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 2013  settembre 18 Mercoledì calendario

BIPOLARISMO A SINGHIOZZO PER UN SISTEMA COMPLICATO


Neanche in Germania ci si può più fidare dei sondaggi. Il numero di elettori indecisi è ancora così alto che molto può cambiare tra oggi e domenica. È vero però che il distacco tra Cdu-Csu e Spd in tutte le rilevazioni è tra 10 e 15 punti. Sono tanti. Sarebbe veramente una sorpresa se domenica sera si scoprisse che la Spd è il primo partito del Paese. Anche le recenti elezioni in Baviera fanno pensare che questa sia un’ipotesi poco credibile. Eppure anche nel 2005 il partito di Angela Merkel aveva un consistente vantaggio sulla Spd di Schröder, vantaggio che alla fine si ridusse a un misero punticino.
Una cosa però sembra certa: la Cdu-Csu non otterrà la maggioranza assoluta dei seggi. Negli ultimi 50 anni non è mai successo che uno dei due maggiori partiti ci sia riuscito. La Cdu-Csu ha sfiorato in diverse occasioni la soglia del 50%, ma senza mai superarla. L’ultima volta è stato nel 1990 quando ottenne il 48,2%. Da allora sia la Cdu-Csu che la Spd, quando hanno vinto le elezioni, hanno ottenuto maggioranze di seggi più vicine al 40 che al 50%.
Il sistema elettorale non aiuta. La Germania è l’unica grande democrazia europea in cui si vota con un sistema proporzionale senza una significativa correzione maggioritaria. La Gran Bretagna ha un sistema maggioritario uninominale a un turno. La Francia un sistema maggioritario uninominale a due turni. La Spagna un sistema proporzionale con una fortissima correzione maggioritaria dovuta alla piccola dimensione delle circoscrizioni. In Italia, come noto, c’è il premio di maggioranza. In Germania invece l’unico vero correttivo di tipo maggioritario è la soglia di sbarramento del 5%. Se ci sono partiti che restano sotto questa soglia quelli che la superano ottengono una percentuale di seggi superiore a quella che spetterebbe secondo una distribuzione puramente proporzionale. Se tutti superano la soglia gli esiti del sistema sono in tutto e per tutto proporzionali relativamente alla distribuzione dei seggi tra partiti.
Nonostante regole di voto sostanzialmente proporzionali, fino alle elezioni del 2005 il sistema partitico tedesco ha funzionato più o meno secondo una logica bipolare. È stato così soprattutto a partire dalla fine della grande coalizione (1966-1969) che ha definitivamente legittimato la Spd come partito di governo. A dire il vero tra il 1969 e il 1983 non si può parlare di vero e proprio bipolarismo. In questo periodo infatti la Spd ha governato insieme ai liberali della Fdp che prima del 1966 avevano governato con la Cdu/Csu. È solo dopo la comparsa dei Verdi sulla scena che la competizione politica è diventata veramente bipolare con la formazione di due blocchi. Uno di centrosinistra costituito da Spd e Verdi e un altro di centrodestra comprendente Cdu/Csu e Fdp. Da allora c’è stata vera alternanza. Dal 1983 al 1998 ha governato la coalizione di centrodestra con Kohl cancelliere. Dal 1998 al 2005 al governo ci sono stati Spd e Verdi con Schröder cancelliere.
Con le elezioni del 2005 il sistema si è inceppato. E quello che sembrava il felice connubio di proporzionale e bipolarismo si è trasformato in una non facile convivenza tra i due maggiori partiti del sistema in una riedizione della grande coalizione del periodo 1966-1969. Infatti le elezioni del 2005 non hanno dato la maggioranza né alla coalizione di centrosinistra né a quella di centrodestra. Con le elezioni del 2009, nonostante il pessimo risultato della Cdu-Csu, si è tornati invece a un assetto bipolare con la formazione di una coalizione di governo tra il partito della Merkel e la Fdp. In quella occasione i Liberali ottennero un successo straordinario arrivando quasi al 15% dei voti.
Lo scenario di oggi, dal punto di vista delle coalizioni di governo possibili, è più simile a quello del 2005 che a quello del 2009. Infatti è altamente improbabile che il partito della Merkel e la Fdp arrivino insieme alla maggioranza assoluta dei seggi per il semplice motivo che i liberali sembrano in caduta libera. Tanto da far pensare che forse non riusciranno a superare la soglia del 5%. In Baviera domenica scorsa non ce l’hanno fatta. E questa volta, a differenza di altre elezioni del passato, non sembra che la Cdu sia disposta a far convergere una parte dei suoi elettori sulle liste dei liberali per assicurarne la sopravvivenza in parlamento.
Sull’altro versante non sembra altrettanto credibile che Spd e Verdi riescano ad arrivare alla maggioranza. Anche i Verdi sono in difficoltà, come si è visto nelle elezioni bavaresi. Ci sono poi la Linke a sinistra e il nuovo partito anti-euro "Alternativa per la Germania". Entrambi però sono partiti non coalizionabili, nel senso che non sono accettati dagli altri come partner. La Linke certamente entrerà in Parlamento. La vera incognita è Alternativa per la Germania. Ce la farà a superare la soglia del 5%?
Fatti i conti, l’esito più probabile di queste elezioni sembra un governo di grande coalizione. Se questo accadrà, si potrà dire che Italia e Germania hanno finalmente qualcosa in comune. Purtroppo solo quello.