Claudio Gallo, La Stampa 17/9/2013, 17 settembre 2013
E DOPO 47 ANNI IL LIBRO PRESO IN PRESTITO TORNA IN BIBLIOTECA
Ci sono oggetti sospinti attraverso il tempo come da un destino, anche se il senso del trascorrere siamo noi a regalarlo alle cose, prendendo dalla nostra testa l’idea che il volere di un dio o i dadi del caso hanno fatto così e non diversamente.
Un professore universitario inglese appena pensionato si è accorto, ripulendo un vecchio armadietto, di essersi dimenticato di restituire un libro preso in prestito ben 47 anni prima alla Biblioteca di studi irlandesi della Queen’s University di Belfast.
Applicando la penale di 50 centesimi al giorno, farebbe 8.500 sterline, 10.139,55 euro al cambio di ieri. La biblioteca ha riabbracciato il suo libro e, per la commozione suscitata dalla sua crociera attraverso gli anni e i continenti, ha perdonato il fedifrago annullando la multa.
Il volume delle poesie di Arthur Hugh Clough, in una delle edizioni che Macmillan ha continuato a stampare lungo il secolo scorso, è balzato agli occhi di John «Jack» Foster mentre portava via tutte le sue cose dall’ufficio della British Colombia University a Vancouver, in Canada. Spuntato come un vecchio amico dimenticato, con il suo timbro scolorito: «Da restituire entro l’11 ottobre 1966».
Avrebbe insomma già dovuto essere negli scaffali della biblioteca quando, 28 giorni dopo, un ex attore di seconda categoria, Ronald Reagan, diventava governatore della California. Si era in piena guerra del Vietnam e le università americane erano percorse da fermenti che anticipavano il ‘68, la «rivoluzione» degli studenti europei per conto del sistema.
E pensare che Arthur Hugh Clough, poeta britannico dell’Ottocento, meno noto ad esempio dei contemporanei Robert Browning, Alfred Tennyson, Matthew Arnold o dell’americano Walt Whitman, di rivoluzione ne sapeva qualcosa.
Nel suo racconto in versi «Amour de Voyage» mette in scena un’esilarante descrizione degli inglesi del Grand Tour nella Roma del 1848. Arthur Hugh Clough non lasciò più l’Italia, morì a soli 42 anni a Firenze, dove è sepolto al cimitero degli inglesi. Sulla sobria lapide bianca è inciso un sole alato con serpente e fiori di loto, tratto da un libro dell’egittologo Champollion che si spera regolarmente restituito.
«Sono stato un fan di Clough ha detto il professor Foster all quotidiano “The Independent” - e ho sempre pensato che fosse sottostimato, eclissato da gente come Whitman e Browning. Ma a quel tempo avevo lasciato la Queens ed ero già all’Università dell’Oregon come studente laureando». Insomma, il professore proprio non ricorda di aver preso a prestito quel libro. «Ma era lì davanti a miei occhi con un timbro che certificava che la Queen’s University lo aveva comprato nel maggio del 1921 - proprio mentre, in Italia, Mussolini guadagnava i suoi primi 35 seggi in parlamento -. Non potevo fare altro che riportarlo indietro».
Con le ottomila sterline rimaste nelle sue tasche Foster si lascia andare all’ironia: «La morale della storia è che se scoprite un libro di una biblioteca non riconsegnato, è meglio aspettare un sacco di tempo prima di restituirlo». Assolutamente vero: a luglio di quest’anno la Oxford City Library ha graziato un’anziana lettrice che ha riconsegnato un volume sui mobili stile Regency preso in prestito per tre settimane il 30 novembre 1958. In questo caso la sanzione di due vecchi «pence» la settimana avrebbe portato la cifra da pagare a circa 900 sterline (1.073 euro).
Due mesi fa la Champain County Library nell’Ohio si è invece vista arrivare il volume «The Real Book About Snakes», ossia «Il vero libro sui serpenti», con un ritardo di 42 anni. La persona, che probabilmente lo aveva preso nel 1971, ha aggiunto un assegno di 299,30 dollari (224 euro) con un biglietto anonimo di scuse. E come se non bastasse, all’inizio dell’anno la New York Public Library è riuscita a rivedere «Fire» di Francis Xaver 55 anni dopo il prestito.
È però possibile che il record assoluto del ritardo nella consegna dei libri della biblioteca spetti alla Camden School of Art in Australia. La prima edizione delle «Piante insettivore» di Charles Darwin è infatti riapparsa dopo 122 anni, alla fine del 2011, dopo che era stato preso in lettura nel 1889. Confermando la novella «legge di Foster», anche in questo caso la penale, per un valore di oltre 28.500 euro, non è stata incassata. Il libro aveva «abitato» per 50 anni nella collezione di Ron Hyne, un veterinario in pensione.
Di lì era finito come donazione all’Università di Sidney dove si sono accorti del timbro che portava al proprietario originale. Lo dicevano già i latini (volendo in realtà dire un’altra cosa, certo): «Habent sua fata libelli», cioè (anche) i libri hanno il loro destino.