Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  settembre 19 Giovedì calendario

ALLA GUIDA NON C’È NESSUNO LA SFIDA DELL’AUTO-ROBOT “SARÀ PRONTA ENTRO TRE ANNI”


Da tempo siamo abituati a volare su aerei che mettono il pilota automatico. Fra tre anni dovremo abituarci a guidare auto che fanno altrettanto. La previsione è di Elon Musk, l’imprenditore americano 42enne considerato dalla rivista Time uno dei cento uomini più influenti degli Stati Uniti, il primo a produrre privatamente un aeroplano spaziale come lo Shuttle e il primo a produrre un’auto elettrica. Ora una delle sue aziende, la Tesla Motors, si impegna a creare una un’auto-robot capace di guidare da sola nel traffico e predice che vedremo macchine simili nelle strade entro il 2016. Resta da capire chi pagherà, in caso di incidenti fra auto-robot, e se le società di assicurazione sottoscriverebbero polizze a auto senza pilota (umano, perlomeno).
Musk non è l’unico a rincorrere questo obiettivo: lo ha preceduto Google, annunciando un progetto simile tre anni or sono (ma facendo poi fatica a trovare un partner nel mondo dell’auto), lo affiancano altre case automobilistiche ben più grandi della sua, dalla Mercedes alla Volvo alla Continental, che hanno già sperimentato tecnologie di guida senza pilota. La casa giapponese Nissan ha reaso noto il mese scorso che produrrà un’auto “completamente autonoma” entro il 2020. L’imprenditore americano è però convinto di riuscire ad arrivare anche stavolta per primo al traguardo.
«La mia opinione è che fabbricare un’automobile totalmente robotizzata sia un progetto troppo ambizioso», dice l’uomo d’affari americano al Financial Times, che ha rivelato ieri in prima pagina la sua iniziativa. «È incredibilmente difficile colmare quell’ultimo 10 per cento di situazioni più complesse del normale. Alla Tesla stiamo lavorando sull’ipotesi di permettere ai guidatori di mettere il pilota automatico nel 90 per cento dei casi». In un percorso cittadino abituale, in autostrada, lungo itinerari noti o privi di eccezionali ostacoli: nelle altre situazioni sarebbe il pilota umano a riprendere la guida, proprio come succede su un aereo, dove i computer fanno già praticamente tutto, ma dove il comandante può staccare il pilota automatico e riprendere i comandi se necessario, per esempio per una particolare turbolenza.
Naturalmente in cielo ci sono meno traffico, meno strade e meno ostacoli che sulle strade, ma se è possibile farci guidare da un “navigatore” celeste (o anche spaziale) perché non fidarsi di uno terrestre? In fondo è la stessa cosa della voce del navigatore satellitare che ci dice, “alla rotonda, prendere la seconda uscita”, con la sola differenza che sarà la macchina, da sola, a prenderla. Come può testimoniare chiunque acquisti un’auto ultimo modello, del resto, molte marche sono già sempre più automatizzate, dotate di radar, sensori, comandi che operano per conto proprio. Guidarle, proprio per questo, è diventato più facile e più difficile al tempo stesso: è più facile, ma solo dopo che hai imparato a conoscere tutti i trucchi dell’automazione. E questa è una delle sfide che si pongono alla Tesla Motors: come creare un’auto-robot senza che sia necessario un ingegnere spaziale per sedersi a bordo.
Ex-ragazzo prodigio (inventò il suo primo videogioco a 12 anni), precoce anche nel business (vendette nel 1999 per 300 milioni di dollari la società di internet che aveva fondato quattro anni prima), Elon Musk si sente la persona giusta per semplificare problemi complessi. In fondo è quello che ha fatto con un’altra delle sue creature, Pay-Pal, il più diffuso sistema al mondo per pagare con le carte di credito su internet e sentirsi al sicuro. Chissà se riuscirà a risolvere anche il problema di chi sarà la colpa in caso di incidente, quando gireremo tutti con il pilota automatico: del passeggero, del robot, dell’azienda costruttrice? Finora le grandi case hanno esitato ad adottare la tecnologia di auto senza pilota proposta da Google, scrive il Financial Times, proprio pensando al rischio di essere citate per danni al primo tamponamento.