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 2013  settembre 17 Martedì calendario

MERKEL AL GOVERNO, MA CON CHI?

Quasi tutti i deputati italiani, quelli nominati dai loro partiti e non scelti dagli elettori, sostengono che le preferenze sono un pericolo e, infatti, non esistono altrove in Europa. Per la verità, basta dare un’occhiata intorno per constatare che esistono ovunque. I tedeschi hanno addirittura due voti, uno per il partito, uno per il candidato che preferiscono, anche di un’altra formazione.
Un sistema complesso che unisce sistema diretto e proporzionale che sarà probabilmente l’arbitro delle elezioni di domenica prossima. Angela Merkel resterà Cancelliera? Quasi sicuro, ma con chi governerà? Il calcolo è complicato, e si ricorre agli algoritmi. Quasi impossibile spiegarlo in poche righe, non ci sono riusciti neanche i giudici costituzionali che di recente hanno apportato qualche modifica per evitare effetti perversi.
In Baviera, domenica scorsa, i liberali sono stati spazzati via: avevano l’8 per cento cinque anni fa, sono crollati al 3,3%, fuori dunque dal Parlamento regionale (sbarramento al 5%).Ora c’è il rischio che, tra cinque giorni, non ce la facciano a entrare al Bundestag, al momento le previsioni li danno sul filo di lana. Se l’Fdp crolla, Frau Angela resta prima ma senza alleati, costretta a formare una Grosse Koalition con i socialdemocratici dello sfidante Peer Steinbrück, a meno che questi non si allei con i postcomunisti della Linke. Una improbabile coalizione a tre, rosso-rosso-verde, sorpasserebbe la Cdu/Csu della Merkel, anche se dovesse ottenere il 40% contro il 28 di Peer.
E i liberali invocano la ciambella di salvataggio: Angela ci regali un voto. Ma l’operazione è rischiosa: mesi fa, alle regionali in Bassa Sassonia, la Cdu esagerò nei regali, l’Fdp fu salvo, ma la Cdu fu superata dall’Spd. Difficile guidare gli elettori e scegliere la giusta dose. Infatti, la Merkel ha dichiarato: non ci penso nemmeno, ognuno per sé, niente regali. Ma non è detto che sia sincera.
Il doppio voto funziona così: la Germania è divisa in 598 collegi elettorali, la metà dei mandati (299) è decisa dal voto diretto per il candidato. Viene nominato chi prende più voti, anche se non raggiunge la maggioranza assoluta. Il secondo voto va al partito, e a ogni formazione vanno tanti seggi in proporzione ai voti presi. Inutile votare per un candidato debole, si sprecherebbe la scheda, ma con la seconda scheda si può aiutare un partito a superare lo sbarramento del 5.
Che cosa avviene se si esagera nel voto schizofrenico? Oltre ai deputati eletti direttamente, ne vengono eletti ancora altri con il proporzionale, e si ottengono più mandati del previsto, come è avvenuto sempre nel passato.
Nel 2002, Schröder prevalse per pochi voti contro Edmund Stoiber, poi gli arrivarono 9 mandati supplementari che gli concessero una maggioranza di relativa sicurezza. In febbraio il sistema è stato modificato, perché finiva per avvantaggiare troppo il partito più forte, ma i mandati supplementari si avranno comunque: qualcuno calcola che in caso estremo si potrebbe giunge a 73 deputati in più. Se venissero confermate le ultime previsioni, la Merkel potrebbe ottenere 21 mandati supplementari.
La domanda chiave rimane se ce la farà, l’Fdp, il piccolo partito liberale che è stato quasi sempre al governo, tranne per le due grandi coalizioni, e i sette anni in cui Schröder si alleò con i verdi. I liberali appoggiarono la Cdu/Csu poi passarono con l’Spd di Willy Brandt, e senza il loro «tradimento» non ci sarebbe stata la Ostpolitik, poi con Helmut Schmidt, e tornare infine con Helmut Kohl, per sedici lunghi anni. Un partito per tutte le stagioni? I liberali sostengono di rimanere fedeli alla loro linea, e di essere i cani di guardia della democrazia: nessuno in Germania ama che un partito, neanche il suo, ottenga la maggioranza assoluta. Tranne i bavaresi, tedeschi a modo loro.