VARIE 18/9/2013, 18 settembre 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - IL VOTO IN GIUNTA E IL MESSAGGIO DI BERLUSCONI
ROMA - Nessun riferimento al governo. Ma la promessa di non lasciare il campo anche in caso di decadenza da senatore. Nel tanto atteso videomessaggio di Silvio Berlusconi manca qualsiasi accenno all’esecutivo di Enrico Letta. Mentre c’è il solito attacco contro la magistratura politicizzata e i pm di Magistratura democratica, definita "un contropotere dello Stato, braccio giudiziario della sinistra, che vuole togliermi di mezzo". Ma non saranno le toghe a farlo desistere: "Anche da decaduto resterò a far politica", dice il Cavaliere, ammettendo per la prima volta la possibilità di perdere il seggio da parlamentare. Parole decise anche per Forza Italia, la creatura di cui il Cavaliere annuncia il rilancio in grande stile, definendola "l’ultima chiamata prima della catastrofe".
Il bombardamento fiscale. Come detto, l’esecutivo di Enrico Letta non è mai citato, ma il preambolo è dedicato a quelle che sembrano indicazioni di rotta per i ministri. Dunque, implicitamente, conferma la fiducia al governo. "Occorre percorrere la strada maestra del liberalismo: meno tasse, meno spesa pubblica. I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, che saranno volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie".
Attacchi ai giudici. Nei 16 minuti in video, però, il vero bersaglio dell’ex premier è la magistratura, con un riferimento alle ultime due sentenze avverse della Cassazione: quella sul processo Mediaset e sul lodo Mondadori. Sotto accusa - secondo un canovaccio non nuovo per l’ex premier -, in particolare Magistratura democratica. "I piccoli partiti ci hanno impedito di realizzare le riforme. Per prima quella della giustizia - è l’esordio di Berlusconi -". "Una giustizia malata - secondo Berlusconi -non vi è più certezza del diritto, alla mercè di una magistratura politicizzata". "Per la prevalenza di una parte, Magistratura democratica - sottolinea Berlusconi -, la magistratura si è trasformata in un contropotere dello stato, che si è data come missione quella di realizzare la via giudiziaria al socialismo".
Mi batterò contro sentenza. "Già nel 92-93 pensavano di aver spianato la strada alla sinistra" - ricostruisce l’ex premier -. Successe invece quel che sapete: un estraneo alla politica, un certo Silvio Berlusconi, scese in campo, sconfisse la gioiosa macchina da guerra della sinistra, e in due mesi portò i moderati al governo. Ero io". "I pm di Magistratura democratica si sono scatenati subito contro di me - continua l’ex premier -, da quel momento mi sono stati rovesciati addosso 50 processi che hanno infangato me e la mia immagine, facendomi perdere tempo e risorse economiche". L’ultima tegola è il verdetto di ieri sul lodo Mondadori: "che ha aggredito il mio patrimonio con una sentenza infondata". Mentre sulla condanna a 4 anni per frode fiscale, Berlusconi protesta: "Non ho commesso alcun reato, io
non sono colpevole di alcunché, io sono assolutamente innocente -. Dopo 41 processi senza alcuna condanna si illudono di essermi riusciti a estromettere dalla vita politica. Però potrebbe non essere definitiva - avverte Berlusconi -. Mi batterò perché sia revisionata. Si sono inventati il reato di ideatore di frode fiscale".
"Sarò con voi, decaduto o no". Da qui nasce il richiamo ai suoi sostenitori. "Vogliono togliermi di mezzo con una aggressione violenta. Sono qui per chiedere a voi di aprire gli occhi, di reagire". "Dico a tutti voi, reagite, protestate - insiste il Cavaliere -, avete il dovere di fare qualcosa per uscire dalla situazione in cui ci hanno portato. Tutti gli italiani responsabili devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente". La proposta è il rilancio di Forza Italia. "Credo si debba riprendere in mano Forza italia" - aggiunge Berlusconi -. "Io sarò sempre con voi, decaduto o no. Si può fare politica anche al di fuori del Parlamento". Chiusura con l’appello ai mlitanti. "Scendete in campo anche voi. Per questo dico scendi in campo anche tu con Forza Italia. Diventa anche tu un missionario di Forza Italia". Con il nome del partito scandito tre volte in conclusione.
