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 2013  settembre 18 Mercoledì calendario

«COSI’ INGANNAI MARIA SCHNEIDER, SONO COLPEVOLE» —

Bernardo Bertolucci torna a Parigi e non può fare a meno di rievocare Ultimo Tango , il film dello scandalo in Italia e della consacrazione nel mondo. Soprattutto, il ricordo del grande regista va a Maria Schneider, la protagonista del film che prima di morire due anni fa disse «quella scena mi ha rovinato lo vita, le lacrime erano vere, mi sono sentita violentata».
La scena naturalmente è quella della sodomia, e Bertolucci — in Francia per una retrospettiva alla Cinémathèque française — esprime dispiacere per come si arrivò a quel momento, entrato nella storia del cinema e del costume. «Maria fu ferita da quella sequenza — ha raccontato Bertolucci a Le Monde —. Né Marlon (Brando, ndr) né io l’avevamo avvisata di quel che sarebbe successo nella scena in cui si fa sodomizzare. L’idea ci era venuta in mente la mattina stessa, a colazione, mentre imburravano le nostre tartine... Maria avrebbe avuto bisogno di venire protetta mentre io non pensavo che al mio film. È così che si fanno i film, sapete... Del resto per molto tempo ho pensato che i miei film fossero dei crimini».
Anche davanti al pubblico della Cinémathèque, in occasione di una «lezione magistrale», Bertolucci è tornato sull’argomento: «Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica, volevo avere la sua reazione non di attrice ma di giovane donna. E lei reagisce: piange, urla, si sente ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non gli avevo detto che ci sarebbe stata questa scena di sodomia e questa ferita è stata utile al film. Non credo che avrebbe reagito allo stesso modo se avesse saputo quello che le sarebbe successo. Ma capisco che Maria per tutta la vita sia stata quasi perseguitata da questo lamento e da questa aggressività soprattutto contro di me».
Il confine tra finzione e realtà è stato scavalcato di recente anche dal regista Abdellatif Kechiche durante le riprese di «La Vie d’Adèle» palma d’oro a Cannes 2013. Le attrici Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos si sono lamentate di come le scene di sesso e violenza sono state girate sul set, dicendo che è stato «orribile» e che non avrebbero mai più girato film con Kechiche.
Se mostra di essere dispiaciuto per la conseguenze sulla vita della Schneider, allo stesso tempo Bertolucci spiega che «sono cose gravi ma è anche così che si fanno i film. Sono una sorta di movimento tra me, gli attori e queste provocazioni che a volte sono più importanti delle spiegazioni teoriche e razionali».
«È anche in questo modo che si ottiene un certo clima, la passione — ha proseguito Bertolucci davanti al pubblico della Cinémathèque —, non saprei come avrebbe potuto essere altrimenti. Maria voleva fare cinema a tutti i costi, era molto giovane, aveva appena vent’anni. Per tutta la sua vita poi è stata molto rancorosa sia nei miei confronti che nei confronti di questo film. Rancorosa perché si è sentita sfruttata. È purtroppo quello che spesso succede quando si è dentro un’avventura che non si comprende. Lei aveva un’intelligenza istintiva. Non aveva i mezzi per filtrare quello che gli è successo».
La conclusione di Bertolucci è un’autoassoluzione, almeno dal punto di vista giudiziario: «Forse sono stato colpevole per Maria Schneider, ma non potranno portarmi in tribunale per questo».
Stefano Montefiori