Luca Ubaldeschi, La Stampa 20/9/2013, 20 settembre 2013
PARLA MORATTI: “IO E THOHIR PER FARE UN’INTER PIÙ FORTE”
«Restare presidente? No, non credo». Al termine dell’incontro con Erick Thohir, le parole di Massimo Moratti sembrano già disegnare il futuro dell’Inter a maggioranza indonesiana.
Anche se subito dopo precisa lo stato della trattativa per la vendita della società: «Le assicuro, non è stato raggiunto un accordo definitivo».
La prudenza del presidente nerazzurro è d’altronde comprensibile: sia perché ha professato cautela in ogni fase della trattativa con Thohir e vuole quindi concedersi un margine per gli ultimi adempimenti, sia perché l’idea del passo indietro non dev’essere oggettivamente facile per chi ha guidato il club negli ultimi 18 anni riportandolo a vincere in Italia e in Europa dopo aver investito diverse centinaia di milioni.
Mentre le agenzie e i siti Internet rilanciano la notizia della svolta storica, il presidente ricostruisce le ultime mosse senza rinunciare a un po’ di ironia.
Dottor Moratti, qual è il sentimento che prevale in lei in questo momento?
«Sono preoccupato».
Per aver venduto l’Inter?
«No, per la partita di domenica, molto delicata».
D’accordo, giusto rispettare il Sassuolo, ma ci dice come si è concluso l’incontro con Thohir?
«Le confermo che non c’è un accordo formale. È servito per presentarmi i suoi due soci. Ne ho ricavato un’ottima impressione. Per me l’aspetto umano non è affatto secondario».
Possiamo però dire che, pur in assenza di un’intesa definitiva, la trattativa è alle battute finali?
«Sono stati fatti dei passi avanti per conoscerci meglio. Direi che il clima è positivo, ma se mi chiede una previsione sui tempi, le dico che potrebbe servire ancora un mese per chiarire ogni aspetto».
Quali punti in particolare restano da discutere?
«È un’operazione complessa da definire, dalla ripartizione delle quote azionarie alle garanzie reciproche per gli aspetti economici. Quello su cui non c’è dibattito sono le poltrone».
Se la trattativa andrà definitivamente a buon fine, che cosa sarà Massimo Moratti per la nuova Inter?
«La mia famiglia ci sarà sicuramente. Quanto a me, mi creda, non è un problema di ruolo. I miei interlocutori si stanno dimostrando molto gentili nel - come posso dire? preservare la mia posizione, ma la questione non è il mio incarico. Parliamo di un ristrutturazione più articolata. Visto che ci sono giocatori che costano cento milioni, si deve prendere atto che, per rimanere allo stesso livello, è necessario organizzarsi per affrontare anche questo tipo di situazione. Perché l’Inter non può rimanere a un livello diverso».
Lei ha sempre detto che avrebbe eventualmente ceduto l’Inter solo a chi avrebbe potuto fare il bene della società. Dopo l’incontro di ieri si sente più rassicurato in questo senso?
«Credo ci sia il potenziale per poter rendere l’Inter più forte. Ècome se costruissimo un’auto, in questo momento siamo concentrati a cercare di assicurarle un motore potente».
Perdoni se insisto. Quindi Thohir può essere l’uomo giusto per un salto di qualità nel valorizzare l’Inter a livello internazionale?
«Diciamo che quando due gruppi solidi si mettono insieme, ci sono i requisiti per uno sviluppo non soltanto sportivo, anche commerciale».
Ha previsto altri incontri con l’industriale indonesiano?
«In questo momento no. Ci sono validi professionisti al lavoro, tocca a loro definire quegli aspetti di cui parlavo prima».