Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  settembre 20 Venerdì calendario

ISRAELE COSÌ, A 93 ANNI, VIENE ELETTA MISS OLOCAUSTO

Le polemiche erano prevedibili perché l’iniziativa, sin dal titolo, si presentava col marchio del politicamente scorretto: Miss Olocausto. Non un canonico concorso di bellezza, ma un’occasione per «incontrare donne della nostra generazione, mostrare al mondo che la Shoah non ci ha distrutto, che abbiamo avuto delle vite e che sappiamo parlare alle nuove generazioni» dice la vincitrice, Shoshana Colmer, 93 anni. Trecento persone, sopravvissute ai campi di concentramento, hanno partecipato in Israele, ad Haifa, alla seconda edizione di questa discussa manifestazione, organizzata da Izabella Grinberg, psichiatra geriatrica, e Shimon Sabag, direttrice dell’organizzazione non governativa Yad Ezer L’Haver. Il pedigree delle organizzatrici non lascia dubbi sul significato della singolare «sfilata» e tutte le concorrenti della rassegna, sostenuta da un’altra charity israeliana, International Christian Embassy Jerusalem, hanno voluto ribadire il messaggio: i nazisti non sono riusciti a prosciugare la nostra dignità e la nostra umanità. Molti, però, hanno storto il naso di fronte a questo inedito mix tra la cultura pop e la più grande pulizia etnica della storia. «Un conto» ha dichiarato uno psichiatra al quotidiano Haaretz, «è arrivare ad accettarsi dopo una vita marcata dal senso di colpa, altro è associare alla Shoah una qualsiasi idea di bellezza».