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 2013  settembre 17 Martedì calendario

ALTRO CHE «BIOLOGICO È BELLO» LA VITA È UNA GUERRA CHIMICA

È sorprendente come la pseudoscienza quoti­diana si riempia la boc­ca di parole scientifi­che senza che queste significhi­no niente, eppure tutti le ripeto­no, in televisione, sui giornali, al supermercato. Due tra tutte: la differenza tra chimico e biologi­co. Con pullulare di vegetariane­simi, ristoranti specializzati, ali­mentari con bollino Bio, fanati­smi del chilometro zero. Igno­rando, anzitutto, come tutta la vi­ta sia biologica e tutto il biologi­co sia chimico, ma non solo.
In quanto spesso il “naturale” è solo chimica non testata e ele­vata a dogma, e la religione più di moda, oltre alle religioni, è proprio quella del naturale, Bio al posto di Dio: ciò che è naturale è buono. Cavolate. A comincia­re dal cavolo. Come spiega an­che Steven Pinker in un bellissi­mo saggio, Come funziona la mente , ormai un classico di di­vulgazione scientifica, edito da Mondadori e ripubblicato in una bella edizione aggiornata da Castelvecchi:«al cavolo,crea­tura darwiniana, non piace esse­re mangiato più di quanto piac­cia a noi, e siccome non ha altri mezzi per difendersi con l’azio­ne, ricorre alla guerra chimica». Eh già, proprio chimica. Chimi­ca come tutto ciò che respira. Tutta l’esistenza è una guerra chimica.Per cui non sorprendo­no nep­pure gli studi di un’altra ri­cercatrice, la biologa Margie Pro­fet, sulle nausee delle donne in­cinta: servirebbero infatti, dalla preistoria a oggi, a inibire le don­ne dall’ingerire vegetali, carichi di tossine pericolose per il feto nei primi mesi di gravidanza. E non pensate, o voi vegetariani e vegani antimoderni, ai vegetali trattati con pesticidi: si discute di un adattamento vecchio qual­che centinaio di migliaia di anni.
Nel successo di questi luoghi comuni pesa da decenni la pro­paganda anticapitalista, il mito del buon selvaggio,l’ideadi una modernità governata da com­plotti occulti. Infatti gli unici messaggi scientifici che passa­no sono quelli antimoderni, co­me il global warming, perché col­pa dell’uomo. Tuttavia se gli stes­si scienziati che denunciano il surriscaldamento globale consi­gliano il rimedio del nucleare, l’energia al momento meno dan­nosa e più pulita, restano ina­scoltati, gli si preferisce la decre­scita felice di Georgescu-Roe­gen, Serge Latouche e infine le cinque stelle di Beppe Grillo. Il ri­torno beato e beota al Pleistoce­ne.
Per cui ci si affida volentieri al­lo stregone di turno, senza accor­gersi di cadere pro­pr­io lì nella contro­informazione e nel business na­turalistico, i fa­mosi “rimedi antichissimi”. Tanto antichi che antica­mente si crepa­va presto. Perfino un vegetariano convinto come Umberto Veronesi fatica a con­vincere la gente a non mangiare il mais naturale, il quale contie­ne aflatossine cancerogene. Me­glio il mais OGM, da cui le tossi­ne sono state geneticamente tol­te, e si accusa Veronesi di fare gli interessi di chissà quale indu­stria, preferendo gli interessi de­gli agricoltori naturali come Ma­rio Capanna. Insomma, se met­tessero i foglietti illustrativi a ca­voli e mais ci sarebbero numero­se controindicazioni. Da pren­dere con le pinze pure il mantra degli “antiossidanti” (ormai qualsiasi mamma ripete «man­gia, ci sono gli antiossidanti»), messi recentemente sotto accu­sa da studi poc­o graditi pubbli­cati su riviste autorevoli come Science e Nature . Più in generale non è solo il mondo degli intellettua­li a essere scientifica­mente ignorante, ma tutto ciò che ancora, nelle scienze umane e sociali, non si aggancia alla bio­logia evolutiva, alla genetica, al­la biochimica molecolare, perfi­no per quanto riguarda il cervel­lo. Un pezzo da museo è la psica­nalisi, con Freud e Jung e infinite scuole derivate, ancora con un vasto seguito popolare. Eppure basta leggersi i saggi di Antonio Damasio (tutti editi da Adelphi) per rendersi conto di come una minima lesione al lobo frontale possa cambiare completamen­te la vostra personalità, impedir­vi di provare emozioni, non farvi neppure riconoscere vostra mo­glie (a volte un bene). Oppure Connettoma , appena edito da Codice Edizioni, di Sebastian Seung: vi spiega come funziona un vostro pensiero a livello di si­napsi e connessioni neurali, con qualche limitazione del vostro li­bero arbitrio. Morale della favo­la: non andate da uno psicanali­sta, affidatevi a un neuroscien­ziato. Tenete conto che la spiega­zione freudiana delle suddette nausee da gravidanza è «la ripu­gnanza che la donna prova per il marito e il suo inconscio deside­rio di abortire il feto oralmente », forse gli Hutu e i Tutsi ne hanno una migliore.
D’altra parte, soprattutto ne­gli ultimi vent’anni, nessuna ri­cerca neurologica seria può fare a meno della biologia evolutiva, e gli psicologi seri studiano psi­cologia evolu­zionistica. Il nostro cervel­lo di H­omo Sa­piens si è adat­tato alla mo­dernità utiliz­zando l’hard­ware di due­centomila an­ni fa, a sua vol­ta derivato dal cervello di ominidi e pri­mati vecchi milioni di anni.
In ogni caso, caso strano, tutti voi fanatici della natura, diffi­denti dalla scienza e dediti a ogni medicina alternativa (alter­nativa alla conoscenza), non vi­vete sugli alberi, come i vostri an­tenati. Forse pur recandovi in un’erboristeria sospettate sen­za saperlo che la vita media delle civiltà prefarmacologiche era meno della metà della nostra. Per carità, potete non prendere un betabloccante, perché secon­do voi è un rimedio artificiale e umano e quindi dannoso, e cu­rarvi con erbe e tisane. Come Red Ronnie, convinto ci si am­mali a causa dei farmaci. Morire­te prima, ma di morte naturale, felici e contenti, e alla fine a me importa un cavolo, sono cavoli darwiniani vostri.