Marco Iaria, La Gazzetta dello Sport 20/9/2013, 20 settembre 2013
TOHIR NON ARRIVA MAI DA SOLO
Per capire la differenza che passa tra un Paese a crescita zero, l’Italia, e un altro in continua espansione, l’Indonesia, basterebbe rileggersi il manifesto del Thohir-pensiero, affidato a Forbes : «È difficile trovare un’azienda in cui abbiamo il 100% delle azioni. Questa è la convinzione di mio padre: quando gestisci un’impresa devi trovare dei partner con i giusti pesi e contrappesi». Fare sistema. Quel che è un limite per gli imprenditori italiani diventa un asso nella manica per i concorrenti stranieri, specie nelle economie emergenti. Erick Thohir non ha fatto che replicare nell’Inter il modus operandi già adottato nelle sue precedenti avventure, sportive e non. Il nuovo socio di maggioranza del club nerazzurro non sarà un singolo soggetto, ma una squadra di imprenditori in grado di mettere assieme capitali e competenze. La società-veicolo che rileverà il 70% delle azioni sarà formata dallo stesso Thohir, in qualità di socio forte, da Rosan Roeslani e da Handy Soetedjo. Storie di businessmen che si intrecciano in altri affari, distanti anni luce dal calcio.
Tycoon Innanzitutto lui, Thohir, il capo-cordata. Rampollo 43enne di una delle famiglie più ricche d’Indonesia, la cui holding Astra International, con attività che vanno dalle automobili ai minerali, fattura 12 miliardi di euro e vanta profitti da oltre un miliardo. Terminati gli studi in California, Erick ha cominciato da un po’ a muoversi autonomamente focalizzando la sua attenzione su media e sport. Nel 2002 ha quotato alla Borsa di Giakarta la Mahaka Media, un piccolo impero dell’editoria e delle telecomunicazioni con oltre mille dipendenti e un giro d’affari di 17 milioni di euro. Passione e affari a braccetto, poi, con le acquisizioni nel mondo sportivo Usa, naturale conseguenza dei tentacoli mossi a livello locale, tra club, federazioni e leghe. Nel 2011 l’acquisizione del 15% delle azioni dei Philadelphia 76ers di basket per 21 milioni di dollari, nel 2012 il salto in avanti nei Dc United di soccer, la cui maggioranza è stata rilevata in cambio di 50 milioni di dollari. In entrambi i casi Thohir si è messo all’opera con altri compagni di viaggio. Addirittura per i Philadelphia sono stati coinvolti quattordici investitori: oltre ad Erick ed all’amico e socio d’affari Jason Levien, pure tra gli altri l’attore Will Smith con la moglie Jada Pinkett. E quel Soetedjo che Thohir ha imbarcato con destinazione Milano. Levien si è unito a Thohir anche nell’acquisto del 67% dei Dc United, annunciando in estate la costruzione del nuovo stadio a Washington da 300 milioni di dollari.
Alleati Rosan Roeslani, 45 anni, è l’uomo della finanza, esperto in fusioni e acquisizioni. Già in affari con Thohir nei media (azionista e consigliere della Mahaka), non si era mai interessato allo sport. La sua Recapital Advisors impiega smisurati fondi tra immobiliare, assicurazioni, banche e acqua; col carbone ha registrato profitti ma pure una disavventura finanziaria legata alla quotazione a Londra di Bumi. Proprio dalla Recapital dovrebbe approdare all’Inter Thomas W. Shreve, americano trapiantato in Indonesia, destinato a gestire i conti. Handy Soetedjo, 43enne imprenditore nel campo del carbone, vanta già esperienze sportive. Oltre alla quota nei Philadelphia, è a capo del board degli Indonesia Warriors di basket. Insomma, la passione non gli manca.