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 2013  settembre 19 Giovedì calendario

ACCOMPAGNAVA IN AUTO IL PROF VINCE IL CONCORSO A MEDICINA


L’ULTIMO concorso universitario predeterminato, con una scelta preventiva dei candidati che possono proseguire nella carriera di studio e accedere al mondo del lavoro, si è consumato in piena estate alla Cardiologia della Sapienza di Roma, abituata a questo genere di contestazioni. È l’ateneo del rettore Frati, della famiglia Frati.

E LA prova pubblica è quella per l’accesso alla scuola di specializzazione della Cardiologia del Policlinico Umberto I, l’ospedale collegato all’università più grande d’Europa.
Alle 11,44 dello scorso 13 giugno a Repubblica è arrivata una mail in cui si segnalavano sei nomi dei vincitori del «concorso che consentirà l’ingresso di sei nuovi cardiologi all’ottavo padiglione del Policlinico». Concorso pilotato, assicurava la mail: «Un mese prima sappiamo già chi entrerà». Entreranno, sosteneva la segnalazione, quattro donne e due uomini tra i 26 e i 33 anni, indicati nel testo con cognome e nome. Abbiamo messo da parte quella posta elettronica, firmata da «un medico deluso», l’abbiamo fatta registrare e abbiamo atteso.
Il concorso “Malattie dell’apparato cardiovascolare” (codice 14.252, 15 posti disponibili) si articolava in due date e due prove, a partire dal 7 luglio. Ai sei vincitori romani segnalati si sarebbero aggiunti, sosteneva la fonte, sei candidati scelti per la seconda cattedra della Sapienza (Cardiologia 2) e tre per la cattedra di Latina, sede distaccata. Di questi successivi nove vincitori, nella mail, non si faceva nome: l’attenzione di chi segnalava era concentrata su Cardiologia 1, diretta dal professor Francesco Fedele. La mail indicava anche i sei aspiranti medici (anche qui quattro donne e due uomini) che sarebbero rimasti fuori nonostante i curricula con punteggi alti: «La prova scritta sarà valutata con voti bassi, per compensare», rivelava la mail.
Il primo agosto sono usciti i risultati del “14.252”. I fogli che li illustravano sono stati appesi al piano terra dell’ottavo padiglione del Policlinico e a fianco dell’auletta Valdoni, dove si allarga la stanza di Giacomo Frati (il figlio del rettore diventato ordinario di Cardiochirurgia a 35 anni). Le previsioni segnalate dal «medico deluso» erano tutte centrate: vincitori ed esclusi. Gli ultimi due posti utili della graduatoria erano occupati da due candidati che grazie a un’eccellente seconda prova — l’unica su cui la commissione diretta dal professor Fedele aveva potuto esprimersi — erano riusciti a colmare il gap del loro scarso curriculum. Entrando nel dettaglio, si scopre che il sesto piazzato (posizione utile) era uno studente di 27 anni di grande abnegazione: per tre anni aveva accompagnato in auto il professor Fedele a Fiumicino, ai convegni, a far spese. L’aspirante cardiologo era diventato il suo autista e al terzo tentativo ce l’aveva fatta.
Di fronte a queste evidenze abbiamo incontrato l’autore della segnalazione. Abbiamo verificato la sua conoscenza del tema e l’attendibilità. Ci ha portato documenti, spiegato nuovi dettagli e indicato pediatrie e cardiologie di altri atenei che usano gli stessi sistemi, quindi ci ha offerto il contatto di due testimoni. Abbiamo allora raggiunto la Cardiologia e chiesto spiegazioni del concorso al suo dominus, il professor Francesco Fedele (a fianco l’intervista). «Il medico deluso» ci ha raccontato: «Me l’hanno detto in modo esplicito: “È inutile che vieni alla Sapienza, abbiamo già i nostri. C’è una lista d’attesa, devi aspettare il terzo concorso”. Perché non ho denunciato tutto al preside di facoltà, all’Ordine dei medici? Mi avrebbero risposto: “Resta in fila, resta muto, è sempre stato così”».