Fausta Chiesa, Corriere della Sera 18/09/2013, 18 settembre 2013
DOWNING STREET E IL SALVATAGGIO (CON PROFITTO) DI LLOYDS BANK
Dopo Fannie Mae e Freddie Mac, che a suon di utili e dividendi stanno ripagando il governo Usa, c’è un altro caso di istituto finanziario salvato con denaro pubblico durante i momenti peggiori della crisi finanziaria che, a distanza di qualche anno, sta facendo guadagnare dei soldi allo Stato. Si tratta del Lloyds Banking Group. Londra ha cominciato a privatizzare il gruppo, parzialmente nazionalizzato nel 2009. Il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha annunciato la vendita del 6% del capitale a investitori istituzionali. A quale prezzo? Per 75 pence per azione, pari in totale a 3,21 miliardi di sterline (3,8 miliardi di euro).
Per lo Stato, è un buon affare. Nel 2009, l’acquisto era avvenuto a 73,6 pence per azione. L’attuale prezzo di cessione è superiore e ha portato un profitto di 61 milioni di sterline (72,6 milioni di euro).
Una plusvalenza impensabile soltanto fino a pochi mesi fa. In un anno, infatti, il titolo ha guadagnato ben il 95% in Borsa. Lloyds ha riportato profitti per 2,1 miliardi di sterline nei primi sei mesi del 2013, contro una perdita di 456 milioni del primo semestre dell’anno precedente. Lo stesso Osborne aveva promesso che la privatizzazione sarebbe avvenuta a prezzi tali da ricompensare i contribuenti e riportando l’istituto alla sua dimensione di banca privata. Dopo la vendita, la quota pubblica è scesa al 32,7%: in futuro, anche se non nei prossimi tre mesi, ci sarà una nuova cessione questa volta destinata al pubblico dei piccoli risparmiatori.
Fausta Chiesa