Ellen Barry, la Repubblica 20/9/2013, 20 settembre 2013
L’INDIA IN CRISI SI AFFIDA AL SUO IDOLO D’ORO
Quest’anno, alla fine della stagione dei monsoni, le cipolle si vendono al prezzo esorbitante di 58 centesimi per libbra e l’inflazione ha accelerato il passo sino a raggiungere il picco massimo da sei mesi a questa parte. La capitale finanziaria dell’India sta attraversando un periodo di ristrettezze, che produce a sua volta una lenta ma inesorabile contrazione dell’ottimismo. Eppure, a giudicare dalla statua del dio Ganesh, alta quasi otto metri e tempestata di gemme, sarebbe impossibile sospettarlo. Alla divinità dalla testa di elefante si attribuisce il potere di eliminare gli ostacoli. Mercoledì l’idolo, adornato da monili, è stato portato in riva al Mar Arabico per essere immerso nell’acqua insieme ai suoi simili: il Ganesh carico di sessantasei chili di ornamenti d’oro; il Ganesh che in occasione dei festeggiamenti per il suo compleanno ha indossato ogni giorno, per dieci giorni, un perizoma di raso diverso; il Ganesh adagiato sotto fari stroboscopici e lampadari di cristallo, che poggia il suo piede grassoccio su un globo dorato. Quest’anno l’esercito dei Ganesh — circa tredicimila in tutto, secondo i notiziari della sera — si è distinto per sfarzosità.
Narendra Dahibawkar, a capo di un’organizzazione cittadina che controlla i gruppi che producono l’idolo, ha detto che rispetto al 2012 le spese per i Ganesh sono aumentate del 10%. E a quanto si dice, i visitatori accorsi per partecipare ai festeggiamenti che accompagnano l’immersione dei Ganesh sono aumentati tra il 10 e il 30%, mentre le attese per esprimere un desiderio vanno dalle cinque alle sei ore. Motivo di ciò, secondo Dahibawkar, sarebbe la preoccupazione. «Le persone vengono perché provano un senso di insicurezza. Di fronte all’aumento dei prezzi o al modo in cui vengono trattate le signore », afferma. «Con loro il governo non è giusto. Solo Dio lo è». A metà pomeriggio gli idoli hanno iniziato ad essere portati in riva al mare. Uomini e donne si aggiravano baldanzosi tra loro, cosparsi di una polvere vermiglia che li faceva assomigliare a dei fantasmi rossi. Nikita Trevedi, una farmacista di 27 anni, seguiva la scena con sguardo sognante, soffermandosi su dei ragazzi che spingevano verso il mare aperto una zattera colma di idoli. «La fede sta crescendo - ha commentato felice - siamo tornati indietro nel tempo».
Il rito dell’immersione annuale di Ganesh prese piede agli inizi del ventesimo secolo, nell’ambito delle iniziative a favore dell’indipendenza dell’India. In anni recenti però, con l’emergere di sponsor aziendali che elargiscono donazioni imponenti, i mandal di Mumbai — le organizzazioni di quartiere che sponsorizzano e costruiscono gli idoli — hanno iniziato a competere tra loro per grandiosità. Altrettanto generose sono le offerte lasciate dai ricchi devoti. Una culla d’oro, un pallone da calcio d’oro. Un anno, addirittura un telefonino tempestato di diamanti. Nella maggior parte dei casi le offerte presentate agli idoli finiscono nelle tasche dei mandal, che le destinano alla costruzione degli idoli dell’anno successivo, riservandone una parte per finanziare iniziative a carattere sociale.
(© New York Times Traduzione di Marzia Porta)