Fabrizio Galimberti, Il Sole 24 Ore 18/9/2013, 18 settembre 2013
I POTERI DI VIGILANZA SUI MERCATI CI SONO, NON LA VOLONTÀ DI USARLI
Egregio Dott. Galimberti,
i casi Mps, Carige, Banca Marche e la recente procedura indetta da Bankitalia in materia di servizi bancari e relativi bilanci insegnano che la mancanza di trasparenza e la debolezza degli strumenti di controllo in possesso dell’Istituto di Vigilanza sono il vero problema. Aumentare la trasparenza e potenziare gli strumenti di controllo ha costi nettamente inferiori rispetto ai danni provocati o provocabili da un sistema bancario (nazionale e internazionale) abbastanza opaco ed a volte irresponsabile. Le chiedo se, fra le misure da adottare, possa avere senso che il Collegio Sindacale di una banca sia composto da tecnici selezionati da Bankitalia, che lavorino on-line dentro la stessa banca e riportino gerarchicamente a Bankitalia. Ovviamente con tariffe a carico della singola banca. Prevenire costa meno.
Francesco Micci
Caro Micci,
la soluzione che lei propone avrebbe senso, ma non sarebbe molto diversa, a parte evitare la duplicazione dei compiti, dal presente assetto che vede la possibilità, per gli ispettori della Vigilanza, di fare tutto quello che il Collegio sindacale può fare. Si dice spesso che la crisi finanziaria originata in America - che ha portato alla Grande recessione - avrebbe potuto essere evitata con diversi poteri e diverse procedure di supervisione bancaria. E infatti, dopo che i buoi erano scappati dalla stalla, sono state approvate, in America e altri Paesi, nuove leggi che cercano di turare le falle e prevenire, come dice lei, prima ancora di curare. Le legge Dodd-Frank, in Usa, è una legge pesante, che moltiplica regole e vincoli. Ma la verità è che le pratiche che hanno dato origine a quella funesta crisi - mutui senza garanzie, eccessiva espansione del credito... - avrebbero potuto essere prevenute e impedite usando i poteri che il sistema di supervisione americana già aveva. I poteri ci sono, basta usarli, e se non sono stati usati adeguatamente era perché prevaleva una filosofia del "tocco leggero": i mercati si regolano da soli, si diceva, e non si devono impastoiare con troppe regole. La legge Dodd-Frank ha cercato di introdurre le regole, di "legare le mani" ai regolatori costringendoli a fare ciò che avevano già il potere di fare, e anche, a scopo preventivo, di stabilire norme che dissuadessero le banche dai comportamenti che hanno dato origine alla crisi. Ma la filosofia del "tocco leggero" continua a drizzare il capo. Un recente articolo di Alan Blinder - professore di economia a Princeton ed ex vicepresidente della Fed - descrive con efficacia quattro esempi di pratiche che la Dodd-Frank doveva impedire, una volta che fossero completati quelli che in Italia chiamiamo i "regolamenti" necessari ad applicare una legge. Regolamenti che latitano, pur essendo scaduti i termini per l’emanazione, e la ragione sta nella feroce azione di smantellamento che le lobby finanziarie conducono contro la Dodd-Frank.