CORRIERE.IT
La politica «si può fare anche al di fuori del Parlamento» e lui, Silvio Berlusconi, continuerà a farla, «decaduto o no». La farà nonostante l’«aggressione pianificata dei magistrati». E grazie al ritorno allo spirito originario di Forza Italia e ad una mobilitazione straordinaria degli italiani per i quali, secondo il Cavaliere, l’invito a scendere in campo in prima persona è l’«ultima chiamata prima della catastrofe». Sono alcuni dei passaggi del videomessaggio inizialmente atteso per martedì e diffuso, dopo alcuni rinvii, nel tardo pomeriggio di mercoledì. Non c’è stato un riferimento diretto alla tenuta del governo Letta, un impegno esplicito ad evitare che le sue vicende giudiziarie abbiano conseguenze sull’esecutivo. Ha però parlato di proposte che i suoi ministri stanno elaborando «per fermare il bombardamento fiscale», lasciando dunque intendere che per il momento non sono previste defezioni. Nel filmato Berlusconi è tornato anche ad attaccare i giudici, parlando di una «democrazia dimezzata alla mercé della magistratura politicizzata» che avrebbe come disegno finale l’attuazione di una «via giudiziaria al socialismo».
«SENTENZA MOSTRUOSA» - Berlusconi si è concentrato sul tema della condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv Mediaset, oggetto del voto nella giunta per le immunità di Palazzo Madama sulla sua decadenza da senatore. «Sfidando la verità e sfidando il ridicolo - ha detto - sono riusciti a condannarmi con una sentenza mostruosa e politica». «Non ho commesso alcun reato, sono innocente» ha tuonato Berlusconi. Poi ha fatto riferimento alla conferma della condanna sul Lodo Mondadori che impone a Fininvest di versare un maxirisarcimento di 540 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti. I giudici, ha detto il Cavaliere, «hanno aggredito il mio patrimonio e riconosciuto ad un noto sostenitore della sinistra una somma 5 volte superiore al valore delle mie quote. Con dei pretesti hanno attaccato me, la mia famiglia e perfino i miei ospiti».
«ITALIANI RIBELLATEVI» - Ha insistito molto sul rilancio dell’azione politica del centrodestra, finalizzato «ad impedire che la sinistra salga al potere». Citando più e più volte Forza Italia - e solo quella -, il Cavaliere ha di fatto archiviato l’esperienza del Pdl. Ha spiegato che il lavoro non spetterà solo a lui ma a tutti i cittadini: «La cosa migliore da fare è riprendere in mano la bandiera di Forza Italia - ha detto -. È arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente». Con un obiettivo: «conquistare la maggioranza dei consensi» perché «solo così in Parlamento potremo fare del bene all’Italia per tornare ad essere una vera democrazia e liberaci dall’oppressione giudiziaria e fiscale». Quanto a lui, ha spiegato, la politica continuerà a farla, «decaduto oppure no». Perché la politica si può fare «anche senza essere in Parlamento: non è il seggio che fa un leader ma è il consenso popolare, quello che non mi è mai mancato e sono sicuro che non mi mancherà nemmeno in futuro».
VERSO IL VOTO - Il messaggio è arrivato a poca distanza dal pronunciamento della Giunta per le elezioni del Senato sulla relazione di Andrea Augello (leggi il documento). Dalle 20.30, infatti, verranno espresse le dichiarazioni di voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore del leader del Pdl, che richiederanno circa un’ora e mezza. E verso le 22, è previsto il voto finale sulla relazione (leggi il documento) presentata dal Augello, anch’egli esponente pdl. Il testo vorrebbe convalidare l’elezione a senatore di Berlusconi nonostante la condanna definitiva. La seduta, iniziata in mattinata, è stata caratterizzata da diverse schermaglie sulle modalità del voto e dalle prese di posizione dei membri pidiellini che hanno continuato a fare quadrato su Berlusconi, considerato oggetto di persecuzione.
PRIMO VERDETTO - Il voto sulla relazione Augello precede il vero voto (sempre in Giunta delle elezioni) sulla decadenza del Cavaliere in forza della legge Monti-Cancellieri-Severino, previsto verso i primi di ottobre. Lo scadenzario sulla decadenza fissa però il punto di svolta per metà ottobre, quando la decisione definitiva sul seggio dell’ex presidente del Consiglio approderà nell’aula di Palazzo Madama e verrà votata a scrutinio segreto. Il Movimento 5 Stelle è però tornato a chiedere una modifica del regolamento per arrivare al voto palese. La legge Severino prevede l’esclusione dal Parlamento per i condannati a pene superiori ai due anni e, martedì, proprio l’ex Guardasigilli, Paola Severino, è tornata a difendere il provvedimento: «Su quella legge c’era l’accordo di tutti».
EPIFANI
Il discorso Berlusconi da Arcore si è concluso da poco. E subito arriva la durissima replica del segretario del Pd: «Ho trovato le dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi sconcertanti per i toni da guerra fredda usati offensivi nei confronti del centrosinistra» e che noi nei suoi confronti «non ci permetteremo mai». E continua: «Quella di Berlusconi sulla crisi economica è una dichiarazione da irresponsabile: getta benzina sul fuoco». Assurdo, infine, il «messaggio in cui invita alla ribellione»
ANSA
E’ durato 16 minuti il videomessaggio di Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl ha parlato del suo futuro dicendo che "decaduto o no" continuerà a esercitare il suo ruolo. Appello agli italiani: "reagite, fate qualcosa di forte"; poi l’attacco alla magistratura: "sono diventati il contropotere dello Stato".
