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 2013  settembre 20 Venerdì calendario

Veronica pigliatutto– C’era una volta Silvio Berlusconi l’intoccabile, improcessabile, impunibile

Veronica pigliatutto– C’era una volta Silvio Berlusconi l’intoccabile, improcessabile, impunibile. Ma con la sentenza del primo agosto per le frodi fiscali di Mediaset, è cambiato tutto: dopo la Cassazione, il diluvio. Per il leader della rinata Forza Italia ora si annuncia un autunno di temporali. Un’alluvione di problemi legali, con ripercussioni personali, politiche, aziendali e persino familiari ed ereditarie. Prima di tutto c’è la questione della cosiddetta agibilità politica, con il rischio di perdere la carica di parlamentare e il relativo scudo protettivo contro perquisizioni, intercettazioni e addirittura ipotetici ordini d’arresto per eventuali nuove indagini di qualsiasi procura. Poi c’è il vuoto economico lasciato dal risarcimento di, 500 milioni di euro, ora confermato in via definitiva dalla Cassazione civile, a favore della Cir di Carlo De Benedetti, l’azienda danneggiata dalla maxi-corruzione del giudice romano, di rito previtiano, che regalò la Mondadori alla Fininvest. Mentre la condanna definitiva per i fondi neri dell’affare Mediaset trascina il dilemma sui dieci mesi e mezzo di pena da scontare in concreto, salvo grazia presidenziale, che andrà sciolto entro il 15 ottobre: passarli agli arresti domiciliari, con limiti di movimento e comunicazione, o chiedere l’affidamento ai servizi sociali e restare libero, ma al prezzo di ritrovarsi ancora sotto l’esame di giudici e rieducatori? Non bastasse, c’è il disastroso doppio verdetto del processo Ruby, con un’altra condanna in primo grado a sette anni e l’ordine di due tribunali di aprire nuove indagini su una valanga di false testimoni pagate dall’imputato. Ma c’è anche una vertenza personale, forse la più dolorosa: la causa di separazione con l’ex moglie, madre di tre dei suoi cinque figli. In questa situazione Silvio Berlusconi e Veronica Lario hanno ricominciato a sentirsi e incontrarsi a tu per tu, senza avvocati, dopo anni di accuse e battaglie legali. Un disgelo favorito anche dallo choc per la condanna. Ufficialmente i legali non confermano, ma nemmeno smentiscono che gli ex coniugi abbiano riprovato a discutere un possibile accordo economico. Per chiudere una vertenza che altrimenti potrebbe durare anche dieci anni. E condizionare la sorte delle aziende e persino l’eredità dei figli. Il perché di tutto questo lo spiega il vecchio e sano codice civile. Articolo 548: «Il coniuge a cui non è stata addebitata la separazione ha gli stessi diritti successori del coniuge non separato». Berlusconi e la signora Lario, già davanti ai tre giudici di primo grado, avevano rinunciato a rinfacciarsi colpe. Quindi Veronica resta a tutti gli effetti il più importante erede del patrimonio di Silvio. Fino a quando? «Fino al passaggio in giudicato della sentenza di divorzio, quella che determinerà lo scioglimento del matrimonio», risponde un importante avvocato divorzista milanese, che non vuole pubblicità. E in pratica, nel caso non si trovi un accordo, quanto potrebbe durare questa causa, tra primo grado, appello e cassazione, prima di arrivare al definitivo divorzio-spartiacque? «Anche un decennio». Il legale fa l’esempio di una simpatica moglie separata da molti anni che è riuscita a ereditare una fortuna ritardando la causa di divorzio, finché l’ex marito è morto, proprio alla vigilia dell’udienza finale in Cassazione. Da notare che nel caso di Berlusconi questa procedura non è neppure iniziata: prima, dovrà diventare definitiva la sentenza di separazione, che è ancora in appello. E in attesa del verdetto che scioglierà davvero il matrimonio, quale quota minima di eredità (e donazioni) spetta all’ex consorte? Risponde l’articolo 542: «Quando i figli sono più di uno, ad essi è complessivamente riservata la metà del patrimonio, in parti uguali, e al coniuge spetta un quarto». Tradotto in soldoni (vedi grafico), significa che Veronica ha un’opzione legale in grado di assicurarle, tra donazioni presenti ed eredità futura, almeno il 25 per cento della "Silvio spa". E con i suoi tre figli potrebbe puntare alla maggioranza assoluta (55 per cento). Dalle questioni familiari dipende anche il destino di aziende con migliaia di dipendenti come Mediaset e Mondadori, oggi guidate da Piersilvio e Marina Berlusconi, nati dal primo matrimonio. Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i figli di Silvio e Veronica, controllano già dal 2005, attraverso la Holding Italiana Quattordicesima, il 21,42 per cento della Fininvest. Che equivale, secondo uno studio di Mediobanca, a un capitale netto di 819 milioni di euro. Per ridurre al minimo il pericolo di liti familiari, è molto probabile che Berlusconi, che il 29 settembre compirà 77 anni, abbia già pensato a dividere per bene tutto il suo patrimonio per testamento, facendosi consigliare da professionisti di altissimo livello come il compianto notaio Guido Roveda, che lo aveva assistito fin dalla nascita delle sue prime società. Ma il divorzio con Veronica è la variabile che può ancora cambiare tutto. In attesa della fine della vertenza familiare, Berlusconi dovrà pagare all’ex moglie l’assegno di separazione, fissato dal tribunale, tenuto conto del tenore di vita e delle sue ricchezze, in 36 milioni all’anno: quasi centomila euro al giorno. La corte d’appello gli ha concesso uno sconto di circa 14 milioni, ma solo sugli arretrati, in attesa del giudizio di secondo grado che inizierà solo nel 2014. Berlusconi potrebbe accelerare i tempi rinunciando a contestare l’assegno economico (il ricorso in appello l’ha fatto lui) oppure chiedendo di rendere subito definitivo solo lo «status personale di coniuge separato», ma poi dovrebbe comunque avviare la causa di divorzio. L’unica strada per risolvere il problema in tempi brevi, insomma, è il cosiddetto «divorzio congiunto con liquidazione una tantum», cioè un accordo con Veronica. Proprio il diluvio legale che lo attende in autunno potrebbe convincere il leader di Forza Italia a chiudere, anche con forti concessioni, almeno il processo con l’ex moglie. Anche perché tra il 24 settembre e il 19 ottobre sono attese le motivazioni dei due processi per concussione e per favoreggiamento della prostituzione ad Arcore. Quindi il tribunale trasmetterà gli atti alla procura, che a quel punto sarà obbligata a indagare non solo 32 testimoni giudicati falsi, ma anche Berlusconi e i suoi avvocati-deputati. Con il rischio, vista la mole dei pagamenti a tante belle ragazze smemorate o bugiarde, che scatti pure l’accusa di corruzione giudiziaria, come nel famoso caso Mills. Il processo Ruby che diventa una maxi-inchiesta con decine di indagati: un altro incubo dell’autunno di Silvio.