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 2013  settembre 20 Venerdì calendario

INTER, UN’OPERAZIONE DA 400 MILIONI PER GLI INDONESIANI

«L’Inter è come una figlia che deve imparare a camminare da sola». La metafora usata da Massimo Moratti per spiegare le ragioni della svolta è vera fino a un certo punto. Perché l’Inter ha bisogno dei genitori ancora per un bel po’, in attesa di raggiungere l’equilibrio contabile e l’auspicata autosufficienza. E sarà una famiglia allargata ad occuparsene, con la cordata indonesiana in posizione di maggioranza. I futuri proprietari, che si sono fatti fare la due diligence da Ernst & Young, sanno già che l’esborso iniziale per rilevare le quote di comando sarà seguito da altre iniezioni di denaro. Il motivo? L’Inter resta una società in forte perdita e le prospettive nel breve-medio periodo non sono entusiasmanti. È stato questo uno dei fattori che ha spinto Thohir & company a tingersi di nerazzurro: una grande, l’Inter, ma ai minimi storici, con fondamentali economici non da élite globale e tuttavia potenzialità interessantissime. Premesso che i calcoli elaborati al tavolo delle trattative hanno sempre contemplato la variabile-Champions (tra l’esserci o il non esserci ballano almeno 30 milioni), la portata complessiva dell’operazione è nell’ordine dei 400 milioni. Addirittura mezzo miliardo se davvero, nel giro di 2-3 anni, Moratti mollerà anche il 30%.

Valore aziendale La base di partenza sono i 350 milioni di valutazione dell’Inter fatta dai consulenti di Thohir, compresi i debiti che, tra linee di credito, anticipi ed esposizioni con i fornitori, toccano quota 200 milioni. Ci muoviamo, beninteso, nel campo dei rumors finanziari e delle simulazioni, visto che i dettagli economici non sono stati svelati. Il 70% delle azioni che verranno acquisite dagli indonesiani vale circa 250 milioni. Di questi possiamo presumere che 100-150 vadano a Moratti per il passaggio di quote. Il resto andrà, per una parte, ad abbattere l’indebitamento della società (con tanto di sollievo per gli interessi bancari che ora pesano 10 milioni sul conto economico) e, per l’altra, a fare cassa. A fine ottobre l’assemblea dei soci approverà il bilancio relativo alla scorsa stagione: la perdita civilistica di 70 milioni è di esclusiva pertinenza di Moratti.

Impegni I nuovi soci interverranno, per la quota di loro competenza, sulle perdite maturate a partire da questo esercizio. Le previsioni, riviste al ribasso per le mancate plusvalenze del mercato, vedono un rosso di 55-60 milioni al 30 giugno 2014. La cordata di Thohir, al 70%, contribuirebbe per circa 40 milioni. Anche il bilancio 2014-15 si chiuderà col segno negativo ma in miglioramento: l’entità dipenderà dalla presenza in Champions e dagli investimenti sul mercato. Insomma, ancora una quarantina di milioni da sborsare. E poi versamenti in misura minore nel 2015-16. D’altronde, il piano che ha in mente la nuova proprietà prevede almeno 2 anni di sacrifici prima del break even (a patto di stare in Champions), puntando nel lungo termine al raddoppio del fatturato che ora è fermo a 170 milioni, fuori dalla top ten europea.