Fulmini 20/9/2013, 20 settembre 2013
REGALI
«Che cosa ho regalato a Serena dopo la vittoria dell’ultimo Slam? Niente, è scontato che vinca» (Richard Williams, padre Serena e Venus).
PADRE «È stato mio padre a trasmettermi la passione per la boxe. Quando ero piccolo mi piaceva un sacco. Sono andato avanti con i pugni e il pallone per un po’ di anni, poi ho dovuto prendere una decisione. E ho scelto il football» (Wayne Rooney).
MADRE «Quando è morta mia madre, quest’estate, i tifosi mi hanno sommerso di messaggi d’affetto. Ringrazio tutti di cuore. Mia madre era una donna meravigliosa. Quando ero piccolo non sopportava il calcio, eppure mi portava sempre a tutti gli allenamenti. Poi col tempo si è trasformata e ha iniziato a guardare ogni partita. Era diventata un allenatore. Lo ha fatto per amore. Lo ha fatto per me» (il centrocampista della Fiorentina Borja Valero).
SENTIMENTI «A volte il calciatore vuole dare un’immagine da uomo duro che non ha problemi, e se ne ha li risolve in maniera decisa. Io dico invece che non dobbiamo aver paura dei nostri sentimenti. Debolezza, fragilità e tenerezza fanno parte di noi» (Cesare Prandelli)
DISCIPLINA «Qui c’è una disciplina nordica. Il giocatore è più responsabilizzato e meno viziato. A tavola, apparecchi e sparecchi da solo. In campo, ti porti la tua bottiglietta e le tue scarpe. E se dimentichi qualcosa, peggio per te» (Graziano Pellè, attaccante del Feyenoord).
FATICA «Prima rimorchiare una ragazza era una fatica. Adesso se vado a una festa devo solo scegliere. Da quello che ho capito la fama vale più di tutto» (Jorge Lorenzo).
TEMPO «Non mi divertivo a giocare a football, non era una gioia per me. Guadagnare tutti quei soldi, quello sì che è divertente. Ma alla fine il denaro non è tutto. Potrai sempre rifarti, da quel punto di vista. Invece non potrai avere indietro il tempo che non ha i passato con gli amici e con le persone che ami. Certe cose non ritornano» (Christian Ballard, ex giocatore dei Minnesota Vikings, che si è ritirato a 24 anni e ora pensa a una carriera artistica).
SOGNI «Il mio sogno? Un bel doppio “semi-misto” sul centrale del Foro Italico che porta il mio nome. Mi piacerebbe giocare in coppia con papa Francesco, contro la mia amica Lea Pericoli e da lassù in cielo richiamerei Sirola» (Nicola Pietrangeli).