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 2013  settembre 20 Venerdì calendario

OSTELLINO: «ALLE ELEZIONI BERLUSCONI STRAVINCERA’»

«Ho parlato con un ma­gistrato del penale di altissimo livello». E che le ha detto? Piero Ostellino, ex direttore del Corriere della Sera, saggista, autore di numerosi libri, non si fa pregare: «Lui ha letto la senten­za della Cass­azione con attenzio­ne e mi ha spiegato che non si ca­pisce perché abbiano condan­nato il Cavaliere».
Non è chiaro?
«No ci sono le prove. L’Italia è zeppa di imprenditori, grandi imprenditori, che potevano non sapere, lui invece non pote­va non sapere».
Allora il videomessaggio del Cavaliere la convince?
«Un attimo.Ha ragione nel de­nu­nciare questi vent’anni di pro­cessi, accuse, avvisi di garanzia e tutto il resto. L’obbligatorietà dell’azione penale contro Berlu­sconi, e glielo dice uno che non vota il Cavaliere e osserva la vita del Palazzo con distacco, è scat­tata quando è sceso in politica. Mi pare non ci siano dubbi. Sul piano umano ha ragione».
E su quello politico?
«Io, fossi stato al suo posto, avrei parlato prima e in Parla­mento».
Perché?
«Per denunciare le ragioni per cui non si riesce a riformare que­sto Paese. Per dare un nome alle corporazioni che bloccano lo svi­luppo e ci tengono incatenati ad un modello ormai superato».
Il videomessaggio arriva tar­di?
«Certo. Se a fermare il cambia­mento sono stati i partitini, co­me dice lui, i Casini e company, perché a suo tempo non ha parla­to chiaro davanti alle Camere? ».
Oggi ripropone Forza Italia.
«Forza Italia è un po’ il sogno della gioventù,il fulgore dell’ori­gine, l’inizio spumeggiante».
Operazione nostalgia?
«Molta».
Allora è troppo tardi per il Cavaliere?
«No,non ho detto questo.Ber­lusconi stravincerà alle prossi­me elezioni».
Addirittura?
«Sì. Perché i voti glieli porterà direttamente la sinistra che è bu­rocratica, è reazionaria, guarda con sospetto gli imprenditori, come insegna il caso dell’Ilva, ed è alleata della magistratura».
Berlusconi è ossessionato
dalla magistratura.
«Ma lei li ha letti i documenti di Magistratura democratica? Lì sono scritte cose incredibili: que­sti magistrati hanno teorizzato l’avanzata dei diritti dei ceti più deboli e la trasformazione in chiave progressista della nostra società, insomma gli stessi slo­ga­n con cui il vecchio Pci ha cer­cato in tutti i modi dal 45 in poi di far diventare l’Italia una fotoco­pia della Germania Est. Questi giudici hanno affermato nei loro documenti che in un’aula di tri­bunale un lavoratore vale più di un imprenditore: inquietante. Il cittadino Piero Ostellino si sente in pericolo davanti ad afferma­zioni di questo tenore».
La sentenza che condanna la Fininvest a pagare 500 mi­lio­ni a De Benedetti per la vi­cenda Mondadori?
«È una porcata. Il Lodo Mon­dadori fu un accordo e De Bene­detti ne fu soddisfatto».
E dov’è la porcata?
«La magistratura ha ripagato De Benedetti che sui suoi giorna­li le ha sempre dato ragione e dà sempre del delinquente al Cava­liere, qualunque cosa faccia o di­ca ».
Le sue sono affermazioni pe­santissime».
«Ma sono la verità».
Dunque, Berlusconi ha di nuovo ragione?
«Se ha commesso un errore è di aver appiattito la questione giustizia sui suoi problemi. Lo ca­pisco, però lui è un politico, do­vrebbe, anzi doveva andare ol­tre. Ha promesso il cambiamen­to e il cambiamento non è arriva­to».
Chi ci porterà fuori dalla cri­si?
«Monti era stato chiamato per risolvere i problemi che Berlu­sconi non aveva affrontato e in­vece ha massacrato il Paese. Il suo è stato il peggior governo del dopoguerra, un diluvio di tas­se».
L’Italia era sul ciglio del ba­ratro: il Professore che pote­va fare?
«E me lo chiede? Ridurre le spese, o meglio la spesa della macchina statale che è costosis­sima, e poi tagliare le tasse per far ripartire il Paese. Natural­mente ha fatto il contrario e ci metteremo vent’anni per ripren­derci. Novantaduemila contri­buenti spariti nel nulla, perché non hanno più redditi da denun­ciare, migliaia di imprese chiu­se, i suicidi degli industriali. Un disastro. Peraltro questa valan­ga di tasse era stata impostata già da Tremonti che se non erro era il ministro dell’economia nel governo del Cavaliere».
Letta?
«È la fotocopia del governo precedente. Non riesce a taglia­re di un centesimo la spesa pub­blica, che continua a salire insie­me al debito pubblico, e allora per recuperare un miliardo si au­menta l’Iva di un punto. Così i consumi già depressi si deprime­ranno ancora di più. Geniale in un momento drammatico co­me questo».
Aspettiamo sempre la rivolu­zione liberale?
«Le rivoluzioni si fanno e non si annunciano. Comunque, Ber­lusconi continuerà a fare politi­ca come prima. Questo tema del­l’agibilità non ha alcun senso: lui è il leader del centrodestra e continuerà ad esserlo. Dentro o fuori dal Parlamento. Almeno finché questo Paese resterà libe­ro».