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 2013  settembre 13 Venerdì calendario

COME FUNZIONA L’ETILOMETRO

Pochi sanno che a rivoluzio­nare il modo in cui si controlla, in tutto il mondo, se chi si mette al volante lo fa dopo aver bevu­to troppo, sono stati due amici. Entrambi americani, dell’In­diana: Rolla N. Harger, morto nel 1983 a 93 anni, e Robert F. Borkestein, morto nel 2002 a 89 anni.
Quest’ultimo, una passione di gioventù per gli esperimenti scientifici, una breve esperien­za da commesso in un negozio di fotografia subito dopo il colle­ge, divenne poliziotto a 24 anni. Diciassette anni dopo brevettò il primo modello di etilometro, partendo da un’intuizione deci­samente nuova, che gli fu sugge­rita da Rolla Harger, professore di biochimica e tossicologia al­l’Università dell’Indiana, che già nel 1938 era stato uno dei cinque membri del Comitato per la Sicurezza Nazionale inca­ricato proprio di tracciare rego­le e limiti sull’assunzione di be­vande alcoliche per automobili­sti e motociclisti: è possibile quantificare la concentrazione di alcol nel sangue di una perso­na semplicemente dal suo re­spiro. Il famoso «soffio nel pal­loncino » che oggi tutti cono­sciamo.
Prima del lavoro del poliziot­to e dello scienziato, chi era alla guida veniva fermato solo se aveva «la faccia arrossata, la parlata biascicante e gli occhi arrossati», scrisse il New York Times nel 2002, ricordando Borkestein. Certo l’invenzio­ne, che al poliziotto valse anche una laurea ad honorem in scien­ze fore­nsi conferita proprio dal­l’Università dell’Indiana, ha cambiato per sempre la storia dei controlli sulla guida in stato di ebbrezza.
Oggi l’alcol test è un oggetto di cui tutti conosciamo utilizzo e funzionamento. O quasi. Ci sono infatti anche diversi luo­ghi comuni da sfatare. Diffusi soprattutto perché c’è sempre chi ne inventa una nuova pur di tentare di sot­trarsi a eventuali multe. Il «mi­to » più frequente è quello se­condo cui la temperatura del­l’ambiente esterno può influire sui risultati del test alcolemico, che sarebbe alterato quando ef­fettuato a una tem­peratura di ol­tre sette gradi al di sotto dello ze­ro.
Ipotesi piuttosto rara, visto che, se è vero che ci sono locali­tà italiane fredde, è anche vero che in genere la prova non si ef­fettua in cima allo Stelvio, ma dentro l’abitacolo». Eppure la casistica di chi usa questa come altre scuse è ampia.
Non tutti sanno, poi, che esi­stono diversi tipi di etilometro. Si possono dividere in due ma­crocategorie: quelli chimici e quelli elettronici.
I primi analizzano il fiato del cavo orale e ne rilevano la pre­senza di etanolo grazie a dei rea­genti chimici, come il dicroma­to di potassio o sostanze reagen­ti di tipo naturale. Se non viene rilevato alcol, i reagenti assu­mono il colore giallo; se invece c’è alcol, si colorano di verde. Sono monouso,hanno costi ab­borda­bili per tutti e la loro atten­bilità varia tra l’ 80 e il 95 per cen­to.
Rientrano nella categoria dei chimici anche quegli etilome­tri, quasi sempre venduti onli­ne e di fabbricazione estera, che analizzano invece la saliva: in questo caso non si soffia ma si poggia sulla lingua una stri­scetta. Molti esperti del settore, però,avvertono circa l’inaffida­bilità di questo strumento, per­ché la saliva interferisce con al­tre sostanze acide presenti nel cavo orale.
Più complesso è il mondo de­gli etilometri elettronici. Tutti funzionano con dei sensori col­locati al loro interno, che però possono essere di diverso tipo: i cosiddetti «semiconduttori» contengono un elettrodo che emette una carica elettrica quando entra in contatto con l’etanolo. La quantita di que­st­’ultima sostanza viene poi tra­dotta in un numero, visualizza­to sul display. Hanno un costo tra i 100 e i 150 euro, sono affida­bili ma tendono a sporcarsi con l’umidità, e quindi a funziona­re via via peggio. Altri funziona­no con una cella elettrochimi­ca, costano tra i 400 e i 500 euro e hanno una tenuta nel tempo decisamente maggiore (per­ché in questo caso gli elettrodi interagiscono solo con l’etano­lo).
Lo strumento più preciso in assoluto è quello a raggi infra­rossi, che lavora sugli spettri delle sostanze: è un etilometro professionale, che non a caso ha valore probatorio, ed è utiliz­zato dalle forze dell’ordine.
Questo tipo di apparecchio costa attorno ai 7mila, è di tipo professionale e per questo moti­vo ogni pezzo viene sottoposto a revisione con cadenza annua­le.