Scenografia minimalista: nessun simbolo politico, alle sue spalle una libreria bianca e due foto famigliari: in una ha accanto i suoi figli, l’altra è con due nipotini.
Berlusconi indossava un doppiopetto grigio ed era seduto dietro una scrivania di noce, con alle spalle una libreria bianca. L’espressione era tesa, i gesti delle mani nervosi. Le occhiaie che affioravano dietro il trucco tradivano la stanchezza del leader del Pdl. Rispetto agli ultimi videomessaggi, mancava la bandiera dell’Italia, forse per sottolineare l’irritazione di Berlusconi per la condanna ricevuta dalla magistratura. Assente anche la bandiera europea. Berlusconi ha concluso il suo discorso con la mano sul cuore: in questa posa ha promesso il ritorno di Forza Italia. Poi la conclusione: "Forza Italia, Viva l’Italia".
Le reazioni. Il segretario del Pd Epifani: "sconcertanti toni da guerra’ fredda".
Il video arriva a poche ore dal voto della Giunta per le Elezioni del Senato che voterà la relazione di Andrea Augello.
IL VIDEOMESSAGGIO DI BERLUSCONI - "Scendete in campo anche voi. Per questo dico scendi in campo anche tu con Forza Italia. Diventa anche tu un missionario di Forza Italia". Lo afferma Silvio Berlusconi nel suo videomessaggio.
"Io sarò sempre con voi, decaduto o no. Si può fare politica anche al di fuori del Parlamento". Così Silvio Berlusconi nel videomessaggio diffuso oggi.
Forza Italia "è l’ultima chiamata prima della catastrofe". "Sfidando la verità, sfidando il ridicolo, sono riusciti a condannarmi con una sentenza mostruosa e politica", sostiene l’ex premier.
"Sono dunque passati 20 anni da quando decisi di scendere in campo. Allora dissi che lo facevo per un Paese che amavo; lo amo ancora questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni e l’indignazione di questa ultima sentenza paradossale perché io non commesso alcun reato. Io non sono colpevole di alcunché; io sono innocente; io sono assolutamente innocente".
’’La magistratura si è trasformata in un contropotere dello Stato in grado di condizionare il potere legislativo e ed esecutivo con la missione di realizzate per via giudiziaria il socialismo".
"Siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercé di una magistratura politicizzata che, unica fra Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità e immunità". Lo afferma Silvio Berlusconi nel videomessaggio diffuso in serata.
"Sono qui per chiedere a voi di aprire gli occhi e di reagire e scendere in campo per combattere questa sinistra" e questa "uso della giustizia ai fini politici". Così Silvio Berlusconi, in un passaggio del video diffuso ai media. Dobbiamo, ha aggiunto, uscire da questa "gabbia di una giustizia malata".
"Dico a tutti voi agli italiani onesti e di buon senso: reagite, protestate, fatevi sentire. Avete il dovere di fare qualcosa di forte, grande per uscire dalla situazione nella quale ci hanno precipitato", ha proseguito Berlusconi.
"Si illudono di essere riusciti a estromettermi dalla vita politica con una sentenza politica, mostruosa che potrebbe non essere definitiva perche’ mi batterò per ottenere la revisione in Italia ed Europa". Lo afferma Silvio Berlusconi nel videomessaggio diffuso prima della riunione della Giunta per le elezioni del Senato.
La cosa migliore da fare è riprendere in mano la bandiera di Forza Italia". "E’ arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente", è l’appello lanciato da Berlusconi.
"I nostri ministri hanno gia’ messo a punto le nostre proposte per fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese". "Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica, è eccessivo", aggiunge il Cavaliere.
"Forza Italia, Forza Italia, Forza Italia. Viva l’Italia, viva la libertà. La liberta è l’essenza dell’uomo e Dio, creando l’uomo, l’ha voluto libero". Così Silvio Berlusconi chiude il suo videomessaggio, diffuso prima della riunione della Giunta per le elezioni del Senato.
Schifani, saremo al suo fianco in nuova battaglia - "Un ritorno al futuro per il bene dell’Italia. Il videomessaggio di oggi del presidente Berlusconi apre una fase nuova per il popolo dei moderati, da sempre maggioranza nel nostro Paese. Saremo al suo fianco in questa rinnovata battaglia di civiltà e democrazia, assieme a milioni di italiani, per realizzare con Forza Italia quella rivoluzione liberale che tanti ostacoli ha trovato in questi anni sul suo percorso ". Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.
