Silvia Pasquini, Il Messaggero 17/9/2013, 17 settembre 2013
COSI’ IL RELITTO SARA’ FATTO A PEZZI. UN AFFARE CHE VALE MILIONI
Dopo la rotazione, il galleggiamento. Poi la Costa Concordia partirà per il suo ultimo viaggio verso una destinazione ancora da decidere, e verrà smaltita. Fatta a pezzetti e smembrata con la massima cura perché è un rifiuto speciale e come tale deve essere trattata. Il destino della Costa Concordia è deciso ma ci vorranno molti mesi prima che l’operazione sia completata. Una volta raddrizzata, altri 15 cassoni saranno saldati sul lato “libero” del relitto, in posizione simmetrica rispetto a quelli già presenti sul lato sinistro, per arrivare pian piano al galleggiamento. Nella migliore delle ipotesi di mare calmo e in assenza di mareggiate, la nave da crociera potrebbe tornare a galleggiare la prossima primavera. A quel punto il relitto sarà rimorchiato verso un porto idoneo e sarà smaltito. Un ultimo viaggio verso una destinazione ancora da decidere. In ballo ci sono Piombino, Civitavecchia, Palermo. Ma qualcuno ipotizza anche qualche scalo più esotico nel Mediterraneo.
È una partita che vale milioni di euro e numerosi posti di lavoro, e in tanti ci puntano. A partire da Piombino, che ha dalla sua il vantaggio della vicinanza con l’Isola del Giglio. Meno chilometri significa meno rischi per un viaggio difficile come quello di un relitto. Ma Piombino non ha al momento uno scalo adatto ad accogliere una nave di questa stazza, che una volta che tornerà a galleggiare avrà una parte sommersa di ben 20 metri. I soldi per i lavori – 150 milioni - ci sono ma sarà una gara contro il tempo realizzare le opere entro la prossima primavera. «Piombino sarà attrezzato per demolire navi – ha puntualizzato il governatore della Toscana Enrico Rossi - a prescindere dalla Concordia. C’è poi l’altro fattore positivo che esiste la siderurgia vicina per riutilizzare l’acciaio».
CIVITAVECCHIA
Ma in ballo c’è anche Civitavecchia, che è comunque ad una distanza abbordabile e avrebbe uno scalo più attrezzato, e c’è pure Palermo, nel cui porto nascono le navi come la Concordia, e dove c’è una delle sedi strategiche di Fincantieri che, tra l’altro, ha costruito anche i cassoni che servono a rimettere in galleggiamento la nave. Contro il “toto-porti” però arriva un monito dal ministero. «Il punto di partenza non negoziabile è l’applicazione della Direttiva europea – dice Erasmo D’Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture - che prevede lo smaltimento dei relitti nel porto più vicino fra quelli adeguati a farlo. Mappe alla mano – dice il sottosegretario - è Piombino. Il governo ha messo nelle condizioni di accelerare al massimo i lavori per attrezzare la sua acciaieria, le banchine e le infrastrutture portuali per accogliere e smaltire non solo la Concordia ma anche altre navi a fine vita. Non c’è un problema di concorrenza con altri porti, ed è poi difficile immaginare di poter autorizzare il relitto della Costa Concordia a percorrere lunghe “crociere” nel Mediterraneo o altri mari verso scali più distanti correndo rischi di ogni tipo, tra l’altro con costi enormemente superiori per l’armatore».