Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 15/9/2013, 15 settembre 2013
LAGRANGE E LA LEZIONE DEL MATEMATICO NAPOLEONE
A Torino esiste una via Lagrange, adiacente a una piazzetta omonima, nella quale troneggia la statua del grande matematico del Settecento e inizio Ottocento. Colui che oggi è noto nel mondo intero come Joseph-Louis Lagrange, era infatti nato nel capoluogo piemontese col nome di Giuseppe Luigi Lagrangia, anche se poi trascorse un quinto di secolo a Berlino, e un quarto a Parigi. Ed è appunto la Francia che l’ha adottato, ribattezzandolo nella propria lingua e sradicandolo dalle sue origini italiane. Ma nel bicentenario della morte la sua città natale ricorda il proprio figlio naturale con una grande mostra, equanimemente intitolata Lagrange. Un europeo a Torino, che si inaugura giovedì prossimo alle 11, nella storica Biblioteca Reale di Piazza Castello. La mostra è organizzata dall’Accademia delle Scienze di Torino, di cui Lagrange fu uno dei soci fondatori. Così come d’altronde egli fu presidente dell’Accademia delle Scienze di Berlino, fondata da Leibniz. E fu membro dell’Accademia delle Scienze di Parigi, nel turbolento periodo della Rivoluzione Francese e nel successivo regno napoleonico.
Proprio Napoleone, che era un bravo matematico dilettante, nel 1797 stupì Lagrange e Laplace alla firma del trattato di Campoformio, facendo loro una lezione sulla geometria senza compasso. E nel 1802 fu stupito da loro, quando il secondo gli disse che «Dio è un’ipotesi non necessaria per spiegare il sistema del mondo», e il primo ribatté che però «era una bella ipotesi, che spiegava facilmente molte cose». A sua volta, Lagrange spiegò divinamente molte cose con l’aiuto della matematica, benché un po’ meno facilmente, e in premio oggi giustamente riposa nel Pantheon a Parigi.