Il voto stasera in Giunta Immunità - Si riunirà alle 20.30 di questa sera la Giunta delle immunità del Senato per concludere i lavori con la votazione sulla relazione Augello sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Ogni gruppo parlamentare avrà 10 minuti a disposizione nei quali "per impegno procedurale ci si esprimerà sulle questioni preliminari", ha spiegato il presidente della Giunta Dario Stefano. Secondo il presidente, se lo si riterrà necessario, al termine delle dichiarazioni di voto si potrà anche verificare il parere della maggioranza dei membri sulle due questioni preliminari, oltre che sulla relazione Augello. Quest’ultimo, tuttavia, ha spiegato che, perché si verifichi una tale eventualità, basta che sia un qualunque senatore a chiederlo. I lavori dovrebbero quindi terminare alle 22.30.
Augello, ricorso di ieri non influisce su Giunta - Il ricorso in Cassazione contro la condanna di Berlusconi presentato ieri e fatto arrivare anche alla Giunta delle immunità del Senato "è un evento collaterale ed esterno ed è parte del processo stesso ma non del procedimento in esame in Giunta". Lo afferma ai cronisti il senatore Andrea Augello spiegando che il ricorso non può essere fatto proprio dal relatore a meno che "la difesa di Berlusconi o il presidente non sollevino la questione. E ne dubito perché me lo avrebbero già fatto sapere", aggiunge.
Grasso,voto di oggi certamente non decisivo - E’ "impossibile" prevedere la calendarizzazione del voto in Aula sulla vicenda Berlusconi, perché "il voto di oggi è solamente interlocutorio, poi si dovrà riprendere con una forma di vero e proprio processo all’interno della Giunta". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, a margine della sua visita al Memoriale di Marcinelle. "Siamo soltanto agli inizi, il voto di oggi non è certamente decisivo", ha aggiunto specificando che "si terranno i tempi giusti, si applicheranno regole giuste e concordate".
In Giunta è scontro su voto,Malan lascia lavori - Sono partiti con uno scontro sulle modalità procedurali di voto i lavori di questa mattina in Giunta delle immunità del Senato, con il senatore Pdl Lucio Malan che ha lasciato in anticipo i lavori. "Finalmente è stato detto chiaramente, nonostante le promesse fatte in tutti i modi che ci sarebbero stati voti separati, che il voto sarà uno solo", spiega Malan dicendo di aver provato "fastidio" a restare in Giunta. "L’obiettivo è eliminare Berlusconi", accusa il senatore.
Stefàno, se emerge necessità voti saranno tre - Se "emergerà la necessità di una verifica" oltre che sulla relazione Augello, anche sulle due questioni preliminari, i voti questa sera potrebbero essere tre. Lo rende noto il presidente della Giunta delle immunità del Senato Dario Stefàno spiegando che come deciso stamane, questa sera ogni gruppo nelle sue dichiarazioni di voto "si esprimerà anche sulle due questioni preliminari ovvero sulle opportunità di ricorrere alla Consulta in questa fase o su quella di ricorrere in sede europea".
FACCI SU LIBERO
Uh, il videomessaggio di Berlusconi, che ridere. Questo oggi. Ma non è che il Berlusconi del 1994, quanto a consensi, fosse messo meglio di oggi. Anzi. I primi sondaggi del Cirm di Nicola Piepoli, enfatizzati dal Tg3, davano Forza Italia al 6 per cento. E la prima celebre videocassetta spedita ai telegiornali il 26 febbraio 1994 («L’Italia è il paese che amo») fu trasmessa solo dal Tg4 di Emilio Fede e da Studio Aperto di Paolo Liguori. Il Tg3 la troncò subito e chiamò a ridicolizzarla il verde Mauro Paissan: «Per la sinistra, Berlusconi in politica è un vantaggio». Sul Tg1, Achille Occhetto parlò di discorso «risibile». Su Telemontecarlo, Sandro Curzi oppose un editoriale quasi di scherno. Eugenio Scalfari, sulla Repubblica, scrisse l’editoriale «Scende in campo il ragazzo coccodè». Curzio Maltese, sulla Stampa, scrisse che «Ricorda il profeta di Aiazzone, i toni sono da quarta elementare». Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera, scrisse che «Ha il sapore finto della plastica e la cadenza rigida della clonazione». Che cosa vogliamo dire, con questo? Niente, nel senso che noi giornalisti è meglio che non diciamo più niente, perché dimentichiamo sempre una cosa: Berlusconi non parla con noi, non gliene frega niente di piacere a noi. E infatti. Tantoché il più delle volte, ogni volta che non capivamo Berlusconi, non capivamo il Paese.