Antonella Mascali, il Fatto Quotidiano 20/9/2013, 20 settembre 2013
PRESIDENTE PER UN VOTO. SILVESTRI, ERMELLINO DEL PD
La Corte costituzionale spaccata a metà per l’elezione del presidente. Gaetano Silvestri è stato eletto con 8 voti. Il suo avversario, Luigi Mazzella, ha avuto ben 7 voti. E resta vicepresidente. Il voto di scarto a favore di Silvestri è stato quello del neo giudice Giuliano Amato. Decisivo, per eleggere il successore di Franco Gallo. La discussione è cominciata poco dopo le 9. Due ore dopo, il segretario generale Giuseppe Troccoli ha annunciato il nome del presidente.
Silvestri, docente universitario, tra i massimi esperti di Diritto costituzionale, ha 69 anni ed è messinese. È stato nominato giudice dal Parlamento, nel giugno del 2005, su proposta del centrosinistra. Iscritto al Pci e poi al Pds, è stato membro laico del Csm dal 1990 al 1994. Nel ‘96 uno scivolone: ha tenuto una legittima relazione su “Divisione di poteri e magistratura” in un convegno organizzato da “Corda Fratres”, una controversa associazione siciliana, vicina ad ambienti massonici.
Sempre nel giugno del 2005, il Parlamento, su richiesta del centrodestra, ha nominato giudice costituzionale anche Mazzella, consigliere di Stato, ammiratore di Berlusconi.
In suo onore, pochi mesi prima che la Consulta si esprimesse sul lodo Alfano, invitò a cena a casa sua assieme al collega di Corte, Paolo Maria Napolitano, il Cavaliere, Gianni Letta e pure Angelino Alfano. “A casa mia invito chi mi pare”, disse. Proprio Silvestri assieme a Frigo, firmò come relatore la sentenza che dava ragione al Quirinale sul conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato, sollevato dal presidente della Repubblica Napolitano contro la Procura di Palermo, ordinando la distruzione delle telefonate tra l’ex ministro Nicola Mancino, indagato, e il capo dello Stato. Dopo il risultato di ieri sul filo di lana, è scattato il solito toto voto, anche se è segreto.
PER SILVESTRI, oltre all’altro giudice di area di centrosinistra, Sergio Mattarella, avrebbero votato tre giudici provenienti da organi della magistratura e tre di nomina quirinalizia. Tra coloro che avrebbero votato per Mazzella, oltre ai due giudici vicini al centrodestra, Giuseppe Frigo e Paolo Maria Napolitano, due giudici provenienti da organi della magistratura. La divisione della Corte sulla sua nomina, che ricorda quella che portò all’elezione di Ugo De Siervo, nel dicembre 2010, sempre con un voto di scarto, non spaventa Silvestri: “La Corte ha diviso i propri voti tra me e il collega Mazzella, e un minuto dopo ha ritrovato la sua unità. Sono certo che si butterà subito dietro le spalle questo passaggio. Io mi sento il presidente di tutta la Corte. L’unanimità è propria dei regimi. Se ci sono posizioni che si confrontano, il risultato è più vicino al giusto”. Silvestri diventa presidente in uno dei momenti più delicati della Corte costituzionale: se il Parlamento non saprà, o non vorrà fare la riforma elettorale, il 3 dicembre si terrà l’udienza pubblica sul Porcellum. Proprio Silvestri, al-l’interno della Corte, non solo è stato tra i giudici anti leggi ad personam, ma si è anche battuto, perdendo, a favore dell’autorizzazione dei referendum anti Porcellum.
La Consulta li bocciò, con soddisfazione del presidente Napolitano, convinto che dovesse essere la maggioranza politica, che appoggiava Monti, a varare la riforma elettorale.
Il neo presidente Silvestri, in conferenza stampa, non nasconde il suo pensiero sul Porcellum: “La legge elettorale presenta aspetti problematici, in particolare rispetto al premio di maggioranza senza soglia. Questo non significa, specifica, anticipare un giudizio di costituzionalità che è altra cosa”. Ma bacchetta la politica: “Oggi, non solo in Italia, c’è una tendenza a scaricare sul potere giudiziario decisioni che il potere politico non riesce a prendere”.
LA CORTE, con la presidenza Silvestri, che scadrà il 28 giugno 2014, potrebbe anche dover esaminare la legge Severino, sulla incandidabilità di chi è stato condannato a oltre 2 anni di pena o sulla sua decadenza da parlamentare, sull’onda del caso Berlusconi. Su questa legge, Silvestri non ha voluto parlare: “Se mi esprimessi, potrebbe sembrare che io anticipi un’opinione che è possibile io debba dare nella sede competente”. A chi si congratulava per la sua elezione, ha risposto con una battuta: “Io speriamo che me la cavo”.