scintilla: il filosofo classico per eccellenza, la cui opera è sinonimo di sistema, rigore e serietà. Non molto differente dalla sua vita, austera e monotona. Al punto da meritare un famoso aneddoto: i concittadini di Königsberg regolavano gli orologi al passaggio del filosofo, tanta la perfetta e ossessiva sincronizzazione delle sue passeggiate.
EVIDENTEMENTE uno dei due giovani russi deve aver voluto interpretare Kant con le parole del suo più grande interprete e successore: Hegel. Commentando la pretesa del-l’uomo a far innalzare immediatamente la sua coscienza al sapere, Hegel definisce questo processo “il colpo di pistola” dell’intuizione.
Ecco, probabilmente complice qualche bicchiere di troppo il giovane russo deve aver capito male questo passaggio e lasciata da parte l’intuizione s’è ricordato del solo colpo di pistola.
Marco Filoni