Roberto Giardina, ItaliaOggi 20/9/2013, 20 settembre 2013
ACCUSIAMO BERLINO DEI NOSTRI GUAI
Mancano un paio di giorni al voto, tutti guardano alla Germania. Ma a leggere quel che si pubblica in Italia, mi accorgo di scrivere da un paese che non esiste. Oppure non mi rendo conto di dove vivo, forse da troppi anni. Sarò vittima della sindrome di Stoccolma, quella che affligge gli ostaggi che finiscono per innamorarsi dei loro carcerieri.
Come Charlotte Rampling ne Il portiere di notte plagiata dal nazista Dirk Bogarde, sarei vittima del fascino di Frau Angela, la spietata dominatrice d’Europa, e torturatrice degli italiani. È possibile, ma i dati mi confortano.
Ovviamente, si possono manipolare, e chi poco ama la signora può anche usare le opinioni dei suoi avversari politici. Però siamo in campagna elettorale, e si dovrebbero prendere con beneficio d’inventario. La Merkel non potrà conquistare la maggioranza assoluta, l’opposizione guadagna terreno, scrive la Zeit. Ma nessuno l’ha mai ottenuta, per fortuna, né Adenauer, che fu costretto a governare con il margine di un solo voto al Bundestag, né Willy Brandt, o Helmut Kohl. La signora non avrebbe grandi visioni, come il suo vecchio padrino Helmut Kohl. Il saggio Helmut Schmidt, a 93 anni, diceva: quando un politico dice di avere delle visioni, bisogna chiamare la neurodeliri. La Merkel addormenta la campagna elettorale: dovrebbe essere un buon sintomo.
La Germania si è inventata l’euro e lo spread per guadagnare e rovinare i concorrenti? La moneta unica fu imposta dagli europei, e dagli Usa, come pedaggio per ottenere la riunificazione, e i tedeschi rinunciarono a malincuore all’amato Deutsche Mark, unico orgoglio nazionale. L’euro è uno strumento, per loro funziona, per noi no. Si dovrebbe spiegare il perché, altrimenti ci comportiamo come un calciatore che sostenga di non fare goal perché gli avversari non lo lasciano segnare.
La Germania bara sui conti, il passivo è più alto di quanto sostiene Berlino. Vero, e mi sembra di averlo scritto più di una volta. Mescolano le cifre, il Bund, la Federazione, 1.290 miliardi di debito, passa la palla ai Länder, le regioni (in rosso per 645), che la lanciano ai comuni (135 miliardi). Prodi racconta che in passato, quando si avevano sospetti sul bilancio manipolato della Grecia, a un controllo si opponeva sempre Berlino, perché temeva di finire a sua volta sotto accusa. Bisognerebbe anche chiedersi come sono stati impiegati i soldi: loro, pur con errori e corruzione (non sono perfetti), hanno ricostruito in vent’anni un intero paese come la Ddr. Noi, a partire dai mitici anni da bere, li abbiamo in gran parte sprecati.
Anche la Germania sta per entrare in crisi, vittima del suo stesso rigore? Quest’anno si è avuto un rallentamento, perché se gli altri stanno male si esporta con più fatica, ma dal prossimo anno tutti gli osservatori prevedono un aumento del pil di almeno l’1,7. Presumo che abbiano da vendere prodotti che servono agli altri, alla Cina e all’India. Noi, appena ieri vendevamo il Pendolino ai tedeschi, oggi sono loro a vendere i treni superveloci a Pechino.
A questo punto arriva la solita accusa: la Germania sfrutta i lavoratori, in quasi sette milioni e mezzo lavorano per 450 euro al mese. Mi chiedo come sia possibile crederlo. E’ una sorta di nero legale, utile ai datori come ai lavoratori, e non fu inventato da Schröder, come anche si continua a scrivere. Sotto varie forme esiste dal 1977.
In gran parte sono secondi lavori, si arrotonda senza pagare le tasse (a Berlino ci sono poliziotti che fanno i camerieri in birreria al weekend), oppure riguardano attività marginali, ragazzi o pensionati che distribuiscono giornali, aiuti nei saloni di parrucchiere, e così via. Qualcuno ne abusa, e i socialdemocratici sostengono che il sistema impedisce la creazione di posti regolari, ma si tratterebbe di pochi casi. Sostenere che i disoccupati dall’era Schröder a quella di Angela sono scesi da 5 a 3 milioni grazie ai minijobs è una sciocchezza. La Germania non è un paese perfetto, per fortuna, altrimenti non ci riuscirei a vivere, ma ha altri pregi e difetti. Perché non tentare di imitarla, almeno in parte, invece di accusarla dei nostri guai?