Lettera di Giuliano Amato a la Repubblica 17/9/2013, 17 settembre 2013
In relazione alla mia telefonata del 1990, con la quale invitavo la vedova di Paolo Barsacchi "a non fare nomi" (ne scrive "la Repubblica" di ieri), mi permetto di precisare, in primo luogo, che non si tratta di una scoperta di questi giorni
In relazione alla mia telefonata del 1990, con la quale invitavo la vedova di Paolo Barsacchi "a non fare nomi" (ne scrive "la Repubblica" di ieri), mi permetto di precisare, in primo luogo, che non si tratta di una scoperta di questi giorni. Su quella telefonata deposi infatti in qualità di testimone davanti al tribunale di Pisa nel novembre dello stesso anno e della mia deposizione "Repubblica" dette allora ampia notizia. Precisai in tale occasione quanto era del resto già chiaro nelle parole della telefonata e cioè che non avevo affatto invitato la Signora a non fare i nomi di coloro che le risultavano colpevoli. L’avevo invitata a non fare nomi di persone su cui non aveva alcun indizio di colpevolezza, pur di salvaguardare la memoria di suo marito. In questo senso le dissi di difendere lui, senza fare polveroni su altri. Il tribunale ne prese atto e lì finì, mentre lì non sarebbe finita se si fosse ritenuto che avessi fatto o spinto a fare qualcosa di illecito. Giuliano Amato Roma