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 2013  settembre 17 Martedì calendario

OLTRE L’“ASFALTARE”, GLI ULTIMI SLOGAN DI RENZI

Quando parla Renzi è frequente - e lui a volte ci s’impegna - adagiarsi nel racconto facile, e quindi la «rottamazione», o da ultimo il verbo «asfaltare» (pazienza se non ha detto che si vota «e li asfaltiamo», semmai ha detto «non si vota. Anche perché se si votasse stavolta li asfalteremmo»). Tuttavia mentre il Renzi delle origini attaccava davvero spesso il Pd e la sua nomenklatura, rivolgendosi direttamente all’elettorato, il Renzi di oggi ha scelto una strada leggermente diversa, anche linguisticamente: sta parlando, come sempre, a tutti gli elettori, ma in primis all’elettorato giovane (intendendo l’aggettivo «giovane» all’italiana: dai 20 ai 45 anni) e deluso del suo partito.

Come si compie questa operazione, con quali parole e quali metafore? Chi sta dentro il gruppo con cui Renzi davvero si consulta, confida che si lavora semmai su altre parole, «speranza», «bellezza» - «c’è bisogno di un congresso del Pd che riporti la politica a essere una cosa bella, io combatterò perché sia speranza e non desolazione», ha detto alla Festa del pd a Torino - «entusiasmo», «l’entusiasmo perduto dei nostri elettori». Renzi dice «non cerchiamo rivincite», rassicurazione. Quando gli chiedono del rapporto tra lui e Letta non è inusuale sentirlo rispondere «io se avessi davanti un giovane gli direi di fare politica portandoci il suo nome, non certo per inseguire l’ennesimo leader transeunte». Altro sostantivo che torna è «futuro», «rimbocchiamoci le maniche e vediamo se insieme riusciamo a dare un futuro all’Italia». Ieri eravamo a Milano, dove Renzi s’è concesso alla presentazione dello stilista Roberto Cavalli, cosa per cui c’è chi lo sfotte, e in effetti Cavalli è personaggio pittoresco (capace di dire frasi come «amo la donna per la sua femminilità, non per il suo sesso»); ma anche lì Renzi ha riraccontato la cosa facendo leva su parole rivolte scientificamente al voto (potenziale, futuro) di sinistra. Ha elencato quattro termini, «bellezza, grinta, gioia e anche allure» (parola che sa di bestemmia, per alcuni, ma che forse fa sì che in sala arrivi la sapiente diplomazia di Franca Sozzani).

E insomma, sì la rottamazione e l’asfalto (Renzi, visti i tanti fraintendimenti, ha riusato il verbo a quel punto ostentandolo, «a Firenze abbiamo asfaltato 132 chilometri, eventualmente continuerei, non cambierei lavoro...»), ma il lavoro vero - dice qualche suo amico torinese - è altro, ecco perché ora insiste di continuo su parole come «educazione», «scuola», «asili nido». Il Renzi-Porthos si nota subito. Quello alla Baricco meno, un Renzi che fa suo il motto della nuova scuola Holden, «a vent’anni si diventa grandi».