Aldo Grasso, Corriere della Sera 18/09/2013, 18 settembre 2013
MARINO BISCARDIZZATO AL PROCESSO DEL LUNEDI’
L’eterno ritorno del pleonastico. Si sentiva il bisogno di una riedizione del «Processo del lunedì», lo sciagurato programma che ha reso famoso Aldo Biscardi? La Rai, ormai deprivata del calcio giocato, deve pur trovare un’occupazione alle sue truppe (RaiSport 1, lunedì, ore 21). Così il neo direttore di RaiSport Mauro Mazza, ex delfino di Gianfranco Fini, ha pensato bene di riesumare il cadavere (peraltro l’ortonimo «Processo» trascina ancora la sua esistenza in qualche sperduta tv locale) e affidarlo alla rianimazione di Enrico Varriale, noto tifoso del Napoli, il mitico «bassottino» di maldiniana memoria.
Lasciamo perdere la discussione sul campionato, così prevedibile, così scontata, così banale. Ci sono però alcune cose che meritano attenzione per capire l’animo umano. Peraltro non facili e tali da non poter essere evocate se non in forma interrogativa.
Perché Alberto Castelvecchi, dopo aver compiuto studi importanti di linguistica, dopo aver fondato una preziosa casa editrice, accetta di andare al «Processo» per inventarsi la parodia del moviolista fisiognomico? Perché il punto di vista di Maurizio Costanzo? Perché la penosa partecipazione di Gene Gnocchi e di Gianni Ippoliti, nell’interpretazione, ormai stantia, di Gene Gnocchi e Gianni Ippoliti? Perché Ignazio Marino? Ormai il sindaco di Roma vive in sovraesposizione mediatica: Marino ciclista, Marino donatore di sangue, Marino salvifico, Marino biscardizzato. Si governano così le grandi metropoli, partecipando al «Processo del lunedì» giusto per affermare «non sono un tifoso di calcio»? A rimetterci è ovviamente la Rai, nel suo insieme, come immagine: questo «Processo» sembra una delle tante imitazioni che proliferano sulle tv locali all’insegna del «vorrei ma non posso». E quando «posso» arriva subito Marino Bartoletti: quasi quasi è meglio il vecchio Biscardi.
Aldo Grasso