Daniela Fedi, Il Giornale 18/9/2013, 18 settembre 2013
UN UOMO ESAGERATO: ECCO CHI È CAVALLI RACCONTATO DA CAVALLI
L’autobiografia di Roberto Cavalli è come la sua moda: piena di cose, emozioni, sensazioni, a volte bellissima, ogni tanto esagerata sempre sorprendente e, soprattutto, mai banale. S’intitolaJust me! (Mondadori, 289 pagg, 20 euro) e comincia con la tragica storia del padre Giorgio, prelevato dai nazisti in casa, sotto gli occhi terrorizzati della moglie e dei due figli piccoli, quindi ucciso e successivamente bruciato a soli 33 anni, il 4 luglio 1944, a Castelnuovo dei Sabbioni (Arezzo). «Non devi avere paura» dice al figlio prima di aprire la porta ai tedeschi e queste parole si sono probabilmente tatuate nella testa di Cavalli che forse ha tanti difetti, ma certo non è un vigliacco: non ha davvero paura di niente e di nessuno. «Babbo, come sarebbe stata la mia vita se non ti avessero ammazzato?» si chiede nell’ultima struggente pagina del libro: una specie di lettera aperta indirizzata all’aldilà che si conclude con un «a presto » probabilmente di maniera visto che lui, 72 anni, due mogli, cinque figli, svariati nipoti, tanti animali esotici enon oltre all’adorato Lupo di nome e di fatto, ha ancora l’energia di uno dei suoi celeberrimi leopardi. Vanta inoltre un’inesauribile passione per ogni tipo di bellezza, è un inguaribile romantico e questa suo modo di essere perennemente in bilico tra un sorriso e una lacrima traspare in ogni pagina del volume corredato da alcune fotografie inedite. Più che di moda si parla del modo in cui un ragazzo balbuziente, per niente portato allo studio, sicuramente creativo e gran lavoratore, è riuscito a costruire dal niente un piccolo impero. C’è la storia del primo laboratorio di stamperia aperto in un garage dove mette in opera tutto quello che ha imparato all’Istituto d’Arte di Firenze.Inventa stampe su pelle e maglieria mai viste e ha subito un grande successo negli anni d’oro della Sala Bianca di Palazzo Pitti in cui nasce il Made in Italy. Poi arriva il negozio di Saint Tropez e la vita da playboy. Parla della madre Marcella che lo cresce con pochi soldi e tanto amore. Poi della sorella Lietta che gli tiene la mano mentre i tedeschi portano via il padre: un gesto indimenticabile. Poi c’è Silvanella, la ragazzina col pullover turchese con cui si sposa giovanissimo, che gli ha dato due figli (Cristiana e Tommaso) il suo «primo rocambolesco amore». Non mancano altre avventure: con la neozelandese Gloria oppure con l’israeliana Hana Levi per cui arriva perfino a tentare il suicidio. Poi arriva l’amore con la A maiuscola. Nel 1977 Cavalli è a Santo Domingo e incontra Eva Duringer, Miss Austria «la più bella del mondo scrive- occhi neri, capelli biondi, corpo da urlo». Lei ha appena 18 anni e non è solo bellissima: ha anche un cervello di primissimo ordine e una non comune capacità di canalizzare positivamente l’energia creativa di lui. Il grande salto da piccolo artigiano ad «artista della moda » (non gli piace esser chiamato stilista) avviene accanto a questa donna deliziosa che sposerà in seconde nozze e gli darà altri tre magnifici figli (Rachele, Daniele e Robin). Il resto è cronaca: i rapporti con le star, il lusso, i pettegolezzi, quel successo dell’eccesso che in fondo sembra pesare all’uomo nascosto dietro al personaggio di Cavalli.