Mario Baudino, La Stampa 20/9/2013, 20 settembre 2013
1850 IL PRIMO LIBRO DELLA SCHIAVA NERA 2013 I MARÒ AMARI DI MICHELE MARI
La pazienza dei secoli Troppo bello per essere vero? The Bondwoman Narrative, storia di una schiava letterata che fugge da una piantagione del North Carolina, era stato pubblicato con successo nel 2002 in America, firmato Hannah Crafts, dopo un casuale ritrovamento del manoscritto sul mercato antiquario. Ma sembrava impossibile che potesse essere una storia vera, così antica e narrata dalla protagonista. Ora però uno studioso ha identificato autrice, epoca, luoghi, insomma tutto o quasi. Lei si chiamava Hannah Bond, scrisse a metà ottocento, conosceva il classici inglesi, aveva accesso alla biblioteca del padrone. Una volta libera, nel New Jersey, divenne insegnante. Il manoscritto restò invece tale e quale. Per diventare un libro ha atteso un secolo e mezzo. Ma i libri, si sa, sono pazienti. Più degli umani.
La furia kantiana
In Acid House , un vecchio libro di racconti di Irvine Welsh, due professori discutono di filosofia in un pub. Anzi litigano, tanto che gli altri avventori, li costringono a fare a pugni per decidere chi abbia ragione. I due cercano di resistere, ma alla prima botta ci prendono gusto, e fra la soddisfazione generale se le danno di santa ragione. Era il 1998, sembrava un divertente paradosso dello scatenato scrittore gallese. Arriva invece dalla Russia la notizia che qualcosa di simile è successo, a Rostov, in un negozio di alimentari. Due tizi si sono talmente accalorati discutendo di Kant, che a un certo punto uno ha tirato fuori la pistola e ha sparato all’ avversario, uccidendolo. Come diceva Wilde, la realtà imita l’arte. Questa volta in peggio.
La furia italica
Michele Mari è uno scrittore dotato di carattere. E trova «pornografico l’uso corrivo da parte dei giornali di espressioni che senza un minimo di vaglio vengono adottate da tutti, tipo “i due marò”» dice al Fatto Quotidiano . Sicché «io li vorrei in ergastolo in India solo perché li chiamano marò» aggiunge. Questo sì che è fuoco amico.
E quella cavalleresca
Jonathan Franzen, alla vigilia del suo nuovo libro, The Kraus Project , continua con la sua campagna contro la rete in particolare Amazon. Questa volta definisce Jeff Bezos «non proprio l’Anticristo, ma sicuramente uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse». Però un cavaliere con lo zoccolo magico.