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 2013  settembre 20 Venerdì calendario

JP MORGAN, MAXI-MULTA DA 920 MILIONI DI DOLLARI


Una multa da 920 milioni di dollari accompagnata da un ’mea culpa’ senza precedenti: questa la punizione che le autoritá americane e britanniche hanno imposto ieri a JP Morgan. La piú grande banca americana ha ammesso le sue responsabilitá per la mancanza di supervisione e la gestione del rischio carente che avevano permesso ai trader di derivati della sua sede di Londra di creare un «buco» da 6,2 miliardi di dollari lo scorso anno.
Al termine di una lunga inchiesta le autoritá si sono ripartite la multa: JP Morgan dovrá pagare 300 milioni di dollari all’Office of the Comptroller of the Currency, l’ente che regola le banche americane; 200 milioni alla Federal Reserve; 200 milioni alla Securities and Exchange Commission (Sec) e 137,6 milioni di sterline (pari a circa 220 milioni di dollari) alla Financial Conduct Authority (Fca), l’ente di regolamentazione del settore finanziario britannico.
«JP Morgan non ha controllato l’operato dei suoi trader che hanno sopravvalutato un portafoglio molto complesso per nascondere le loro enormi perdite, – ha spiegato ieri George Canellos, condirettore della Enforcement Division della Sec. – l’essenza della questione é trasparenza e responsabilitá, e le ammissioni di JP Morgan sono un componente chiave di questo messaggio». Le autorità hanno sottolineato che JP Morgan ha «violato la legge» e che i dirigenti che erano a conoscenza delle perdite sui derivati non hanno informato il consiglio di amministrazione, «infrangendo la regola numero uno della buona governance».
Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, nell’aprile 2012 quando erano emerse le prime voci sul «buco» londinese aveva minimizzato, definendo la vicenda «una tempesta in un bicchier d’acqua».
Ieri Dimon ha commentato con un tono ben diverso: «Abbiamo ammesso le nostre responsabilitá e riconosciuto i nostri errori fin dall’inizio, abbiamo imparato dai nostri errori e ci siamo impegnati per risolverli, - ha detto. - Abbiamo cambiato molte cose da quando si sono verificate le perdite e siamo ora una banca piú forte e migliore».
Il pagamento della multa e l’ammissione di colpa non rappresentano peró la fine della vicenda per JP Morgan. E’ ancora in corso un’azione penale del dipartimento di Giustizia Usa, che ha formalmente incriminato Javier Martin-Artajo, ex responsabile della strategia di trading nell’ufficio di Londra, e Julien Grout, un trader che lavorava alle sue dipendenze. I due sono accusati di associazione a delinquere, frode telematica, false dichiarazioni alla Sec e falsificazione di documenti.
Bruno Iksil, il trader al centro dello scandalo, soprannominato la «London Whale» per le dimensioni delle sue scommesse azzardate, ha patteggiato con le autoritá e non sará incriminato. Iksil ha collaborato con gli inquirenti, ha dimostrato di avere cercato invano di avvertire i suoi superiori delle perdite «folli» della divisione londinese e ha accettato di testimoniare al processo contro i due ex colleghi. Lo spagnolo Martin-Artajo e il francese Grout rishiano fino a vent’anni di prigione ma per ora Madrid e Parigi non hanno concesso l’estradizione.
JP Morgan ha inoltre fatto sapere ieri che la Commodity Futures Trading Commission, un altro ente di regolamentazione Usa, sta indagando sulle attivitá di trading di derivati della banca per sospetta manipolazione del mercato. Secondo voci insistenti la Commissione imporrà alla banca un’altra consistente multa entro la fine dell’anno.